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Pensieri ad alta voce   di Marisa Pumpo Pica   Addio al mio Maestro, Aldo Masullo Si è spenta una voce critica nella nostra città     Chi mi...
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L’INFANZIA MALTRATTATA

 

di Annamaria Riccio

 

“Fiori nella roccia” è il titolo della raccolta di poesie che la professoressa Marisa  Pumpo,  Presidente dell’Associazione culturale “Cosmpopolis”  mi ha gentilmente donato.  Ho apprezzato il gradito presente, che ho posato sulla mia scrivania ieri sera, senza soffermarmi sul titolo e su la stesura. Stamattina di buona lena mi sono destata e lo sguardo è caduto proprio lì, sul piccolo testo che mostrava un bellissimo e coloratissimo fiore incastrato su un suolo brullo e roccioso. Immediata la riflessione sulla delicatezza dei versi subito letti e di pronta associazione nell’antitesi con il contesto di vita attuale.

Ma il pensiero è andato ad altri fiori in altre rocce…ponendosi  nitido il parallelismo calato sulla cronaca che viviamo, troppo spesso, negli ultimi tempi. I fiori, i bimbi, gli adolescenti, gli innocenti che subiscono le più atroci sevizie in questo mondo di pietra che nulla ha a che vedere con l’immagine di una società rassicurante e protettiva nei confronti di un minore. Quale mente distorta potrebbe partorire tali crudeltà? Eppure sono i personaggi che si incontrano solitamente, che mai si penserebbe arrivassero a tanto. Sono i datori di lavoro, sono i compagni di banco, sono…i genitori.  La storia del ragazzo del compressore che ha avuto un’eco di sdegno in tutt’Italia, con critiche e polemiche andate ben oltre l’accaduto, ha disinnescato acredini sopite, nord contro sud e viceversa, colpevolizzando le menti meridionali di malattia da inquinamento ambientale. Non son passati neanche pochi giorni, che ecco riapparire alla ribalta della cronaca un episodio simile, questa volta al nord. Il fatto è stato prontamente sdrammatizzato per non creare un caso, ma c’era poco da scherzare: il povero ragazzo ha subito sorte simile al napoletano. E non finisce qui. Ciò che i media non sempre comunicano, viene sbandierato dai social network che vomitano quotidianamente notizie raccapriccianti sui piccoli protagonisti della cronaca.

Troppa amarezza, troppo dolore. Riprendo il mio libro, lo apro, mi addentro tra quei “fiori”, nella speranza che attorno possa presto crescere un prato verde.

Ringrazio di cuore la professoressa Riccio non solo e non tanto per le belle parole usate e per gli apprezzamenti rivolti all’Antologia poetica edita da Cosmopolis quanto per aver mostrato una grande sensibilità nell’accostare i Fiori nella roccia all’infanzia lasciata a se stessa in una società come la nostra.

Marisa Pumpo Pica

 (Ottobre 2014)

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