LA TECNOLOGIA RENDE
IL FUMO SICURO ?
SPOPOLA LA SIGARETTA
ELETTRONICA
di Luigi Rezzuti
Che il fumare facesse male alla salute era risaputo. Il fumo intasa i polmoni, aumenta il rischio di enfisema, invecchia precocemente la pelle e nuoce anche a chi sta vicino ad una persona che fuma, inoltre impregna abiti e capelli e rende l’aria irrespirabile.
Appena introdotta in Italia la sigaretta elettronica ha avuto più successo che i tanti avvisi contro il fumo scritti sui pacchetti di sigarette del monopolio.
Il problema del fumo esiste anche se qualcosa è stata fatta come ad esempio il divieto di fumo nei locali pubblici.
La sigaretta elettronica, si dice, non dovrebbe causare danni alla salute, può essere fumata in locali quali bar, ristoranti, cinema, teatri e sul posto di lavoro.
Inoltre può risultare anche un risparmio economico per il fumatore.
Per ora non esistono dati certi in base ai quali dire che queste sigarette rappresentino vantaggi o svantaggi per la salute.
Sul sito delle sigarette elettroniche si legge che esse possono essere considerate una alternativa al fumo del tabacco poiché i componenti cancerogeni sono assenti.
La sigaretta elettronica non emette fumi derivati dalla combustione annullando, così, il rischio di malattie respiratorie.
Prima o poi, però, l’industria del tabacco e lo Stato, che con le sigarette ci guadagnano, ostacoleranno la vendita creando difficoltà per la sua regolamentazione.
L’Istituto superiore di Sanità non esclude che queste sigarette siano nocive perché presentano potenziali livelli di nicotina per i quali non è possibile escludere rischi per la salute. Inoltre sulle confezioni di queste sigarette elettroniche mancano gli effetti dannosi che debbono essere comunicati ai consumatori con apposita dicitura. Tale mancata comunicazione configura, secondo il p.m. torinese, Raffaele Guariniello, il reato di violazione del codice del commercio.
Intanto le sigarette elettroniche sono state già vietate in diversi Stati come : Australia, Brasile, Canada, Thaillandia, Norvegia, Uruguay, Singapore, Turchia e persino in Cina dove sono state inventate nel 2003 e dove si continua a produrle e ad esportarle.
Negli Stati Uniti sono, invece. considerate un prodotto farmaceutico.