• Stampa

Miti napoletani di oggi.2

 Scampia

 

di Sergio Zazzera

 

Il “mito”-Scampia è la risultante della sommatoria di non meno di due miti. Il primo di essi è quello delle “Vele”, progettate da un’équipe d’architetti guidata da Francesco Di Salvo, al quale si è tentato di addossare in più occasioni la responsabilità dell’invivibilità di quelle strutture, quasi che le opere di edilizia pubblica non siano soggette pure alla preventiva valutazione delle pubbliche amministrazioni competenti. Alla fine, di questi falansteri è stata attuata almeno in parte la demolizione, in ossequio al principio tutto napoletano secondo cui chi fràveca e sfràveca nun perde maje tiempo, con buona pace delle tasche dei contribuenti.

Il secondo è quello della piazza di spaccio: beninteso, non ch’essa non esista, ma non si può affatto appioppare a un’intera collettività un’etichetta, che viceversa si addice soltanto alla parte malsana di essa, dedita ad attività illecite, né d’altronde può essere considerata questa l’unica località napoletana nella quale il traffico di sostanze stupefacenti sia praticato. Peraltro, il riscatto del quartiere, partito già con la nascita del Centro territoriale Mammut (progetto nazionale di ricerca-azione nato nel 2007  con l’obiettivo di produrre innovazione metodologica e portare alla nascita di un centro territoriale permanente) e con la realizzazione di una Villa comunale, di una “piazza telematica” e di un Auditorium, dovrebbe proseguire con l’insediamento di uno stadio per incontri di calcio di serie C e di una nuova Facoltà universitaria di Medicina. Per non dire della piazza-teatro attigua all’Auditorium, che ospitò la prima nazionale del film Napoli, Napoli, Napoli (2009), di Abel Ferrara, il cui allievo Gaetano di Vaio è originario proprio di questa località.

Infine, dalla sinergia fra il Centro territoriale Mammut e il medico omeopata vomerese Vincenzo Esposito è nata l’iniziativa di un ambulatorio gratuito di omeopatia destinato agli abitanti del quartiere e ai migranti provenienti anche da altre aree della Campania; con il che può ritenersi posta la prima pietra perché il mito-Scampia sia sfatato.