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AL TROISI SI RIDE CON SIMONE SCHETTINO

 

Venerdì 7 febbraio alle ore 21,00 torna l’ironia al teatro Troisi con lo spettacolo di Simone Schettino " Se permettete vorrei andare oltre " .

Nello spettacolo , scritto, diretto e interpretato da Schettino, il monologhista affronta tutta una serie di realtà quotidiane al limite del paradosso, chiaramente in modo ironico; ma è proprio attraverso questa ironia che si percepisce una vera e propria esortazione  ad andare oltre i soliti luoghi comuni, le solite frasi fatte, il riportare le semplici notizie lette o sentite. Altrimenti il proprio pensiero risulta una sorta di  disco già sentito.

Il messaggio – racconta la nota di regia - è appunto quello di riscoprire il gusto del dialogo e del ragionamento, che risulta tanto più piacevole quando c’è confronto, non limitandosi ad accondiscendere sul pensiero altrui.

Ovviamente l’unica imposizione alla quale l’artista si assoggetta volentieri è quella di far divertire il suo pubblico dall’inizio alla fine, con la giusta ironia che lo spettacolo richiede.

In scena con Schettino, Roberto Capasso (nel ruolo del direttore di scena) e Pino Mosca (l’ammiratore invadente).

 

Al Teatro Troisi Simone Schettino in “Se permettete

vorrei andare oltre”

 

di Antonio Esposito

 

Al Teatro Troisi Simone Schettino mette in scena “Se permettete vorrei andare oltre” – ultimo lavoro scritto, diretto e  interpretato  dal   “fondamentalista   napoletano”, spettacolo   gia’  rappresentato  a Napoli  ed a livello nazionale,occasione da non perdere per chi non lo ha ancora visto e  ghiotta oppor- tunita’ anche per  vederlo  nuovamente. La scenografia e’   essenziale,  un  camerino  di teatro, Simone viene invitato da un agitato direttore di scena a prendere  posto  sul  palco  ma lui non ne ha voglia, non se la sente di rappresentare una sterile serata di scketch comici   all’insegna   del “non pensare” ,  imperativo televisivo  dilagante  di      questi tempi  da contenitori televisivi e da facili  tormentoni  che gli viene imposto   dalla produzione- “il pub-blico a teatro vuole divertirsi, non   vuole pensare” e’cosi’ che il direttore di scena lo esorta a salire sul palco. L’artista quindi    nella  virtuale    attesa   di una   uscita   in scena, si concede nel suo immaginario uno spettacolo   dinanzi  ad  un  pubblico  irreale   e  si  pone una  domanda inquietante “ e’ il pubblico che davvero preferisce  non  pensare  o dietro   tale   tipologia  di  spettacoli   si   nasconde  un  bieco  fine e cioe’ che il pubblico non deve pensare?” Nel   suo   spettacolo   rivolto   al  suo  pubblico ideale , l’artista  si  permette  il lusso  di   non   seguire i soliti cliche’  ed affronta con  ironia    e   con    il  suo  stile  graffiante e la  sua verve comica, argomenti di interesse generale,  l’economia,   la finanza,  la politica,  la   crisi   economica, la vita di tutti i giorni , la solitudine dell’essere umano nell’era della tecnologia e dei social network  e tanto  altro ancora. Il tutto   senza  mai  banalizzare ,  senza  giudizi  lapidari  o  qualunquisti,  senza mai cadere nei luoghi comuni ,analizzando   la    realta’   dei giorni nostri   al limite del paradosso , scatenando l’ilarita’ della sala ma al tempo stesso invitando a riflettere oltre le solite frasi fatte , oltre il pensiero unico ,esortando  a farsi una propria idea su cio’ che ci viene comunicato dai media,correndo anche il rischio di  sbaglia-re    ma    evitando  di   esprimere   le  proprie  opinioni in funzione di quello che e’ il pensiero generale dominante, non accondiscendere    alle idee    altrui  soprattutto   se   imposte dalla potenza  dei media, onnipresenti oggi piu’ che mai con le nuove tecnologie. Meglio sbagliare in buona fede e poi ricredersi , discutendo,   confrontandosi  con gli altri piuttosto che aderire  in  maniera  incondizionata  al pensiero degli altri per far parte di un gruppo, per pigrizia, per esibizionismo o peggio ancora per indifferenza.  Come non essere d’accordo?   Battisti   docet   “   Sogno gente giusta che rifiuti di esser   preda di facili entusiasmi e ideologie alla moda” Il risultato di cotanto sforzo? Uno spettacolo travolgente, le risate fragorose e gli applausi del pubblico costituiscono parte  integrante della rappresentazione; si piange  dal ridere . Simone e’ diretto,schietto, concreto ,  “carnale”  e  i  testi  denotano  un  approfondito  studio   degli  argomenti trattati e vengono rappresentati in maniera leggera ma al contempo profonda.  Si parla di economia,di spread , di rating di Dow Jones ed anche di banche  e di banchieri ,dei Morgan,  dei  Rothschild , di Stati Uniti d’America ;   Bush  padre viene definito “o benzinaro” per le sue guerre filo petrolifere e  Bush figlio? … beh…“o figlie r’o benzinare.”  Non  mancano  gli  affondi sulla realta’ italiana , su  “Silviuccio”  ma  per  par condicio anche su Monti,  su Bersani, sulla Fornero che definiva “choosy” i giovani  d’oggi  poiche’  sognano   ancora  il posto fisso e non aveva il buon gusto di pensare che certe battute  vanno  evitate, soprattutto  quando  la  propria  figlia  di  posti fissi ne ha addirittura  due,magari forse…anche   con  merito , puo’ anche essere un  caso  che le sia stata assegnata una catte-dra nella stessa Universita’ dove insegnano il padre e la madre…… ma  cio’  non  significa che chi non ha ancora un lavoro sia  necessariamente  svogliato o schizzinoso , purtroppo quasi sempre , soprattut-to oggi, cio’  non corrisponde affatto al vero.

 Non mancano anedotti su   Andreotti   ai  tempi della perestrojka  e  della  caduta del muro di Berlino. sull’immobilita’ e sull’eta’ angrafica della nostra classe dirigente, sui politici corrotti ,  sul giusto dove-re di pagare le tasse ma anche sul sacrosanto  dovere di amministrare bene le risorse. Si affronta la  violenza dell’economia virtuale che  prevale  sull’ economia  reale,  si parla di  storia, di  Garibaldi, del Regno delle Due Sicilie, dell’amore, della vita,  il  tutto in maniera intelligente, originale senza mai cadere nel qualunquismo, senza alcuna ovvieta’. Lo spettacolo  dura  circa  3  ore  di  puro  divertimento  ed’e’  esilarante,  assistendovi non si puo’ non restare  amareggiati  dal   fatto  che  la tv ,  purtroppo anche  quella    di    Stato,    ospiti    sempre  con  minor frequenza   artisti  e  spettacoli  di  qualita’,   sottostando  al     pensiero unico dell’audience,  del mega vuoto contenitore televisivo   che  non  si  vuole condannare  poiche’ ne fanno parte a volte anche bravi artisti ma quanto  meno   il  pubblico   vorrebbe  avere  la    possibilita’  di    poter   scegliere,  di pensare con  la  propria  testa. Meno male che ci resta il teatro , grazie Simone! Bentornato sul palco!