CENTRO STORICO
ANCORA EMERGENZE
Dico di via Kerbaker, strada che incrocia la notissima via Scarlatti, nel cuore del Vomero, perché di lì sono passato e lì ho operato un rischioso slalom per oltrepassare indenne un mare puzzolente di spazzatura, campionario di rifiuti d’ogni genere, per lo più sversati all’angolo della strada, dove ha sede il mercatino rionale. Potrei dire di molte altre strade di Napoli, che ripropongono lo scandalo di cumuli d’immondizia, cassonetti stracolmi, sacchetti e buste, cartoni, ai loro piedi, in quantità sempre più invadente. Insomma ci risiamo. Dice il sindaco De Magistris che non consentirà campagne elettorali sulla spazzatura e potrebbe aver ragione a zittire gli speculatori se il problema fosse la conseguenza di un’eccezionale emergenza. Il problema è invece che il caso rifiuti a Napoli è patologia endemica, che periodicamente torna a scandalizzare. Responsabili del nuovo caso sarebbero la difficoltà di sversare negli Stir e la prossima chiusura del termovalorizzatore di Acerra. La soluzione? Il ricorso all’esportazione dell’immondizia nell’ospitale Olanda, che dai rifiuti ricava un interessante utile, e in altre regioni italiane, evidentemente capaci di trasformare la spazzatura in energia. Sullo sfondo la chiusura, per quindici giorni, di Acerra per lavori di manutenzione, guasti negli Stir e incognite sul nuovo termolavorizzatore per difficoltà contrattuali con il consorzio che chiede una compartecipazione finanziaria di 150 milioni, a discapito degli impianti di compostaggio. Problemi aperti e irrisolti: secondo quale principio il sindaco e il suo vice pretendono che non sia argomento di polemica elettorale? Da qualche tempo sembra che Napoli sia tra le mete preferite dal turismo italiano e internazionale e la conferma viene dalle presenze continuative nel centro storico, attrattore straordinario per la ricchezza dell’offerta di archeologia, architettura e storia che propone come poche altre città del mondo. Il viaggiatore abituale tende a catturare le immagini del percorso che compie nelle città d’arte qual è Napoli: di più, affacciandosi da via Toledo nel dedalo di vicoli dei quartieri spagnoli è catturato dalla visione delle stradine con i panni stesi, i festoni che promuovono il commercio e il caos di un andirivieni brulicante. Purtroppo l’attenzione curiosa e stupita dei turisti in presenza delle emergenze rifiuti è provocata dallo spettacolo indecente della spazzatura che invade marciapiedi e strade perché non rimossa quotidianamente e, in tempi di crisi della raccolta, lasciata a marcire per giorni e giorni. La domanda scontata è: ma come hanno risolto il problema le città del Nord estranee alle emergenze ciclicamente ricorrenti del Sud? Se lo chiedono il sindaco di Napoli, l’Asìa e l’intera rete di responsabili del settore?