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Il paesaggismo napoletano   di Antonio La Gala   La pittura napoletana prodotta fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento viene  biasimata...
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Spigolature   di Luciano Scateni   Sanremo, evviva (pardon è un lapsus) ci siamo. L’Habemus Papam ha riscontri mediatici, pari e forse leggermente...
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La caduta del Forte di Vigliena   di Antonio La Gala   Uno degli episodi militari che portarono alla caduta della Repubblica Partenopea del 1799, fu...
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La condizione femminile A quando la reale parità tra uomo e donna?   di Gilda Rezzuti   Il tema dell’uguaglianza tra uomini e donne e, soprattutto,...
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E’ RIPARTITO IL CAMPIONATO DI CALCIO DI SERIE “A”   di Luigi Rezzuti   Finalmente, dopo il lungo periodo di sosta a causa del Mondiale di Calcio in...
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Da Nicola Garofano Riceviamo e pubblichiamo   Cardinal Cafè & Champagne apre le porte al pubblico con sapori internazionali Il Cardinal non...
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Miti napoletani di oggi.92 IL BANCO DI NAPOLI   di Sergio Zazzera   C’era una volta – e, precisamente, dal 1539 – il Banco della Pietà, istituzione...
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RITORNO A SCUOLA   di Annamaria Riccio   Inizio delle attività didattiche tra circolari ministeriali e innovazioni tecnologiche all’impronta di...
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ALL'UNIONE INDUSTRIALI: "DIRE-IL-VERO"   (Gennaio 2024)
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LA CASA DI TOTO’ CADE A PEZZI   di Luigi Rezzuti   Scatta di nuovo l’allarme a Napoli: la casa in cui visse Totò sta cadendo a pezzi. L’allarme...
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In carcere per un ceffone: Mazze & panelle  fan figli belli

 

di Peppe Iannicelli

 

Un ceffone, mollato al figlio di sei anni, è costato un mese di carcere ad un papà della provincia di Arezzo. Il bambino non voleva esercitarsi nella lettura ed il genitore gli ha mollato un manrovescio. Lacrime del fanciullo e rabbia dell’ex moglie, che ha trascinato il coniuge in Tribunale. La condanna,  per abuso dei mezzi di correzione,  è stata sospesa dalla Corte, ma la decisione è clamorosa. Con tanti assassini, pedofili, delinquenti e truffatori che restano a piede libero, trovo indecente che i soldi pubblici debbano servire a pagare lo stipendio di investigatori e magistrati in una società che non ha niente di meglio da fare che occuparsi di una vicenda così banale ma allo stesso tempo così mediatica. Temo che il bambino colpito dallo schiaffo sia rimasto vittima, più che della sberla, della lite dei coniugi per la fine dell’unione matrimoniale. Mia madre usava la paletta della cucina per indurre me e mio fratello a più miti consigli. La maestra aveva sulla cattedra una legnosa bacchetta, che utilizzava per stimolare la recita a memoria di una poesia o delle tabelline. All’Oratorio Salesiano don Pierino puniva la bestemmia durante la partita di calcio con una sacrosanta “scametta”. Se mi fossi azzardato a lamentarmi dei metodi scolastici ed oratoriani avrei ricevuto da mamma un’altra dose di paletta. Mi chiedo come mai “tali criminali efferati” non siano mai stati perseguitati dalla Giustizia e puniti con severità. A volte un sonoro ceffone – che al massimo provoca qualche arrossamento delle gote per alcuni minuti – vale più di mille sermoni. Non si tratta di autorizzare la violenza proditoria ai danni del proprio sangue ma, quando ci vuole, ci vuole!!! Capita che i figli ti tirino gli schiaffi dalle mani ed una sberla può diventare un correttivo atto d’amore, del quale poi, una volta grandi, i pargoli ci saranno grati.

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