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IL VECCHIO E IL MARE

 

di Luigi Rezzuti

 

Viveva da solo in un piccola casupola nei pressi del mare, poco lontano dal paese in cui era nato.

Non si sapeva molto di lui, solo che era stato un marinaio, ma nessuno era in grado di dire quando aveva smesso di solcare i mari, perché troppo tempo era passato da allora.

Chi s’affacciava dall’alto della scogliera, in qualsiasi momento della giornata, aveva la certezza di scorgere una sagoma immobile, tra gli scogli, rivolta verso il mare.

Solo i capelli, ancora folti nonostante l’età, bianchi come la neve, si muovevano disordinatamente al soffio del vento.

Il vecchio marinaio si vedeva di rado in paese e per non più di mezz’ora, giusto il tempo per l'acquisto di pochi alimenti.

Non una parola con la gente, oltre il necessario, usciva dalla sua bocca.

Nessuno, però, era interessato alla sua compagnia e mai nessuno manifestava l’intenzione di fargli visita, ma il vecchio non sembrava rammaricarsene, anzi era proprio ciò che desiderava.

Un ragazzino, il cui padre era scomparso in mare qualche anno prima, prese la consuetudine di tenergli compagnia, in silenzio.

Tutte le mattine metteva le patelle, i militi e altri molluschi in un secchiello pieno d’acqua di mare e si sedeva a riposare a pochi passi dal vecchio, che rimaneva in contemplazione a guardare la distesa del mare.

Perché vieni a trovarmi?” – gli chiese un giorno il vecchio marinaio.

Il bambino si allontanò velocemente, la voce del vecchio l’aveva spaventato non avendolo mai sentito parlare e abituato a considerarlo solo una sagoma nell’immenso paesaggio marino tra i flutti, la spuma, gli scogli.

Poi si pentì di quel gesto. Il vecchio avrebbe potuto offendersi, quindi tornò sui suoi passi e gli rispose: “Voglio incominciare ad amare il mare, è difficile amare chi ti ha portato via il padre”

Perchè? Pensi che io ami il mare? Gli ho lasciato i migliori anni della mia vita."

Da allora parlarono a lungo, finchè un giorno nessuno vide più, dall’alto della scogliera, la chioma bianca del vecchio marinaio scompigliarsi alla brezza del vento.

Dove è finito il vecchio”? – chiesero al bambino.

Perché volete saperlo?” – rispose.

“Non vogliamo si dica che non siamo interessati alla sua scomparsa, abbiamo una coscienza noi” – risposero spazientiti.

E’ tornato a viaggiare per mare” rispose il ragazzo.

Ma cosa stai dicendo? Era troppo vecchio per farlo

Allora il bambino disse : “Mi ha raccontato di avere guidato vascelli, lottato contro tempeste, urlato contro la bonaccia, nuotato tra i flutti, pescato grossi tonni e pesci spada, non c’ra cosa che lui non avesse fatto impegnando al massimo le sue forze, la sua intelligenza e il suo cuore. Aveva dato tutto al mare. Poi mi ha guardato e mi ha lasciato, balzando su una vecchia barca a remi e allontanandosi in mare aperto, senza fare più ritorno”.

Se ne andarono tutti non credendo a queste parole del ragazzo, gli voltarono le spalle imprecando per il tempo perso.

Il ragazzo non se ne ebbe a male e, quando si sentiva stanco, si sedeva sullo scoglio del vecchio marinaio, ascoltando il mare.

(Luglio 2015)