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Miti napoletani di oggi.74

IL “CAFFE' SOSPESO”

 

di Sergio Zazzera

 

Che Napoli sia diventata, già da almeno un secolo e mezzo, la “patria” del caffè(-bevanda, poiché quelle della materia prima rimangono la penisola araba e il Brasile) è un dato ormai più che sufficientemente acquisito: non dico a Parigi, ma neppure a Milano o a Torino hanno un’idea di che cosa sia il caffè (quello vero, s’intende).

Negli ultimi tempi, poi, è tornata di moda la pratica, tutta napoletana, ispirata alla terza Virtù teologale, del “caffè sospeso”, vale a dire, della tazza di caffè pagata e lasciata a disposizione di chi non sia in grado di pagarsela: guarda caso, questo “ritorno di fiamma” è coinciso proprio con l’esplosione della crisi economica. Peraltro, sul modello del caffè, in questi ultimi tempi si è affermata pure la pratica della “pizza sospesa”, il cui funzionamento è assolutamente identico.

Ora, a voler individuare in tutto ciò il mito, credo che sia necessario porsi nell’ottica del beneficiario di questa piccola liberalità, piuttosto che in quella dell’offerente: chi, infatti, si sentirebbe di escludere l’esistenza di soggetti che – al pari dei lavoratori in nero che beneficiano del reddito di cittadinanza –, pur potendo pagarsela da sé, consumino a scrocco la tazzina di caffè, che sarebbe stata destinata a un loro simile meno fortunato?

(Novembre 2019)