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LA RABBIA GIOVANILE

di Renato Sinno

Il  vertice europeo tra i Capi di Stato di Italia, Germania e Polonia,  svoltosi nella nostra città, oltre ad avere avuto la sua importanza per la scelta della sede che ha dato alla città  di Napoli  un rilievo notevole, ha voluto centrare ancora una volta, sia per gli interventi appassionati del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come anche per  i Capi di Stato amici, firmatari “dell’appello per Napoli “ con una comune  dichiarazione di fede nell’Europa  contro la crisi, due grandi obiettivi , su cui si è costantemente sorvolato negli ultimi tempi, e, precisamente : il primo, la doverosa attenzione dell’Europa verso il Mezzogiorno; il secondo, il dovere di considerare sempre prioritaria la lotta alla disoccupazione,  riservando una  particolare attenzione a quella giovanile, che rappresenta oltre tutto anche “un problema morale”, indicando proprio  “ nella integrazione tra politiche economiche, imprese ed investimenti  una  delle soluzioni auspicabili “. Nel  rivolgersi alla gioventù studiosa con simili accenti, il Presidente Napolitano, ha criticato, senza  alcun velo di misericordia, il cattivo impiego da parte degli addetti ai lavori dei fondi europei  (buona parte dei quali in restituzione per  mancanza di utilizzo!), essendo presente alla  cerimonia di apertura. Il mio pensiero, sempre in costante apprensione per  la poca attenzione riservata alla importante componente giovanile della  società, si è incontrato d’incanto con quello dei numerosi giovani presenti,  in gran parte laureati o sulla via della laurea, cogliendo,  da un lato, gli stessi sentimenti di gratitudine verso il Presidente Napolitano, Uomo di altri tempi, seriamente preoccupato per l’avvenire di una gioventù quasi dimenticata, e dall’altro, la “sdegnosa” accoglienza di certe espressioni,  ormai note e stantie, pronunciate  da alcuni soliti noti personaggi  del nostro tempo, alquanto lontani dalla drammatica situazione di una generazione,  che vive ormai  da tempo  l’emergenza della disoccupazione, attestata sul raccapricciante valore del 36%  e sempre  in progressivo preoccupante aumento, senza alcuna considerazione della preparazione, molto spesso eccellente, dei sacrifici sopportati per giungere alla laurea, sospirato compimento dei propri studi,  dei sogni di gloria di quanti vivono oggi questa meravigliosa, irripetibile stagione della vita.

Anche se i paragoni molto spesso risultano  tanto più  “brucianti” per quanto più spontanei, quale profondo abisso tra gli accorati accenti del Presidente Napolitano, saturi di comprensione per una realtà viva da superare al più presto e  ad ogni costo, onde evitare precipitose fughe in altri paesi, e gli epiteti  gratuiti ed offensivi  di “bamboccioni “ (Padoa  Schioppa ),di “Italia peggiore “ (Renato Brunetta), di “sfigati” (Martone), di “schizzinosi ” (Fornero), pronunciati e ripetuti  da  personaggi  ben lontani  dalla percezione di  una tragedia, subita da una generazione destinata ad accogliere le umiliazioni, derivate, nella quasi totalità, dai danni prodotti da una società ingorda, egoista, corrotta e pronta alla prevaricazione, volutamente ignara, non soltanto dei tragici risvolti di una crisi economica e sociale, crudelmente vera e seriamente accusata  e sentita   dal cosiddetto “ceto medio”, che rappresenta senza dubbio la parte più importante della società civile, ma anche  assolutamente insensibile alla tragica verità di una Italia, relegata all’ultimo posto un Europa in tema di sviluppo.  

Sembra allora quanto mai lecito domandarsi: Dove “giace” in alcuni individui quel terribile giudice chiamato “coscienza”? Quale risposta seria si intende  fornire ai duecentomila giovani delle piazze di Roma, ai centomila delle piazze di Milano, di Napoli, e di Firenze, ai trentamila di Palermo, tacendo su quelli dei centri minori, in preda ad una rabbia pienamente giustificata per la mancanza di lavoro, vera fonte di ogni ricchezza?

Nel considerare  questo clima estremamente pericoloso torna allora molto utile l’invito a rileggere, con rinnovata attenzione, alcune espressioni  pronunziate dai Capi di Stato di Italia, Germania e Polonia  in occasione del vertice europeo, svoltosi a Napoli.

Si ritiene opportuno  riportarne  soltanto una  delle tante che hanno arricchito il Convegno di Napoli,  bene accetto ad un pubblico in gran parte giovanile.  “Essendo inaccettabile il livello di disoccupazione di alcune parti di Europa, come accade anche nel Mezzogiorno d’Italia, l’impegno per combatterla deve essere una  questione da affrontare non solo sotto l’aspetto politico  e sociale, ma anche sotto il profilo morale”. 

Non ci resta allora che riflettere e meditare e, se possibile, agire.