IL PRESEPE NAPOLETANO
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- Pubblicato Giovedì, 10 Dicembre 2015 16:28
IL PRESEPE NAPOLETANO
di Luigi Rezzuti
Il presepe Napoletano è la rappresentazione della nascita di Gesù, ambientata nella Napoli del Settecento.
L’arte presepiale napoletana si è mantenuta, a tutt’oggi, inalterata per secoli, divenendo parte delle tradizioni natalizie più consolidate e seguite della città.
Famosa a Napoli, infatti, è la nota via dei presepi (via San Gregorio Armeno), che offre una vetrina di tutto l’artigianato locale, riguardante il presepe.
Qui espongono le loro opere noti maestri presepiali, tra i quali i fratelli Ferrigno, una famiglia storica, che diede luogo a questa attività nel lontano 1836. Essi hanno ricevuto visite nelle loro botteghe da personaggi importanti, come Francesco Rutelli, Berlusconi, Mastella, Luca Cordero di Montezemolo, Oscar Luigi Scalfaro e diversi attori e cantanti, come Sofia Loren, Pavarotti e Lucio Dalla.
Nel corso del tempo i maestri dell’arte presepiale hanno affinato le tecniche per la realizzazione di presepi sempre più ricercati e diventati famosi in tutto il mondo.
L’origine del presepe è da ricondurre a quello realizzato da San Francesco nel lontano Natale del 1223.
La popolarità del presepe si accentuò, poi, nel 1400, nell’Italia centro meridionale. Infatti in quel secolo a Napoli sorse una vera e propria arte del presepe.
Verso la fine del Seicento nacque la teatralità del presepe napoletano, che unì il sacro con il profano con personaggi tipici come i Re Magi, che la tradizione ha fissato in tre, in base ai loro doni: oro, incenso e mirra; Bacco, Dio del vino; Benito il pastore dormiente con le sue pecore e, inoltre, personaggi del popolo quali la lavandaia, i tavernari, il ciabattino, gli zampognari, l’oste che porta a tavola i maccheroni, gente che banchetta, le galline che razzolano, case rustiche con meloni, pomodori e limoni, appesi alle finestre ed ai balconi, osterie che mettono in evidenza salsicce e quant’altro. Tutto questo per una gioiosa rappresentazione.
Nel Settecento il presepe napoletano visse la sua stagione d’oro. Uscì dalle chiese, dove era oggetto di devozione religiosa, per entrare nelle case.
Fra i presepi, famoso è il presepe Cuciniello, realizzato tra il 1887 e il 1889 ed esposto nel Museo della Certosa di San Martino.
Molti sono i presepi che si conservano nei musei, nelle chiese o presso privati collezionisti e che costituiscono delle preziose rievocazioni della vita popolare napoletana del Settecento.
Per qualche anno l’abete ha soppiantato in parte il presepe, ma, pur con i suoi ornamenti colorati, fili argentati, luci multicolori intermittenti, non ha soddisfatto del tutto i napoletani che hanno preferito la grande scena presepiale animata da figure, da angeli ed animali che fa tanto coreografia e li rende partecipi dell’avvenimento.
La tradizione vuole che il presepe venga esposto l’otto dicembre, il giorno dell’Immacolata e che solo la notte di Natale si collochi nella mangiatoia il Bambino Gesù.
L’esposizione del presepe dura fino al giorno dell’Epifania con l’arrivo dei Re Magi, che vengono a donare l’oro, l’incenso e la mirra.