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Pensieri ad alta voce

di Marisa Pumpo Pica

 

Le “Lettere al Direttore”

 

Un recente articolo dell’amico Sergio Zazzera ha come tema “Lettere al Direttore”, un altro di quei miti, che compaiono periodicamente nelle Rubriche, in questo nostro giornale. Si tratta di miti che egli, come sempre, individua, sornione, senza rancore per alcuno, ma con raffinata eleganza e che noi leggiamo e condividiamo, con divertita complicità.

In apertura scrive: “Una rubrica di “Lettere al direttore” è presente in ogni quotidiano e/o periodico che si rispetti, non soltanto a Napoli; qui, però, essa assume un carattere mitico, che mi sembra assente altrove”.

Nel suo conciso ma articolato ragionare, il nocciolo della questione è tutto lì, nel rilevare, fra le righe, quanto poco siano attendibili ed utili tali Lettere, stando alle firme dei lettori e ai contenuti dagli stessi espressi. 

E, infatti, sottolinea: “In buona sostanza, ci si trova di fronte a un rito, con la sua connotazione d’inutilità, che l’antropologia gli attribuisce; e si sa come la reiterazione del rito sia produttiva del mito”.

Di certo, caro Sergio, siamo stati tutti cultori di questo mito…

Ognuno di noi le ha sempre lette. Siamo andati a cercarle, talvolta anche prima degli stessi articoli, con grande curiosità ed aspettative, nella illusoria ricerca di verità innegabili ed inoppugnabili. Ma queste verità non le abbiamo mai scoperte tra le colonne delle succitate Lettere. Anzi esse ci sono apparse spesso stucchevoli e false e, ancor più, negli ultimi tempi, quando sono venuti a mancare quei nostri vecchi e grandi direttori di testate, che avevano fatto la gavetta, come suol dirsi, e ben conoscevano il loro mestiere.

Sì, lo riconosciamo, le abbiamo trovate stucchevoli e false.

Abiti su misura, confezionati dal direttore stesso, senza neanche il ricorso ad una buona sartoria…

Specchio delle proteste e delle segnalazioni dei lettori?

No. Specchio dei tempi. Specchio dei desideri, degli obiettivi, delle iniziative del Direttore.

Teatro aperto ai suoi amici, per ospitarli e tesserne le lodi nelle risposte.

Arena per i nemici, da attaccare e mettere al tappeto.

Queste, col tempo, sono diventate le Lettere al Direttore.

Un rito e un mito, come tu ben argomenti.

Peccato, però, che non rilevi come la rubrica Lettere al Direttore “presente in ogni quotidiano e/o periodico che si rispetti” non figuri su questo nostro giornale.E non figura perché Il Vomerese il rispetto dei lettori ha cercato di meritarlo sempre con la chiarezza e la trasparenza, avendo quale unica aspirazione quella di voler essere un giornale semplice, nella sua autenticità. 

(Ottobre 2020)