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Lutto in casa Cosmopolis per la morte di Peppe Talone

 

di Marisa Pumpo Pica

 

 

Non è facile metabolizzare un lutto e ancor meno lo è quando il lutto ti segna per la morte di un amico carissimo, un “fratello”, un cantante chitarrista raffinato, una persona di grande decoro e dignità.

Caro Peppe, avrei voluto scrivere tante cose su di te, da quel 25 dicembre del 2015 che, alle ore 23 di una sera speciale, quale quella di Natale, ti strappava alla vita. Sì, ti strappava alla vita. E lo strappo, per noi tutti, è stato doloroso. Lacerante. Forse più per noi che per te, che della Vita hai sempre saputo apprezzare le gioie ed affrontare i dolori. Alla triste notizia il cuore ha avuto un sobbalzo. Vuoto il cervello, inadeguata mi è parsa ogni parola. Tutti siamo rimasti esterrefatti, sgomenti, increduli. Sapevamo del male insidioso che, come un killer spietato all’angolo della strada, ti stava aggredendo, ma ti abbiamo sempre visto forte e combattivo e speravamo, lo abbiamo sperato con tutte le nostre forze, che riuscissi a superare questo momento difficile e uscirne vittorioso, anche questa volta.

Lo speravamo e pensavamo che la nostra caparbia volontà di vederti vincere potesse rendere reale la nostra ostinazione contro l’dea stessa di quel male, che rodeva il tuo organismo.

Non ce l’hai fatta e con te non ce l’abbiamo fatta neanche noi. Oggi ci sentiamo veramente vinti, impotenti dinanzi alla durezza della vita, sopraffatti dal dolore e dall’angoscia per averti perduto.

Per giorni, per lunghi giorni, ho pensato a te, alla tua umiltà, che era propria delle persone autentiche e genuine, alla tua modestia, che ti spingeva sempre a dire parole di lode per gli altri e mai a proporle per te, alla tua grande umanità, che ti faceva essere amico di tutti, cordiale, generoso, espansivo, con quel sorriso candido, da eterno bambino, ridente ed irridente, con quei tuoi occhi a “zennariello”, come io amavo definirli.

Eri tra i più amati interpreti del nostro “Napoli in…canto” e, quando ci incontravamo presso la Biblioteca “B. Croce” per le “goliardiche adunate” mensili di Cosmopolis, ci allietavi con le canzoni allegre, che sapevi “teatralizzare” come simpatiche macchiette o aprivi il nostro cuore all’amore con quelle meravigliose canzoni nostalgiche del nostro migliore e più antico repertorio napoletano, e non solo.

Non erano le tue dita ad accarezzare le corde della chitarra. Era il tuo cuore a farle vibrare e, con esse, il nostro cuore vibrava e fremeva con te.

Eri l’amico di tutti e molti fra noi ti dedicavamo e ti abbiamo dedicato versi e poesie, allora allegre ed oggi molto tristi. Ed anche tu eri poeta, non solo cantante e musicista, e spesso amavi farci ascoltare qualcuna delle tue poesie, come quella sulla Terra dei fuochi, in cui il verso, come i fuochi, ardeva di acre  denunzia sociale per il male che veniva fatto alla tua terra.

Mio caro Amico, ho esitato a scrivere per te, per la tua dipartita perché mai avrei voluto pronunziare questa parola. La morte è spesso nei nostri pensieri, come fantasma che vorremmo esorcizzare ed allontanare ma, quando essa, poi, sopraggiunge, improvvisa e crudele, a colpire un uomo come te, ci sembra veramente che venga fatta un’offesa alla Vita.

Ho esitato a scrivere perché ogni parola mi pareva inadeguata e lo è sempre per una persona così straordinaria. Un flatus vocis, un suono flebile ed inutile dinanzi al suono, vero, della tua chitarra e della tua voce, che si espandeva, dolce o vigorosa, fra le paretti della Biblioteca e penetrava, tenera e suadente, nei nostri cuori.

Mio caro Peppe, senza far torto a nessuno dei tanti valenti interpreti, che fino ad oggi ci hanno allietato negli incontri culturali, tu eri il vanto della nostra Associazione.

E tuttavia noi ora non vogliamo piangerti.

Vogliamo immaginarti con uno dei tuoi cappellini variopinti, dai colori naif, e sentirti bussare (come nella celebre canzone napoletana, tante volte da te eseguita) alle porte del Paradiso: “Tuppe tu, San Pie’, arapite”… e lì “sbarcare”,  posandoti lieve e felice, come fiore all’occhiello del nostro “Napoli in…canto.” 

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