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Non mi piace il rococò   di Antonio La Gala   Un autore del Settecento, Pietro Napoli-Signorelli, commentando l’arte della sua epoca biasimava...
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ALL'UNIONE INDUSTRIALI: "DIRE-IL-VERO"   (Gennaio 2024)
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Il NAPOLI IN RITIRO A VAL DI SOLE   di Luigi Rezzuti   “Siamo felici di tornare in Trentino, sarà un ritiro pieno di sorprese per i nostri tifosi”...
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Un romanzo tragico. Filippo Cifariello   di Antonio La Gala   La vicenda artistica e umana dello scultore Filippo Cifariello sembra uscire da un...
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Il forte di Vigliena   di Antonio La Gala   Nel primo decennio del Settecento, per motivi di difesa, fu costruito sulla costa vesuviana un fortino,...
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L’IDRAULICO   dI Luigi Rezzuti   L’idraulica per noi non ha misteri (semmai, forse, il contrario). Lavandino del bagno intasato, l’acqua ristagna o...
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DACIA MARAINI AL SUMMA LIBRI FESTIVAL     (Marzo 2024)
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    Gita sul Vesuvio   di Alfredo Imperatore   Il venir meno al vincolo matrimoniale, da parte di uno dei due coniugi, è una delle cause di addebito...
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Miti napoletani di oggi.94 Il “Patrimonio dell’Umanità” UNESCO   di Sergio Zazzera   L’ingegno e la fantasia dei napoletani sono universalmente noti:...
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Vezzi di artisti   di Antonio La Gala     Qui non intendiamo demitizzare figure di artisti; vogliamo soltanto presentare piccole curiosità che ci...
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Nuvole nere sullo stato dei giovani disoccupati

 

di Luciano Scateni

 

Sono oramai molti anni che la disoccupazione dei giovani ha superato la soglia della drammaticità. Prima della catastrofe che coinvolge ragazzi e uomini sulla soglia dell’età adulta, si diceva ed era vero che “con la determinazione giusta, una dose opportuna di buona volontà e un pizzico di fortuna, si può entrare nel mondo del lavoro in ruoli compatibili con il titolo di studio e l’orientamento formativo”. Tempi andati. In questa stagione di crisi strutturale, ci si arrovella sulla impossibilità di uscire dalla condizione di “mantenuti”, di progettare il futuro, di porre fine alla subordinazione familiare e conquistare l’indipendenza socio-economica. Con parole più crude, da anni percentuali sempre più alte di giovani disoccupati sono definite bamboccioni, figli di famiglia e appunto “mantenuti”. Succede che i genitori di ragazzi senza lavoro debbano accollarsi l’onere del loro mantenimento e il fenomeno,  certamente italiano e specialmente del Sud del Paese, si è esteso geograficamente a molti Stati europei. Si apre allora un problema che a giudicare dalla condizione di molti anziani, che nell’oro sicuramente non nuotano, si avvia a trasformare il dramma il tragedia. Il punto è che i genitori dei giovani senza lavoro non sono eterni e quando, pace all’anima loro, non ci saranno più, terminerà automaticamente la possibilità di aiutare i figli. Comunque, anche per la stragrande maggioranza dei parenti in vita non è facile aiutare figli e nipoti con le risorse minime delle pensioni. Sembra che qualche timido risultato lo abbiano ottenuto i provvedimenti concessi alle imprese con agevolazioni per chi assume un giovane a tempo indeterminato ma è pur sempre una goccia nel mare tempestoso dei disoccupati. Purtroppo, non saranno i quattordicimila assunti a sanare un bilancio impressionante, insopportabile fin d’ora e ancor più in prospettiva, allorquando per ragioni anagrafiche verranno a mancare i genitori a cui si deve la sopravvivenza dei giovani esclusi dal mondo del lavoro.

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