QUELLO HA LA TESTA TRA LE NUVOLE
di Peppe Iannicelli
Quello ha la testa tra le nuvole! Si stigmatizza così una persona ritenuta poco attenta, scarsamente pratica, lenta al comprendonio.
Sentirsi dire di aver la testa tra cirri e nembi, dunque, non è certamente un complimento.
Ma siamo certi che gli “annuvolati” siano proprio così idioti? Navigando on line ho scoperto che si diffonde sempre di più la passione per il cloudspotting, la contemplazione delle nuvole.
E’ il vecchio gioco che facevamo da bambini in campagna o sulla spiaggia.
Ci sdraiavamo sull’erba o sulla sabbia e cercavamo di scorgere nelle nuvole le forme della nostra fantasia.
Le idee zampillavano copiose: draghi, castelli, veicoli, soldati e pescatori, montagne e deserti.
Il cielo era il nostro e non c’erano confini in orizzonti infiniti come, così ci appariva allora, la vita.
Da tempo ho perso l’abitudine di osservare le nuvole.
Il cielo, obnubilato dallo smog, è sempre fosco. Una cappa grigiastra nella quale è ben difficile scorgere alcunché.
Ma basta una giornata di vento fresco per cambiare la scena. Le nuvole ritornano in cielo cariche di pioggia o schermo prezioso contro la canicola.
Basta un prato, un pezzo di arenile, un balcone per ricominciare a giocare con loro. Certo, all’inizio la fantasia sarà un poco arrugginita e, invece degli orchi, scorgeremo tra le nuvole qualche antipatico collega di lavoro; ma ben presto il relax, indotto dalla contemplazione, libererà la nostra mente facendola librare verso il cielo.
In rete esistono guide per gli appassionati che spiegano la composizione delle nuvole, si organizzano raduni nelle stagioni e nei luoghi più nuvolosi, si svolgono concorsi per premiare coloro che avvistano le più immaginifiche.
Ma, sinceramente, tutto questo è poco importante. Le nuvole sono in cielo da sempre e per sempre vi resteranno. Tocca a noi sforzarci di alzare lo sguardo e cominciare a contemplare.
Non esiste passatempo più economico, ecologico e salutare.