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ABA nel trattamento dell’autismo, patologia in crescita

tra i bambini

Esperti da tutto il mondo  per migliorare la qualità della vita dei malati, aiutare le

famiglie, sviluppare le competenze dei medici e degli operatori 

 

“L’Applied Behavior Analysis (ABA) nel trattamento dell’autismo” è stata al centro di un convegno internazionale, organizzato dall’Istituto per la Ricerca, la Formazione e l’Informazione sulle Disabilità” (IRFID), in collaborazione con AIAS-ONLUS sezioni di Nola e Cicciano e NeapoliSanit Ottaviano del prof. Giuseppe Miranda che si è svolto nei giorni scorsi presso il Grand Hotel Salerno.

Il Convegno ha messo a confronto le modalità applicative dell’ABA tra specialisti italiani e americani e ampliare le procedure sperimentali da adottare nei confronti della persona con autismo per migliorare la loro qualità di vita.

I medici, i terapisti e le famiglie dei malati hanno avuto una straordinaria opportunità di ascoltare e ricevere consigli da alcuni tra i più importanti esperti mondiali della malattia che fa registrare una crescita annua dei casi del 17 per cento.

Le strutture coinvolte sono all’avanguardia nel trattamento dell’autismo con particolare riguardo per i bambini. Un’ eccellenza campana che consente alle famiglie ed agli ammalati di aver importanti punti di riferimento terapeutici, scientifici e relazionali.

Durante il convegno diverse relazioni sono state dedicate allo stato di avanzamento della ricerca, sulle più recenti applicazioni ABA nel trattamento dell’autismo e su tematiche specifiche, quali l’acquisizione del linguaggio, la gestione dei comportamenti problematici e l’integrazione scolastica e sociale.

Tra i vari relatori oltre a Giovanni Maria Guazzo, Direttore Scientifico dell’IRFID e autore dell’unico manuale italiano sull’ABA,  presenti anche William L. Heward, coautore insieme a Cooper e Heron del manuale di riferimento più importante al mondo sull’ABA, James E. Carr, amministratore del BACB (Behavior Analyst Certification Board) unico Ente autorizzato al rilascio di certificati internazionali ABA, e tanti altri esperti internazionali tra i quali: Vincent Carbone, Jill Dardig, Carolynn Kohn, Caio Miguel e Matt Normand.

 

Cos’è l’autismo ?

Con il termine “Autismo” sono comunemente definite alcune sindromi di natura neurobiologica raggruppate sotto la categoria nosologica di “Disturbi generalizzati dello sviluppo” (DGS). L’eziologia dell’autismo rimane nella maggioranza dei casi sconosciuta e, ad oggi, non esistono cure risolutive: con l’autismo si nasce e con l’autismo si vive tutta la vita.  I DGS sono caratterizzati da difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale e dalla presenza di comportamenti e interessi ristretti e stereotipati. Accanto a questa triade di sintomi basilari, le persone affette da autismo possono presentare in misura più o meno marcata anche problemi del sonno, di alimentazione, disarmonie motorie, disarmonie nelle abilità cognitive, scarsa autonomia personale e sociale, difficoltà comportamentali, autolesionismo, aggressività. Ad essere assente o fortemente compromesso nell’autismo, è il patrimonio innato di abilità con cui ogni essere umano, ovunque si trovi e al di là di qualsiasi differenza etnica e culturale, riesce ad entrare in contatto con gli altri, ad intuirne bisogni, stati d’animo, aspettative. Molte persone autistiche ad alto funzionamento, cioè con un livello intellettivo e linguistico che permette loro di raccontare del loro autismo, si sono definite “extraterrestri”, proprio per il senso di estraneità e di disorientamento che il mondo basato sulla neuro tipicità provoca in loro. Quando parliamo di autismo solitamente focalizziamo l’attenzione sull’individuo, trascurando le ricadute che questa sindrome ha sulla sua famiglia, sui gruppi di appartenenza, ma più in generale nella società. Un intervento precoce, evidence based, permette notevoli miglioramenti e un innalzamento del livello di qualità della vita di chi ne è affetto, del suo nucleo familiare e degli altri suoi sistemi di appartenenza.

Incidenza dell’autismo: tassi d’incidenza aumentano  del 17 per cento all’anno

Le recenti statistiche sull’incidenza dell’autismo elaborate dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC) riportano che in America un bambino su 88 ha un disturbo dello spettro autistico. Questi dati hanno mostrato un incremento di 10 volte superiore negli ultimi 40 anni.

Studi accurati hanno mostrato come questo incremento possa essere solo in parte spiegato da un miglioramento nel processo diagnostico e da una maggiore consapevolezza. Gli studi dimostrano inoltre che l’autismo è 4/5 volte superiore nei maschi rispetto alle femmine.  Negli Stati Uniti si stima interessi 1 bambino su 54 e una bambina su 252. I disturbi dello spettro autistico interessano circa 2 milioni di individui negli Stati Uniti e decine di milioni in tutto il mondo. 

Per quanto riguarda l’Italia, l’osservatorio Autismo della Regione Lombardia, indica una prevalenza minima di 4,5 casi per 10000, per la fascia corrispondente alla scuola elementare  il dato sale sopra il 7 su 10000.

Inoltre le statistiche mostrano che i tassi di incidenza sono aumentati dal 10 al 17% ogni anno. Non c’è una spiegazione condivisa di questo continuo aumento; un fattore che viene spesso citato, però, riguarda il miglioramento del processo diagnostico.

 

Breve presentazione dell’ABA

 

ABA è l’acronimo di Applied Behavior Analysis (tradotto in italiano con Analisi Comportamentale Applicata) ed è la scienza applicata che deriva dalla scienza di base conosciuta come Analisi del Comportamento (Skinner, 1953). 

L’Analisi del Comportamento può essere definita come la scienza che ha come oggetto lo studio e le interazioni psicologiche tra l’individuo e l’ambiente e come metodo quello scientifico proprio delle scienze naturali.

Essa comprende tre branche principali:

1.    il comportamentismo (come filosofia della scienza)

2.    l’analisi sperimentale del comportamento (la ricerca)

3.    l’Analisi Comportamentale Applicata

Quest’ultima è l’area finalizzata ad applicare i dati che derivano dall’analisi del comportamento per comprendere e migliorare le relazioni che intercorrono fra determinati comportamenti e le condizioni esterne. Essa adempie a diverse funzioni fra cui quelle di descrivere le interazioni fra organismo e ambiente, spiegare come tali interazioni avvengono, prevederne le caratteristiche e la probabilità futura di comparsa, influenzarne la forma, la frequenza e la funzione ecc.

Una caratteristica fondamentale dell’ABA è quella di essere evidence-based. Un esperto di analisi del comportamento adotta esclusivamente procedure che le ricerche in ambito scientifico hanno dimostrato essere efficaci  applicandole con rigore scientifico ed effettuando un costante monitoraggio dei risultati raggiunti. Viene attribuita un’importanza fondamentale al rigore scientifico e metodologico.

L’attenzione dell’ABA è rivolta ai comportamenti socialmente significativi (abilità scolastiche, sociali, comunicative, adattive), questo la rende adatta ad essere applicata a qualsiasi ambito di intervento e non, come comunemente (e erroneamente) si pensa,  solo all’autismo. Sicuramente, proprio grazie al rigore scientifico e metodologico che la caratterizzano, ha ottenuto tantissimi successi nell’ambito della disabilità in generale e dell’autismo in particolare, per cui viene ampiamente adottata e applicata in tali settori ma NON nasce per l’autismo.

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