2015 / 2016
di Mariacarla Rubinacci
Abbiamo appena chiuso il 2015 e siamo in cammino con il 2016. Il Vecchio ha passato il testimone al Nuovo e già si sprecano le verifiche sul bilancio realizzato e le analisi sul percorso che si farà.
Allora proviamo anche noi.
EXPO: beh, è andato bene dopo tutto, malgrado i dubbi che potesse essere una figuraccia cosmica con i suoi scandali iniziali. Invece no. Tanti visitatori, tante novità, tanti progetti.
Il PAPA: nessun commento, nessuna analisi per l’opera che il papa Francesco sta svolgendo, solo orecchie per ascoltare, solo la mente per imparare, solo il pensiero per riflettere e solo l’anima per sentirsi più forti ad affrontare la vita degna di essere vissuta.
La POLITICA: qui i commenti potrebbero essere tanti, anzi sono troppi. Lasciamo che si dibatta nei vari talk show televisivi, dove si assiste ad uno spreco di parole, parole, parole (come recitava la vecchia canzone), le quali gonfiano la gola e svuotano la mente.
I MIGRANTI: piangiamo ancora, sempre, davanti alle tragedie di bambini annegati mentre erano in fuga dagli orrori delle guerre, avvinghiati alle loro mamme, con le braccia cariche di nulla, ma di tanta disperazione, alla ricerca di pace per le loro creature, già condannate al momento della venuta al mondo. E noi, accucciati nel nostro benessere, riusciamo solo a dire “ancora” quando il telegiornale ci mostra l’ennesimo approdo di gommoni allo sfascio carichi di occhi smarriti, di corpi infreddoliti, di miseria fatta uomo, lo stesso che poi ritroviamo con la mano tesa davanti agli esercizi commerciali alla ricerca di una monetina, che non sappiamo in quale tasca poi finisca.
Il CLIMA: vediamo gli effetti del suo mutamento per colpa dell’uomo, già, sempre e senza dubbio, dell’uomo, il quale continua a dimenticare quanto fragile ma bello, unico ma ricco, da amare ma depauperato, sia il nostro Pianeta Terra. Le frane, ormai, sono all’ordine del giorno per i dissesti geologici, le inondazioni si riappropriano degli spazi rubati ai fiumi, imprigionati dalla cementificazione sfrenata, gli oceani si gonfiano per lo scioglimento dei ghiacciai, le terre da coltivare sono avvelenate da liquami infidi, che dilagano nascosti.
E così via. Ma dov’è il bello? Esiste, esiste per fortuna. Ne parleremo nel prossimo spazio. Per il momento cerchiamo di dare una mano al 2016 neonato con i nostri individuali atteggiamenti, perché anche una goccia riempie il bicchiere, una piccola attenzione mette in moto la salvezza, anche la gioia di vedere il Napoli campione d’inverno allieta e sprona.
Buon Anno, allora, camminiamo insieme.