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Quale idea di futuro?   di Gabriella Pagnotta     Sanremo – Giù le mani dalla musica dei giovani Ciò che mi preoccupa delle polemiche su Sanremo è...
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Tanto per sdrammatizzare   Si De Luca fa 'a chiusura   di Irene Pumpo   Chistu guappo Presidente ha deciso, dint’ a niente, mo n’atu...
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Federico Fellini, realista e visionario, di Luigi Mazzella   di Luigi Alviggi   Il sottotitolo del libro recita: “L’armoniosa complessità di un...
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I tram a vapore di Napoli   di Antonio La Gala   Nella seconda metà dell’Ottocento la locomozione a vapore nel settore delle ferrovie maggiori...
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MAZZARRI E’ STATO ESONERATO   di Luigi Rezzuti   “Ringrazio Walter Mazzarri, amico della famiglia De Laurentiis e del Napoli, per aver sostenuto la...
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PROCESSO JUVENTUS: SENTENZA BLANDA   A cura di Luigi Rezzuti   Sono trascorsi ben 17 anni dallo scandalo Calciopoli (LUGLIO 2006) con la sentenza...
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IMMAGINI DI UNA NAPOLETANITA’ D’ALTRI TEMPI   di Sergio Zazzera   Una malintesa maniera d’intendere la globalizzazione potrebbe indurre a...
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Pensieri ad alta voce di Marisa Pumpo Pica   Le “Lettere al Direttore”   Un recente articolo dell’amico Sergio Zazzera ha come tema “Lettere al...
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L’incendio tedesco dell’Archivio di Stato di Napoli nel 1943   di Antonio La Gala   Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 i Tedeschi di stanza...
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ALIMENTAZIONE AL FEMMINILE E’ il titolo del libro scritto dalla nutrizionista Laura Coluccio. Un inciso su alcune delle patologie e dei disturbi che...
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Spigolature

 

di Luciano Scateni

 

Chi si arricchisce con la fornitura di armi al terrorismo?

Non si ha notizia di inchieste giornalistiche sulla fornitura di armi usate dai terroristi, che hanno insanguinato il mondo con feroci attentati e contrastato militarmente gli attacchi per combatterli. Di sicuro c’è che l’Islam non ne produce; che sono fucili, mitragliatrici, mine, cannoni; che qualcuno si è arricchito con il commercio clandestino e che molto probabilmente si tratta di aziende occidentali, degli stessi Paesi presi di mira dal fanatismo sanguinario dell’Isis. Suggeriamo il tema, scottante come e più di tanti altri affrontati dalla Gabanelli e dai suoi eredi, ai coraggiosi redattori di Report o ai responsabili dell’Espresso, ultimo periodico nazionale che fa giornalismo d’inchiesta.

I geni sono geni e si trasmettono di generazione in generazione.

Talvolta ne “saltano” una, per ripresentarsi nelle successive. E’ il caso di Giulio Cesare Mussolini (il doppio nome ‘Giulio Cesare’ è tutto un programma), pronipote del duce, distratto dall’incarico di dirigente Finmeccanica, dopo aver militato in marina come ufficiale. La ducessa Giorgia Meloni, in un suo impeto, solo un po’ mascherato, di fascista prestata alla politica, lo ha scovato, forse con una ricerca su Google, e lo ha cooptato perché si candidi con Fratelli d’Italia alle prossime europee. L’evento è immortalato in un video. I due soggetti hanno alle spalle, non a caso, la scalinata del Palazzo della Civiltà Italiana dell’Eur, costruita nel Ventennio. Casa Pound, Forza Nuova e altri esponenti della destra estrema non hanno ancora commentato l’exploit della Meloni, ma avranno certamente salutato l’ingaggio del Mussolini anni tremila con il braccio alzato e un sonoro “Eia, eia, alalà”. La prossima tappa? Un selfie di Meloni, Salvini, Mussolini, da pubblicare come manifesto elettorale. La ducessa: “Sono fiera di candidarlo”.

Alle spalle un storia esemplare

scritta dai vertici e da quanti hanno indossato la divisa di semplice carabiniere, accolto nella grande comunità dell’Arma solo se esente da ombre nella vita personale, familiare e di precedenti generazioni. I carabinieri sono stati a lungo estranei a comportamenti disonorevoli, diffusi in altri ambiti delle forze dell’ordine, ad episodi di corruzione e deviazione dalla correttezza nello svolgimento dei rispettivi ruoli. Purtroppo, le stagioni del degrado di una società malata, segnata dal dilagare del malaffare, della colpevole promiscuità con molteplici segmenti dell’illegalità, hanno coinvolto anche i carabinieri, seppure in casi eccezionali. La tragica vicenda del giovane Cucchi, torturato e ucciso, ha rivelato un caso gravissimo di brutalità in suo danno e, peggio, l’omertà nei confronti dei carabinieri responsabili di quadri intermedi dell’Arma e perfino nelle alte sfere. L’odissea, vissuta dalla famiglia del ragazzo ucciso, in particolare dalla sorella, che non si è mai arresa di fronte a reticenze, omissioni, menzogne dei carabinieri, si è trascinata senza esito per anni. Finalmente tutto questo è franato ed è merito della famiglia di Stefano Cucchi, ma in questo prologo di un finale finalmente giusto, anche del generale comandante dell’Arma Nistri, deciso ad accertare la verità sul caso, a individuare le responsabilità di carabinieri e ufficiali, per punirli senza ombra di clemenza e a costituirsi parte civile. In quattro pagine, Nistri risponde con parole nobili, di vicinanza non formale alla famiglia, a un post di Ilaria Cucchi, che, a sua volta replica “Mi si scalda il cuore. Finalmente non mi sento più sola”.

Per sdrammatizzare

L’arcivescovo di Malta celebra messa e al momento di bere il vino, simbolo del sangue di Gesù, bisbiglia sbalordito all’orecchio del prete che lo affianca un inequivocabile “ma è wisky”. Il parroco della chiesa in questione lo beve abitualmente al momento della celebrazione eucaristica e, nella circostanza, ha dimenticato di sostituirlo con il vino? La Chiesa non finisce mai di svelare singolari retroscena.

(Aprile 2019)

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