La violenza sulle donne
di Luigi Rezzuti
Si sente, purtroppo, parlare molto spesso di violenza sulle donne.
Sui giornali, in TV, alla radio, sui social, tutti parlano di questo fenomeno che spesso vede coinvolte, come vittime, giovani donne che vengono uccise, perseguitate e sfigurate dai propri mariti, fidanzati o ex.
La violenza sulle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico. Mancano politiche di contrasto alla violenza, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione.
Quelle poche ricerche, compiute negli ultimi anni, dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo.
Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali e a tutti i ceti economici.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo, nel corso della sua vita.
E il rischio maggiore è rappresentato dai familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici, vicini di casa, conoscenti e colleghi di lavoro o di studio.
La Camera dei deputati ha celebrato la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.
Una panchina rossa è stata installata nel cortile d’onore di Montecitorio.
I dati delle violenze hanno ormai raggiunto livelli di allarme: ogni 72 ore in Italia una donna viene uccisa da una persona di sua conoscenza, solitamente il suo partner.
La violenza non ha passaporto né classe sociale, ma spesso ha le chiavi di casa.
Dati confermati anche dalla Polizia: da essi emerge che vittime e carnefici sono per lo più italiani.
Tali dati, relativi alla violenza fisica e sessuale contro le donne, mettono a fuoco il numero rilevante di episodi registrati in Italia negli ultimi anni e mostrano come essi siano cresciuti di intensità.
I numerosi casi di stalking, di violenza psicologica o economica, di molestie sul luogo di lavoro lo dimostrano, suggerendo a tutti di non abbassare la guardia su un fenomeno che è ancora molto diffuso nel nostro Paese.
Il coordinamento Donne Acli, che in questi anni ha contribuito ad accendere i riflettori su questo tema, intende mantenere alta l’attenzione sulla violenza di genere, questione prioritaria, che espone le donne al rischio della propria incolumità.
Negli ultimi anni questo Coordinamento, come altre realtà simili. ha promosso momenti di riflessione e iniziative specifiche di sensibilizzazione.
Per questo riteniamo sia giunto il momento di fare un bilancio per valutare il cammino compiuto e quanto resta da fare per interrompere la spirale di violenza, un problema che affonda le sue radici nella mancanza di una cultura di valorizzazione della donna, cosa indegna per un Paese civile.
Purtroppo molte donne, che hanno subito violenza, per svariati motivi, come la timidezza, la vergogna, la paura, non denunciano queste aggressioni.
Ogg, invece, dovrebbero capire che, per combattere queste violenze, sempre più frequenti, occorre denunciare, denunciare e denunciare sempre.
Solo così si possono reprimere, una volta per tutte, queste vili forme di aggressività, questi insani tentativi di subordinazione della donna.
(Gennaio 2020)