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LA CASA DI TOTO’ CADE A PEZZI

 

di Luigi Rezzuti

 


Scatta di nuovo l’allarme a Napoli: la casa in cui visse Totò sta cadendo a pezzi.

L’allarme sull’appartamento situato al civico 109, in via Santa Maria Antesaecula, era stato già lanciato nel 2017, a causa di finestre e imposte del balcone mancanti, pavimenti rotti, polvere, calcinacci e fili penzoloni della luce.

Ora, a distanza di anni, la situazione non appare migliorata.

La casa dove visse Totò, nel rione Sanità, è stata acquistata, anni fa, dalla signora Canoro e dal figlio Giuseppe De Chiara.

L’abitazione apre soltanto il 15 di febbraio e il 15 di Aprile di ogni anno, rispettivamente nell’anniversario della nascita e della morte del “Principe della risata”.

Il palazzo, nel quale si trova l’appartamento, però, resta sempre visibile durante tutto l’anno, mostrando gli evidenti segni del tempo e dell’incuria, tra cassonetti della spazzatura, facciate senza intonaco, pareti imbrattate e balconi fatiscenti.

Proprio in questo appartamento, collocato al primo piano, Totò ha mosso i suoi primi passi e ha iniziato ad imitare i passant, dopo averli osservati dal balcone, guadagnandosi il nomignolo di “’o spione”.

Una lapide ricorda che al civico 109 nacque Totò, ma si tratterebbe di un falso storico: l’artista è nato in una casa al civico 107, il palazzo accanto a quello della lapide e, quando aveva pochi mesi di vita, la madre si è trasferita nell’appartamento al primo piano che De Chiara e sua madre hanno, poi, acquistato all’asta giudiziaria.

L’acquisto all’asta per poco più di quindicimila euro, dopo 11 battute andate a vuoto, aveva scatenato diverse polemiche per il timore che gli acquirenti volessero ridurre l’appartamento a bed and breakfast, tanto che la Soprintendenza decise di mettere un vincolo demo-etno-antropologico alla casa di Totò.

De Chiara e sua madre hanno anche fondato l’Associazione “Il principe dei sogni”, con l’obbiettivo di fare della casa un ritrovo culturale.

Nel corso degli anni, però, si sono trovati a “combattere” con le conseguenze di un’occupazione abusiva e con la burocrazia.

Nel 2008, la casa di Totò è stata riaperta al pubblico per 106 giorni, proiettando nell’appartamento, ogni sera, un film del “Principe della risata” . Il film cambiava ogni settimana.

Nel 2010 è stato restaurato il portone di ingresso, sono stati acquistati i pavimenti ed è stata data un’intonacata.

Poi, però, si sono aperte delle fessure e da lì sono ricominciati i problemi.

Ora, è scattato nuovamente l’allarme: la casa di Totò sta cadendo a pezzi.

(Febbraio 2020)