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Miti napoletani di oggi.35

LA “TRASTOLA”

 

di Sergio Zazzera

 

Nella sua derivazione dal latino transtrum, il napoletano tràstola rende il concetto di “frode, inganno”, e il popolo partenopeo n’è sempre stato ritenuto maestro: dallo scontro fra veicoli (‘o tózza-tózza, come si dice, attribuendo significati traslato al vocabolo che designava, un tempo, l’autoscontro del Luna Park), alla vendita di cose affette da vizi occulti, alla “pezzottatura” delle auto con elementi di provenienza furtiva, sono questi gli esempi più significativi – oltre che più ricorrenti – di tràstole poste in essere nel capoluogo campano.

A smentire, però, la maestria e il primato dei napoletani nel settore ha provveduto Vittorio Zucconi, che in un suo articolo (La droga degli States si chiama causa per danni, in D la Repubblica, 28 marzo 2015, p. 76) ha affrontato il tema della «causite» degli americani, che va dal risarcimento in favore della signora ustionata dal caffè bollente, che reggeva fra le gambe mentre guidava l’auto, alla querela contro il vigile del fuoco che aveva salvato un bagnante dall’annegamento, senza avere la relativa licenza, fino all’insegnante che aveva redarguito l’alunno.

Nell’articolo l’origine della «causite» è attribuita all’elevato numero degli avvocati (oggi circa 37.000 nuovi iscritti all’anno) operanti negli U.S.A., contro i circa 7.000 complessivi iscritti a Napoli. Come che sia, non v’è dubbio che la descrizione di Zucconi rende quello della maestria dei napoletani nel settore della tràstola, semplicemente, un mito.

(Luglio 2015)