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SI E’ CONCLUSO IL GIRONE D’ANDATA DEL CAMPIONATO DI CALCIO

 

di Luigi Rezzuti

 

Ad aggiudicarsi il girone d’andata è stata, come da previsioni, la Juventus.

Il Napoli si è classificato al secondo posto e subito dopo l’Inter, poi tutte le altre.

Purtroppo si è concluso tra polemiche e cori razzisti, agguato ai tifosi azzurri con quattro  feriti gravi e un morto.

Dopo i diversi precedenti incontri, diretti dall’arbitro Mazzoleni, Aurelio De Laurentiis come ha saputo della designazione per la gara Inter – Napoli ha dichiarato: “Mazzoleni mi preoccupa, con noi è stato sempre cattivo e imparziale. Mi raccomando, comportatevi bene”.

Purtroppo De Laurentiis aveva ragione- Come era possibile designare per un incontro di vertice un arbitro molto discusso per le sue decisioni antinapoli?

Il più eclatante episodio fu quello relativo alla finale di Supercoppa del 2012, Juve – Napoli, una sfida persa dagli azzurri per 4 a 2 tra infinite polemiche: tanti furono gli episodi dubbi, dal rigore concesso alla Juve, alle espulsioni di due calciatori del Napoli fino all’allenatore Mazzarri, allontanato per le  proteste.

La squadra, infuriata per il pessimo arbitraggio sfavorevole, disertò la premiazione.

Ancora contestazioni, in occasione dell’incontro perso contro l’Empoli (fallo di rigore ed espulsione di un giocatore del Napoli, per un fallo commesso fuori area).

E ancora in un match contro il Cagliari e in un Napoli-Brescia del 2011, con una rete regolarissima, non convalidata a Cavani, e un rigore non concesso ad un giocatore del Napoli.

Ma l’elenco non finisce qui, altre gare contestate in un  Parma-Lazio nel 2011 e 2012 e soprattutto nella partita Fiorentina-Napoli, dove gli azzurri persero la possibilità di vincere lo scudetto, grazie all’arbitro Mazzoleni.

Dopo questo lungo elenco di dubbi sull’arbitraggio di Mazzoleni, questi viene designato per arbitrare Inter – Napoli, una partita ad alta tensione.

E Mazzoleni non si smentisce nell’essere un arbitro antinapoli.

Per tutta la durata del primo e del secondo tempo, Koulibaly viene bersagliato da insulti e non solo. Si levano cori razzisti come: “Lavatevi con il fuoco”,  “Colera”, “Vesuvio pensaci tu” e quant’altro.

Da parte del Napoli viene chiesto, per ben tre volte, sia per gli insulti a Koulibaly che per i cori razzisti, di sospendere la partita, ma Mazzoleni fa orecchie da mercante.

Ecco quanto dichiarato dall’ex arbitro Bergonzi: “L’arbitro deve sospendere la gara quando ci sono cori e striscioni razzisti, deve fermare il gioco. Poi, tramite il quarto uomo, fa le comunicazioni e, in caso di ulteriori cori, il gioco deve essere sospeso in maniera temporanea. Quando si ritorna a giocare ed i cori ricominciano, d’intesa con il questore o vice questore, si decide di sospendere la partita in via definitiva. L’arbitro ha la facoltà di sospendere la partita”.

Mazzoleni, invece, faceva proseguire la gara perché, forse, attendeva che il nervosismo dei partenopei sfociasse in qualche fallo di gioco e, ingenuamente sia Koulibaly che Insigne ci cascavano e venivano subito espulsi e penalizzati per due gare.

Il cartellino rosso è sempre stato per Mazzoleni molto facile quando arbitra in una partita in cui gioca il Napoli.

A fine partita, Koulibaly ha dichiarato: “Mi dispiace per la sconfitta e soprattutto di aver lasciato i miei fratelli! Però sono orgoglioso della mia pelle. Sono orgoglioso di essere francese, senegalese, napoletano: uomo” .

A schierarsi con il difensore azzurro anche Cristiano Ronaldo: “Nel mondo e nel calcio ci vorrebbero sempre educazione e rispetto. No al razzismo e a qualunque offesa e discriminazione” .

In diretta su Radio CRC è intervenuto l’avvocato Angelo Pisani: “Il mio esposto alla Procura di Milano? Koulibaly in quel momento rappresentava una città intera. Non è solo un razzismo nei confronti di una persona, ma contro una città e va punito con pene più severe. Io ritengo che chi ha omesso di intervenire debba essere perseguito per le proprie responsabilità. Adesso lasciamo alla magistratura di valutare quali sono non solo i responsabili di queste violazioni, ma anche quanti, con le loro omissioni le hanno permesse. Annullamento della gara? Se quella gara andava sospesa, così come previsto dal regolamento, e ciò non è avvenuto, questo vuol dire che la gara, proseguendo, è stata falsata in quanto svoltasi in un clima  pericoloso per i giocatori. Ritengo che quella gara vada annullata e ripetuta. Se fossi stato un responsabile FIGC l’avrei annullata a tavolino. Il problema è l’esempio che bisogna dare nel mondo del calcio, altrimenti non si risolve nulla. Se non si dà  una punizione esemplare, nulla cambierà mai”.

Anche il Premier Giuseppe Conti,intervenendo sui cori razzisti a San Siro, ha detto: “Sono molto costernato nel rilevare che non è la prima volta che una manifestazione sportiva è occasione di cori razzisti”.

Forse tutto questo era poca cosa, non bastava. Dopo l’agguato ai tifosi del Napoli del 3 maggio del 2014, prima della finale della Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli,  disputata a Roma, dove ci furono diversi tifosi feriti e uno ucciso, Ciro Esposito, tifoso napoletano di 31 anni, oggi un altro vile agguato prima di Inter-Napoli.

L’inferno, secondo testimonianze, si è scatenato intorno alle ore 19, a circa due chilometri dallo stadio San Siro, proprio mentre transitavano alcuni pulmini di supporter azzurri.

Tifosi interisti, circa un centinaio, tutti incappucciati e con il volto coperto, armati di spranghe, catene e coltelli, hanno aggredito i tifosi azzurri.

Gli interisti sapevano perfettamente dove e quando intervenire. Forse erano stati addirittura avvisati, da complici, del passaggio della carovana azzurra.

Quando i pulmini sono stati accerchiati, i tifosi azzurri, terrorizzati, sono usciti per difendersi, ma sono stati violentemente massacrati di botte.

Purtroppo un tifoso interista è stato travolto da un SUV, che cercava di scappare dalla guerriglia ed è morto mentre quattro tifosi napoletani sono stati feriti gravemente.

Adesso non si può più far finta di niente. Non ci possono più essere tolleranze né contro il razzismo né contro le discriminazioni.

Dirlo però non basta, è ora di  agire. In questi casi bisogna fermarsi sul campo, finché quelli non smettono e, se poi riprendono, fermarsi ancora, senza paura.

Questo è quasi un appello ai calciatori: loro lo possono fare, soltanto loro, visto che le autorità calcistiche non sono in grado o non vogliono intervenire.

(Gennaio 2019)