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Napoli città gruviera

 

di Luigi Rezzuti

 


Il sottosuolo di Napoli è sempre a rischio crolli. Milioni di metri quadrati di vuoto, che attraversano,  con diversa profondità, quasi tutti i quartieri. Un’incredibile sequenza di vuoti. Si calcola che almeno il 50% dei napoletani vive ed opera sul vuoto. Solo nel quartiere Stella, ad esempio, c’è un vuoto quasi di quattro metri quadri per abitante. Altri vuoti sono stati rilevati nell’area di San Carlo all’Arena, e ancora all’Avvocata, a San Ferdinando a Chiaia, a San Lorenzo, a Posillipo, al Rione Sanità, ai Vergini, al Vomero, all’Arenella, a Capodimonte e nell’area tra il Corso Vittorio Emanuele e Chiaia.


E‘ lungo l’elenco delle voragini e sprofondamenti che si sono verificati negli ultimi anni a Napoli, da Posillipo a Secondigliano, da Fuorigrotta al Vomero: Ospedale Incurabili (2019), Vicoletto Sn Carlo a Miradois, Ospedale del Mare (2021), Via Orsi, Secondigliano, Posillipo, Via Campagna (2023), Via Solimena, Via Morghen (2024). Si tratta, per la maggior parte dei casi, di cedimenti causati da infiltrazioni d’acqua, per perdite della rete idrica, ma soprattutto della rete fognaria in quanto, secondo fonti attendibili, sono decenni che non è stata effettuata alcuna manutenzione. A tutto questo si aggiungano i vuoti per lo scavo della metrò, come quello del 2013 quando, per lavori  sbagliati  della metrò, si ebbe il crollo di Palazzo Gulvara di Bovino alla Riviera di Chiaia. Dulcis in fundo (si fa per dire) a San Martino c’è uno spazio oscuro nel sottosuolo, oscuro perché si conosce poco dell’intero cammino dell’acqua che attraversa il sottosuolo.

(Marzo 2024)