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SEGNALIBRO

a cura di Marisa Pumpo Pica

Chi si'?...nu sciore

di Salvatore Bova – edizione Il nuovo stiletto

 

Parlare di questo libro non saprei, senza parlare prima del suo autore.

Estroverso, sempre sorridente, generoso, disponibile, socievole, tanto socievole da essere socio di non so più quanti sodalizi, centri, circoli, salotti culturali, accademie, da cui ha ricevuto spesso molti riconoscimenti per la sua produzione letteraria: attestati, targhe, coppe, medaglie.

Forse solo dal Centro culturale “Cosmopolis”, che da anni presiedo, non ha ancora ricevuto un premio perché - come dire? - da noi non si usa...

Aperto alle più varie iniziative, si caratterizza per il tratto di spigliatezza e simpatia che gli viene riconosciuto da più parti e che egli stesso si attribuisce in quel profilo che traccia di sé nel divertente autoritratto. “Scherzo telefonico”:

“So' curto, chiatto e senza nu capillo

nu paro 'e baffe e...porto pue 'e llente

l'età ce sta propio nun c'è che dire

però vanto na certa simpatia.” (...)

La sua è la simpatia di un napoletano autentico,

come autentica è sempre la sua poesia.

E per questo egli dedica ogni suo libro ad un verace figlio di Napoli: il precedente, al nostro compianto socio, Vincenzo Fasciglione e questo, di cui ora ci occupiamo, al nostro grande poeta Salvastore Cerino.

Un uomo, Salvatore Bova, ancora capace di credere nei valori della vita: amore, amicizia, famiglia, fede, tanto per citarne alcuni.

In un tempo, come il nostro, attraversato da forti lacerazioni, odi, rivalità, contrapposizioni, che egli non manca di condannare nei suoi versi, in un mondo come l’attuale, Salvatore Bova va, spedito, per la sua strada, che per lui oggi è soprattutto quella della poesia.

Questo libro, come molti di voi sapranno, è il quarto volume pubblicato dal nostro autore, “Chi sì?... Nu sciore.” In copertina olio su tela dell’autore che, tra l’altro, è anche pittore. Sottotitolo, come per i precedenti, Pensieri ed Immagini. Infatti troviamo intervallati pensieri poetici e foto, scattate dallo stesso Bova, foto che ritraggono strade, piazze, monumenti della nostra città, scorci paesaggistici che sono essi stessi immagini poetiche perché colti in quei momenti di grazia, attraverso la sua sensibilità di uomo e di poeta.

Parlando del poeta non si possono tacere i meriti, che gli sono stati riconosciuti sul piano della poesia, così come parlando dell'uomo non si possono non ricordare gli attestati che gli sono stati attribuiti sul piano sociale. Molti i premi letterari, lo abbiamo detto, ma molti altri ancora quelli per il suo forte impegno nel volontariato, per essersi speso, senza riserve, in Italia e all’estero, nella Protezione civile, dove ha rivestito incarichi di rilievo anche a livello dirigenziale. Ci sono stati, in particolare, due grandi riconoscimenti ai quali egli, ben a ragione, tiene per il valore intrinseco degli stessi: la medaglia con decorazione, ricevuta dall’allora ministro degli Interni, Giorgio Napolitano per aver partecipato alla Missione Arcobaleno per gli aiuti umanitari ai Kossovari e la targa d’onore particolare, con medaglia, consegnatagli dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per non  parlare, poi, del suo ruolo di coordinatore tecnico- operatvo nella Divisione di Protezione civile dei Rangers d’Italia e di guardia d’onore presso il Pantheon di Roma.

Ma ritorniamo al libro. Questo, come si è detto, è il IV volume, ma è gia in dirittura d’arrivo, o di partenza, un V  volume, “Frammenti di vita”.

I primi libri di Salvatore Bova sono stati curati da chi scrive, “La mano nella mano”, (2004, Edizioni Centro Partenope), “Nu canisto …’e suonne suspire e spasse”, (novembre 2006), “Luce tremula” (dicembre 2009) questi ultimi due pubblicati da Cosmopolis Edizioni Napoli). Di questo libro, invece, “Chi sì? Nu sciore” non ho potuto occuparmi, per svariati motivi e me ne rammarico e mi scuso con l’autore.

Vi troverete composizioni poetiche fra le più varie, da quelle dal tono intensamente lirico, di grande suggestione, a quelle di forte impatto sociale. Tra le une e le altre pittoreschi bozzetti dal timbro colorito, prepotentemente partenopeo, dove il partenopeo non scende mai a tinte folkloristiche, ma scaturisce da situazioni vere, che costituiscono la matrice e l’ispirazione al verso. Situazioni realmente vissute dal nostro. Vissute, rivissute e poeticamente riprodotte, grazie alla sua verve e ad un sottile ed agile tocco di ironia. Un’ironia, anche questa, veracemente partenopea.

Di tutt’altra natura,  invece, i componimenti lirici dove il rimpianto per l’amore perduto e per la giovinezza svanita, l’eco di tempi e sogni lontani creano immagini profonde e sentite, espresse in versi melodiosi e sofferti. Non manca, in altre poesie, come si diceva innanzi, la denuncia sociale, che non è mai aspra invettiva ma sempre sorriso benevolo e quasi canzonatorio. È il sorriso di chi sa come va il mondo, come sia necessario sottolinearne i mali e combatterli, ma anche quanto sia arduo poterli vincere una volta per tutte ed in un sol colpo. Di chi sa, tuttavia, che l’uomo non deve mai piegare la testa e arrendersi dinanzi alla violenza o alla prevaricazione.

 

*Il libro è stato premiato dall’ “Accademia internazionale dei sarrastri” di Lettere, Arti e Scienze. All'autore sono state consegnate una coppa ed una pergamena artistica.

Qui di seguito, la motivazione:

“Nel suo volume, di notevole ampiezza ed impreziosito da illustrazioni dei luoghi più caratteristici di Napoli, l’autore ha espresso, in un linguaggio colorito per la presenza costante di espressioni gergali che fanno parte del patrimonio linguistico partenopeo, il suo immenso amore per la città ed i suoi abitanti, dei quali coglie, con versi incisivi e puntuali, il carattere spumeggiante ora ironico, ora amaro, ispirato ad una visione variegata della realtà: la classica filosofia napoletana.

In sostanza è un lavoro, il suo, completo e complesso, genuino e spontaneo, ricco di  contenuti  intensi ed appassionati, che, nell’evidenziare il carattere dei napoletani, invita  riflettere sui valori esistenziali della vita.”