Miti napoletani di oggi.84
IL TURISMO
di Sergio Zazzera
Che il turismo sia una delle più redditizie risorse economiche dell’Italia intera, è un postulato che non necessita di dimostrazione; che, però, il modus in rebus di oraziana memoria debba pur sempre trovarvi applicazione, è un principio da non accantonare mai – e neppure sottovalutare –.
Fatta questa premessa, diamo uno sguardo a Napoli – che, poi, è ciò che, in questa sede, più c’interessa –.
Proprio le motivazioni economiche hanno contribuito a determinare l’accoglienza positiva del turismo, soprattutto dagli ultimi anni a questa parte, benché un’altra motivazione particolarmente incisiva sia ravvisabile nell’apporto che esso è in grado di fornire alla valorizzazione del patrimonio culturale, che per la nostra città ha una dimensione di tutto rispetto.
Però – e qui viene il mito, cioè (non dimentichiamolo mai) il falso linguaggio – la configurazione autentica della città (quella, cioè, che, applicando il pensiero di Marc Augé, la fa configurare come un “luogo”) è offerta dalla presenza dei suoi abitanti e, più particolarmente, dalla fruizione da parte loro di quel patrimonio. Il rischio, dunque, è che il turismo possa indurre i servizi in genere (beni culturali, trasporti, commercio, strutture ricettive) a indirizzarsi, per le già ricordate ragioni economiche, soprattutto verso il soddisfacimento delle esigenze del turista, a danno della popolazione residente. Per intenderci, il ritorno economico per la città resterebbe riservato a pochi, a detrimento di molti.
(Dicembre 2020)