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1920-1943: L’INCENDIO DEL “BALKAN” A TRIESTE E LA

 

FUCILAZIONE DEL MARINAIO A NAPOLI (con una

differenza)

 

di Sergio Zazzera

 

Trieste, 13 luglio 1920: un manipolo di fascisti, guidati dal leader locale Francesco Giunta, assalta e incendia il “Narodni Dom” – sede della comunità slovena cittadina, nota anche col nome di “Balkan” –, tra gli applausi della folla che li seguiva.


Napoli, 12 settembre 1943: un plotone di soldati tedeschi procede alla fucilazione del marinaio ventiquattrenne Andrea Mansi, originario di Ravello, costringendo i passanti a fermarsi, inginocchiarsi e applaudire. Il filmato che documenta l’episodio fu realizzato dalla Gestapo.

Forse, Plutarco ne avrebbe fatto l’argomento di una delle sue Vite parallele; qualche differenza tra i due episodi, però, mi sembra proprio che ci sia.

Data per scontata l’equivalenza tra fascismo e nazismo – e, quindi, tra le rispettive azioni criminose –, tuttavia, non si deve perdere di vista il costringimento dei napoletani, mediante l’uso delle armi, ad applaudire agli omicidi tedeschi (e come altro vorreste definirli?). Viceversa, l’applauso dei triestini agl’incendiari triestini (e come altro vorreste definirli?) fu sicuramente spontaneo, visto che proveniva da una folla che si era posta al loro seguito, il che non può significare altro, se non la sua condivisione di qualsiasi gesto essi avessero compiuto.

Vuoi vedere che l’A.M.G.-F.T.T. fu una forma di nemesi storica?

(Luglio 2020)