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GLI  SCAVI  DI  POMPEI

 

di Luigi Rezzuti


La storia degli scavi archeologici di Pompei è iniziata nel 1748 per protrarsi fino ai giorni nostri.

Questa colossale opera archeologica ha permesso di riportare alla luce l’antica città di Pompei, seppellita dall’eruzione del Vesuvio, del ’79.

L’anfiteatro è stato uno dei primi edifici ad essere ritrovato.

Pompei è una sorpresa per qualunque visitatore: strade strette. casette, templi, ville, simili più a modellini e a case di bambole che  a vere case, ma tutto è dipinto nei più vivaci colori.

Arabeschi con figure di bimbi, di ninfe e, in altri punti, di animali domestici.

Nel 2020 nuovi cantieri stanno portando alla luce altri reperti come quelli di due vittime della grande eruzione: un uomo avvolto in un mantello e il suo giovane schiavo.

E’ stato possibile individuare la presenza di resti umani in quanto, sotto gli strati che li coprivano, si sentivano dei vuoti.

Una scoperta importante anche perché è stato possibile realizzare dei calchi di gesso con una tecnica, inventata più di 150 anni fa.

L’ultima volta lo si era provato a fare negli anni novanta, ma il tentativo era fallito.


Una nuova scoperta eccezionale è rappresentata dal ritrovamento, nella Regio V, di un antico Termopolio intatto: è riaffiorato un bancone da ristoro, adibito alla distribuzione di cibo e bevande, calde e fredde, a mezza strada fra una bottega alimentare ed un bar odierno, che fa pensare ad un’attività di street food, con pietanze di vario tipo, all’epoca molto in voga.,

Sul bancone, sono riaffiorate nuove decorazioni di nature morte, accanto a rinvenimenti di resti alimentari, ossa di animali e di vittime dell’eruzione del vulcano.

Davanti al Termopolio, nella  piazzetta antistante, erano già state rinvenute una cisterna, una fontana e una torre piezometrica, per la distribuzione dell’acqua, collocate a poca distanza dalla bottega.

Le decorazioni del bancone presentano sul fronte anche l’immagine di una Nereide a cavallo in un ambiente marino.

Nella fase di scavo, sull’ultimo braccio del bancone, sono tornate alla luce ulteriori scene di nature morte con rappresentazioni di animali.

Inoltre, nel Termopolio è stato rinvenuto vario materiale da dispensa e da asporto: nove anfore, una paténa di bronzo, due fiasche, un’oliera di ceramica .

I resti sono stati trovati all’interno della villa suburbana di Civita Giuliana, una tenuta nobiliare affacciata sul mare dove, nel 2018, erano stati trovati i resti di tre cavalli, uno dei quali bardato con una sella di legno e bronzo: per questo ora la villa è nota come “Villa del sauro bardato”.

Tutti questi rinvenimenti dimostrano come, all’epoca, il popolo di Pompei era all’avanguardia, un popolo moderno, dove già esistevano botteghe alimentari, gli odierni ristoranti, con l’attuale usanza del cibo da asporto. Un vasto ed interessante materiale che offrirà molti spunti agli studiosi di varie discipline, come antropologia, archeologia, geologia, vulcanologia, chimica, fisica etc. I materiali rinvenuti nei dolia (contenitori in terracotta) del bancone, analizzati nei laboratori, forniranno dati di grande interesse per indagare sugli usi e sui  costumi, anche alimentari, del tempo.

(Febbraio 2021)