Maggio dei monumenti 2020 a Napoli
a cura di Luigi Rezzuti
Si rinnova il fantastico appuntamento del “Maggio dei Monumenti”, un evento che giunge ormai alla sua 26esima edizione e che quest’anno si svolge in maniera particolare a causa della pandemia da Coronavirus.
L’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli ha promosso un confronto di idee sul tema “Giordano Bruno 20/20: la visione contro le catastrofi.”
Il fine è quello di declinare il pensiero e la parola di Giordano Bruno, sviluppando un programma di attività artistico-culturali che diano risalto e valore ai beni monumentali della città, anche a quelli meno conosciuti, come da tempo è obiettivo del Maggio dei Monumenti.
Il Comune ha organizzato circa 100 performance e rassegne che si terranno nell’arco del mese di maggio.
Le performance dureranno da un minimo di 5 minuti ad un massimo di 30 minuti ciascuna. Gli artisti e le associazioni che parteciperanno offriranno le loro proposte esclusivamente su piattaforme Web e in streaming live.
Tutti i contributi presentati dovranno dare risalto e valore al patrimonio materiale ed immateriale della città, nello spirito del “Maggio dei Monumenti”.
Un modo per continuare a coltivare, anche in un periodo particolare come questo, la conoscenza del nostro grande patrimonio culturale.
Giordano Bruno è nato a Nola nel 1548 e deceduto il 17 febbraio 1600 a Campo dei Fiori a Roma.
All’età di 17 anni entrò nel convento di S. Domenico a Napoli. Sospettato di eresia (la chiesa non tollerava le menti libere e sagge), riparò a Roma. Di qui, deposto l’abito ecclesiastico, andò peregrinando di città in città.
A Ginevra, per alcuni mesi abbracciò il calvinismo. Nel 1582 pubblicò il De umbris idearum e la commedia Candelaio.
In Inghilterra, per alcuni mesi insegnò a Oxford e pubblicò la “Cena de le ceneri”.
Dopo un breve soggiorno a Parigi, passò, nell’agosto del 1586, in Germania e, tra il 1590 e il 1591, a Francoforte, pubblicò i poemi latini De minimo, De monade, De immenso et innumerabilibus.
Nel 1591, accogliendo l’invito del Doge Giovanni Mocenigo, si recò a Venezia, dove fu denunciato come eretico dallo stesso Mocenigo.
Fu trasferito a Roma e sottoposto a nuovo processo dinanzi al tribunale dell’Inquisizione che lo condannò al rogo. Affrontò impavido questa orribile morte in Campo de’ Fiori, a Roma.
(Maggio 2020)