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Gli esami non finiscono mai

 

di Renato Sinno

 

In perfetta concordanza con la nota affermazione del grande Eduardo, terminati gli esami di maturità i giovani sono immediatamente chiamati ad un nuovo importante esame quale la scelta della facoltà che dovrà immetterli nel giro difficile delle professioni ove poi giocheranno nuovi fattori per la relativa affermazione. A dire il vero anche se per una fascia piuttosto discreta tale scelta è funzione della tradizione di famiglia (la qualcosa è poi una caratteristica del nostro mezzogiorno) non può dirsi altrettanto per la notevole parte restante che, in armonia con i difficili tempi che stiamo vivendo, non intravedendo all’orizzonte la sospirata aspirazione alla sistemazione che diviene sempre più problematica, vive momenti ove tensione ed abbattimento non trovano riscontro con quella energia che è tipica della felice stagione della giovinezza. Voler analizzare le ragioni di questa anomalia (allo sprint della gioventù piena di speranze non corrisponde affatto una risposta chiara e ben definita che possa soddisfare le giuste aspirazioni di quanti iniziano il difficile percorso di una laurea oggi più che mai costosa sia dal punto di vista economico che da quello dei sacrifici ) è piuttosto complicato in quanto molte sono le carenze di una società che da diversi anni ha smarrito il senso del dovere verso le generazioni future privilegiando il benessere, il danaro comunque conquistato, l’egoismo più avanzato. Non è inopportuno far rilevare come le statistiche di ogni settore (ed in specie quello della cultura ) vede l’Italia relegata nelle posizioni di retroguardia , la qualcosa suona come una offesa a quanti hanno tenuto alto e continuano a mantenere alto il prestigio della nazione.   E’ doloroso dover affermare che il nostro paese è fermo in quanto non riesce a correre con la velocità con la quale corre il processo evolutivo, non riesce ad allinearsi con l’aggiornamento continuo come richiesto dalla competizione con gli altri paesi soprattutto quelli emergenti, non riesce ad esprimere un tipo di politica capace di scioglier i legami di una burocrazia asfissiante ,  non riesce a superare le barriere di vecchie ideologie che ormai appaiono sempre più inidonee. Siano di monito le parole pronunziate in occasione della giornata della gioventù da Papa Francesco, personaggio in contrasto con i tempi che viviamo , che la Chiesa ha voluto  con determinazione  superando le sue stesse tradizioni ritenute ormai obsolete, personaggio la cui prepotente personalità dovrebbe invitare alla riflessione quanti hanno colpa per avere contribuito a determinare l’attuale situazione, meditandone il profondo significato : “le false speranze degli idoli passeggeri che  si sono inserite  al posto di Dio: il danaro, il successo ed il piacere meritano di essere riviste”. In questo scenario la scelta della facoltà  per i giovani maturi diventa veramente un problema per cui l’orientamento finisce per far prediligere tipi di laurea utilizzabili principalmente fuori dell’ Italia : cos1 medicina ed ingegneria vengono preferite con il solo miraggio di poter andare a cercar fortuna all’estero privando il proprio paese di cervelli che potrebbero invece giovare in patria. Il “residuo insolubile” sceglie facoltà che potrebbero anche aprire ,come per il passato ,la prospettiva di una sistemazione che, nella maggior parte dei casi, serve solo ad alimentare al giorno d’oggi quel precariato che attende da molti anni la soluzione definitiva e che rappresenta il classico esempio di una ricerca senza fine. Intanto gli anni corrono veloci :problemi sempre più nuovi si affacciano all’orizzonte , aumentano le discussioni , si moltiplicano le promesse di riforme che non arrivano mai, anche se quando arrivano dopo lunghe discussioni,  non recano gli opportuni benefici . La tattica temporeggiatrice incide poi in maniera del tutto negativa ,le piaghe permangono ed i malanni si aggravano. Abbattono definitivamente tutti i sogni i valori della disoccupazione giovanile che mai ,da tempi memorabili, ha raggiunto quote  cos1 alte . In questo drammatico quadro si inserisce la critica spietata nei confronti di una gioventù che certamente non può essere apostrofata con termini tipo “mammoni” o “sfigati “ o “dandy “ proprio da parte di chi dovrebbe interrogare la propria coscienza per non avere fatto nulla per la salvaguardia di questa parte tanto importante della società ,sia solo ai fini di quella realtà inoppugnabile che va sotto il nome di “ricambio generazionale” . Una legge fisica ci insegna che  “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. Sono certo che l’effetto di questa legge non tarderà a farsi sentire ! La mia esperienza personale ,il mio passato vissuto vicino ai giovani , il credo che ho imposto ai miei allievi di tutti i tempi sui valori della cultura , non potranno tradirmi .