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Il Vesuvio dei Cook

 

di Antonio La Gala

 

Nel 1888 la società che aveva costruito la funicolare del Vesuvio, che l’aveva inaugurata otto anni prima e che da allora la gestiva, fu dichiarata fallita e la funicolare fu assegnata ad una società inglese, fondata da Thomas Cook, un intraprendente personaggio che, nel 1841, aveva aperto in Inghilterra una compagnia che organizzava viaggi turistici, passata poi, nel 1879, al figlio John Mason Cook.

Questi pensò di estendere i suoi tours anche al Vesuvio e, a tale scopo, nel 1888, rilevò la concessionaria fallita.

Come il suo predecessore, dovette soggiacere alle pretese estorsive delle associazioni delle guide locali, che, di fronte alle sue resistenze iniziali, gli vandalizzarono impianti e carrozze.

Raggiunto l’equilibrio con gli indigeni, si preoccupò di come far arrivare meno faticosamente i turisti fino alla stazione iniziale della funicolare, che stava a quasi 800 metri di altezza. Risolse il problema costruendo una ferrovia elettrica di collegamento, inaugurata nel settembre del 1903.

Nel frattempo aveva sostituito le due carrozze della funicolare, con altre chiamate ancora Vesuvio ed Etna, anch’esse poggiate su una rotaia centrale con due grandi ruote, una anteriore e l’altra posteriore. Erano carrozze aperte e avevano tre scompartimenti, capaci di trasportare, in 8 minuti, 10 passeggeri più il conducente. Queste vetture restarono in esercizio dal 1889 al 1904.

Nel 1904, quando il numero dei viaggiatori raddoppiò, Cook decise di rinnovare tutta la funicolare.

La elettrificò, cambiò le carrozze che restarono a tre scompartimenti, ma stavolta erano chiuse da sportelli. Esse potevano trasportare 18 passeggeri seduti e 6 in piedi, nelle due piattaforme, più il conducente. Non poggiavano più con due ruote su una sola rotaia centrale, ma con quattro ruote su due rotaie laterali, come i tram e i treni.

A bordo delle funicolari erano presenti due carabinieri, per garantire sicurezza ai viaggiatori, molestati da turbe di venditori e musicanti invadenti.

Intanto nel 1899 John Mason Cook era morto e la società era passata ai tre figli, diventando la “Thomas Cook & Son”.

La violenta eruzione del 1906 distrusse funicolare e ferrovia.

La stazione di partenza a 800 metri, l’alberghetto e il ristorante in stile pompeiano, la sala macchine e i locali delle guide, rimasero sepolti da 30 metri di detriti vulcanici.

I Cook, tuttavia, non demorsero. Alla fine del 1907 la ferrovia era di nuovo in funzione, ma rimaneva chiusa la funicolare. Questa riaprì nel 1909, rinnovata nel tracciato, negli impianti e nelle carrozze.

Stavolta ognuna di esse aveva cinque scompartimenti, trasportava 16 passeggeri seduti e 8 in piedi, nelle due piattaforme, più il conducente. La stazione di arrivo fu avvicinata a 40 metri dall’orlo del cratere.

Fino all’eruzione del 1944, di notevole avvennero solo cambi di assetti societari, più o meno sotto controllo dei Cook.

L’eruzione del 18 marzo 1944 distrusse definitivamente la funicolare, dopo 64 anni di vita.

Nel 1953 fu sostituita da una seggiovia, che però nel 1983 chiuse anch’essa.