• Stampa

Siamo degli sconfitti

         

di Mariacarla Rubinacci

 

 I “favolosi anni Sessanta” coprono un arco storico abbastanza ampio che comprende l’esplosione del fenomeno rock  in cui si cantavano le ballate di De Gregori, De Andrè, Celentano, Gaber e Morandi, pensando ai Beatles e ai Rolling Stones. Si assaporava lo spirito di Libertà vivendo ( lo si credeva fortemente ) in un Paese pacifico e abbastanza civile.

E allora proviamo ad aprire i cassetti della memoria alla ricerca di sensazioni da condividere e offrire alle generazioni più giovani nella speranza che leggano queste righe scritte da chi giovane non lo è più.

Quegli anni, i ’60, furono fondamentali per i cambiamenti del nostro Paese, azzardo, e non troppo in fondo, del mondo intero. Nel cuore c’erano tante speranze e molte fantasie, tanta curiosità rimasta repressa per troppo tempo, la stessa che è la molla che spinge le persone a guardare al futuro.  I giovani di allora avevano fame di tutto e la voglia di scoprire nuovi orizzonti.

Tuttavia aleggia una domanda: gli anni Sessanta sono stati davvero una chiave di volta per esaudire la rivoluzione di un’epoca?

Oggi si respira un’aria di incertezza e di sofferenza, vestita di verità mentre potrebbe essere un’illusione. Oggi vige il Credo che fa credere di vivere in una società soffocata dall’odio, dalle paure, dall’inquietitudine e dalla violenza. Anche la parola Libertà, come un funambolo, cerca un equilibrio mentre passo passo attraversa il filo teso verso il futuro.

Peccato allora….che oggi a chiedere il rispetto alle regole siano rimasti soltanto coloro che hanno ormai qualche capello bianco sulle tempie. Non c’è più ascolto. Ci sono solo urla, bugie, mortificazioni e, ahimè, una falsa guerra fratricida.

Peccato davvero…… siamo degli sconfitti.

(Ottobre 2022)