LA GRANDE MAGIA
di Antonio Esposito
In scena al Bellini, la Compagnia di Luca De Filippo propone LA GRANDE MAGIA, pirandelliana opera di Eduardo, poco rappresentata, forse troppo all’avanguardia per i primi anni ’50.
L’opera mette a nudo l’ipocrisia della società, che impone convenzioni e condizionamenti, e la debolezza dell’essere umano, poco propenso ad affrontare la realtà, alla quale preferisce sfuggire rifugiandosi nell’illusione, al fine di sopravvivere.
Ottima la regia di Luca, che si dimostra impareggiabile protagonista. Lo spettacolo è fluido, avvincente e tutti gli attori della Compagnia appaiono perfettamente all’altezza nell’ arduo compito di rappresentare una commedia, messa in scena solo dallo stesso Eduardo e da Giorgio Strehler nella metà degli anni 80, al Piccolo Teatro di Milano.
La trama è particolarmente originale. Il fantomatico professor Marvuglia, esperto di scienze occulte, interpretato da Luca De Filippo, durante un esperimento di magia, fa sparire Zaira (Carolina Rosi), moglie di Calogero Di Spelta (Massimo de Matteo), per consentirle di fuggire con il suo amante.
Il professor Marvuglia fa credere all’affranto marito che è egli stesso l’unico responsabile della sparizione della moglie e che potrà ritrovare sua moglie solo se aprirà, con assoluta fiducia nella fedeltà della moglie, la scatola dove ella è rinchiusa. Se non avrà fede, all’apertura della scatola la moglie sparirà per sempre.
Passano gli anni e Calogero sprofonda in una surreale e apatica realtà parallela e, plagiato dal professor Marvuglia, preferisce credere di essere sospeso nel tempo e parte di un gioco di magia, restando incurante ai continui richiami alla realtà, che gli pervengono dalla famiglia, che agisce non per il suo bene ma per bassi ed egoistici fini.
Alla fine Zaira ritorna pentita e confessa la sua colpa ma il marito si rifiuta di riconoscerla e preferisce rifugiarsi nell’illusione e credere che sua moglie sia ancora rinchiusa nella scatola, fedele e lontana dalle insidie degli altri uomini, piuttosto che affrontare la realtà e le motivazioni che hanno spinto sua moglie a lasciarlo.
Rappresentazione sublime. Un’occasione da non perdere per rivedere un classico più che mai attuale.