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CARO BABBO NATALE…

 

di Mariacarla Rubinacci

 

 

Così iniziava la nostra letterina quando, da bambini, la mamma ci diceva: “Comportati bene almeno per questo mese, altrimenti Babbo Natale non ti porterà niente!” Era  quasi un ricatto, ma noi con quelle tre parole di inizio, ci impegnavamo ad essere “buoni” per ricevere i doni richiesti e  attesi, come premio al nostro sacrificio. Ogni anno si ripeteva il rito, sceglievamo con cura la letterina più sfavillante e, con la penna in bocca, pensavamo alla bicicletta che desideravamo da tanto tempo, alla bambola con il suo vaporoso vestito che ci ammiccava dalla vetrina, al gioco del Lego con il quale davamo sfogo alla nostra creatività. Il sogno continuò fino a quando smise di farci illuminarci la mente dopo avere scoperto…la verità che con tanta dolcezza ci aveva fatto crescere con i giusti valori per affrontare la vita.

La tradizione, però, continua. Sempre accompagniamo i nostri bimbi aiutandoli a saper sognare e facciamo imbucare una letterina ben scritta con l’impegno a rispettare il sacrificio. Le richieste sono cambiate, ma immutato è il rito. Così, sotto l’albero, sempre c’è un pacchetto con il suo fiocco rosso che nasconde un pensiero, un augurio, una gesto d’amore. I regali diventano l’omaggio all’affetto, all’amicizia, alla solidarietà, alla gioia di ritrovarsi, alla certezza che non si è soli, all’abbraccio che cinge le spalle, al bacio sulla guancia, al “Grazie” detto con il cuore.

Dunque Babbo Natale esiste, è una certezza. E’ la tradizione spirituale iniziata dal vescovo Nicola, il santo, che nella lontana Nyra (l’odierna Turchia) aveva mandato i suoi preti a diffondere la voce di Dio nelle famiglie impossibilitate a recarsi in chiesa a causa del freddo, recando doni ai bambini. Oggi anche noi entriamo nelle case recando doni: diffondiamo amore. Di chi dà e di chi riceve.

E’ bello anche contornarsi della luce delle candele, quelle profumate per esempio e colorate. Ho letto che in ciascuna c’è una preghiera e che la luce della fiammella è un modo semplice di rischiarare le tenebre della fatica. I colori invece esprimono ciascuno un sentimento: il bianco è successo, il rosso è salute, il giallo è creatività, il verde è generosità, l’azzurro è comprensione e infine l’oro ispira le virtù più nobili.

Caro Babbo Natale… ascolta la voce del mio cuore,  aiutami almeno per un giorno ad essere sincero, a sperare che un po’, basterebbe anche un briciolo, di bontà si diffonda per riuscire ad accorgerci l’uno dell’altro.