• Stampa

UN INCONTRO FORTUNATO

 

di Luigi  Rezzuti

 

Era da molto tempo che non pioveva in città. Nelle campagne la terra era arida, i contadini erano preoccupati per il mancato raccolto.

La tanto sospirata pioggia, come aveva preannunciato per televisione un meteorologo finalmente era arrivata.

Batteva sui tetti delle case, appannava i vetri delle finestre e bagnava l’asfalto delle strade.

Sul litorale, il mare era increspato dal vento, la pioggia schiacciava i fiori che adornavano i prati.

Sotto l’acqua torrenziale si incontrarono due amiche che non si vedevano da tempo Emily e Jessica.

Emily aveva qualche anno in più, era una donna molto impegnata, una donna in carriera, dirigente di una importante azienda di abbigliamento. Aveva superato brillantemente un master in economia aziendale, mentre Jessica frequentava  l’università presso la  facoltà di lettere moderne.

La tonalità di voce delle due amiche era quasi identio, a vederle, invece, erano completamente diverse, Emily bionda e Jessica con i capelli di un  nero corvino.

Emily era alta, snella, dai lineamenti delicati. Indossava una camicetta a righine, pantaloni molto eleganti, occhiali con una montatura sottile, costosissimi. I suoi occhi, color verde smeraldo, erano bellissimi. C’era sole e mare nei suoi occhi e oro nei suoi capelli .

Le due amiche decisero di sedere ad un bar per ripararsi dalla pioggia, Emily sedeva senza appoggiarsi allo schienale della sedia, mentre Jessica se ne stava raggomitolata, con le gambe ripiegate sotto il corpo.

Jessica era una ragazza capricciosa, aveva il viso più paffuto di quello di Emily, le guance rotondette, gli occhi color nocciola. Indossava un jeans e un maglione a collo alto.

Studenti e turisti  erano i frequentatori di quel bar alla ferrovia, zona dove, però, si potevano incontrare anche persone dalle più varie estrazioni etniche.

Mentre le due amiche parlavano entrò nel bar una donna di colore, indossava un vestito lungo a grandi fiori, calze colorate e stivaletti di gomma verdi, chiedeva l’elemosina.

Poggiò le mani sulla testa di Emily e disse : “Che tu possa sempre essere una benedizione per la tua amica”.

Emily rimase stupita dal gesto e dalle parole dette dalla donna di colore.

La pioggia continuava a cadere copiosa, il tempo era veramente inclemente, non prometteva nulla di buono, anzi peggiorava sempre più. Jessica propose di andare a casa sua.

La casa era un modestissimo appartamentino di due vani ed accessori ed era anche molto disordinato.

Su un vecchio divano c’era una pila di libri universitari, su una poltrona un cumulo di pantaloni, gonne,  magliette e pullover, su un tavolo, piuttosto mal ridotto, un vecchio computer, al muro erano affissi delle stampe senza cornici ed alcune foto dei suoi genitori.

Jessica propose ad Emily di asciugare con un fono i capelli bagnati dalla pioggia. Mentre Emily si asciugava i capelli Jessica preparò qualcosa da mangiare anche per trattenere la sua amica, che non vedeva da tempo.

Emily aveva anche i vestiti bagnati e Jessica le disse : “Vedi sulla poltrona c’è una camicetta, un pullover e un jeans. Puoi cambiarti ve vuoi”.

Oh, sono perfetti – disse Emily – mi stanno alla perfezione”.

Emily, guardandosi allo specchio, ricordò un gioco che lei e Jessica facevano da piccole, fingendo di essere delle signore eleganti camminavano traballando sui tacchi alti per tutta la casa,  pavoneggiandosi.

Parlarono fino alle undici di sera, poi Emily disse che doveva andare via, ma la pioggia cadeva ancora giù a catinelle e la casa di Jessica era così calda che Emily preferì trattenersi ancora un poco e poi ancora, fino a quando non decise di pernottare .

La mattina dopo non pioveva più ma il cielo era ancora molto scuro,  le due amiche si salutarono e promisero di rivedersi con più frequenza.

Emily raggiunse direttamente il posto di lavoro, parcheggiò l’auto sul marciapiede, entrò in azienda, il portiere le consegnò la posta, salì le due rampe di scale, appoggiò la posta sulla scrivania e accese le luci nell’elegante ufficio che si illuminò a giorno. Fuori il cielo era ancora molto scuro.

Attaccate alla parete una collezione di mappe antiche, elegantemente incorniciate, e, mensole stracariche di libri, cui Emily non dedicava grande attenzione.

Quella stessa mattina il fattorino dell’azienda portò ad Emily una comunicazione della direzione generale che le comunicava la necessità  di assumere un’impiegata.

Emily pensò subito all’amica Jessica, le telefonò e le chiese se era interessata, Jessica fece salti di gioia e subito pensò che con uno stipendio poteva pagarsi il fitto di casa, le tasse universitarie, i libri e poter fare qualche acquisto per lei, cosa che fino a quel momento facevano i genitori.

Accettò senza farselo ripetere due volte e, il giorno dopo, andò in azienda da Emily che a sua volta comunicò alla direzione generale di aver scelto una ragazza dopo un interessante colloquio.

L’amicizia tra Emily e Jessica rimase sconosciuta per l’azienda ma per le due amiche si consolidò ancora di più.

Qualche mese dopo, durante le festività pasquali, Emily e Jessica decisero di andare a fare shopping, poi entrarono nel bar alla ferrovia a bere un caffè ed Emily ricordò a Jessica la frase pronunciata da quella donna di colore: “Che tu possa sempre essere una benedizione per la tua amica”.

Risero divertite e si abbracciarono affettuosamente.

 (Gennaio 2015)