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Un gioiellino sconosciuto: S. Maria della Purità dei Notai

 

di Antonio La Gala

 

Via Salvator Rosa, dopo l'incrocio con Via Battistello Caracciolo, conserva, seppure nel tradizionale degrado cittadino, gradevoli tracce di preesistenze antiche, fra le quali un gioiello di architettura sacra, (forse ignorato), di piccole dimensioni, ma di buona rilevanza storica e artistica.  

Si tratta della piccola chiesa al civico 194, incorporata nell’antico fabbricato all'angolo con Battistello Caracciolo, che ospita la scuola Michelangelo Schipa, fabbricato che risale al 1639, quando il notaio Aniello Capestrice “assegnò la sua eredità perché fosse fatto un ritiro per sette figliuole di notari napolitani da eleggersi a sorte, ed egli medesimo ne dettò le regole”.

La chiesa, dedicata a S. Maria della Purità, originariamente era più piccola di quella attuale ed era una cappella privata, fondata probabilmente fra la seconda metà del Seicento e l’inizio del Settecento. Fu donata nel 1739 dal proprietario Tommaso Porzio al ritiro sopra ricordato, e per questo motivo viene indicata come Santa Maria della Purità “de’ notari”.

Nel 1875 il tratto di strada, antistante la chiesa, fu abbassato e si rese necessario rimaneggiare radicalmente il tempietto, che fu inaugurato nella nuova veste, nel 1878. Alle due campate esistenti, di stile settecentesco, fu aggiunta una terza, quella che oggi è la campata anteriore. Quella centrale è coperta da una cupoletta. La chiesa è a pianta rettangolare, con accenno di transetto.

L’esterno, essendo il tempio inserito nel fabbricato, si limita alla sola facciata, spiccata su una bassa gradinata, protetta da una cancellata, che rispecchia la tipica architettura del periodo del rifacimento tardo ottocentesco.

L’interno, sebbene piccolo, contiene tre ballatoi: uno, sopra l’ingresso, costituisce la cantoria. Gli altri due, situati sulla parete destra a mo’ di balconi, chiusi da grate, ospitavano, durante la celebrazione delle funzioni religiose, alcune suore, di cui però non sono riuscito a reperire notizia alcuna.

Esiste, ancora oggi, un collegamento interno fra la chiesa e i locali dell’ex ritiro, oggi scuola.

La pavimentazione della chiesa, rifatta, è architettonicamente stonata con il contesto, perché ricorda, (almeno quando ho visitato io alcuni anni fa la chiesetta), abitazioni, uffici postali o ASL anni Sessanta.

Le tre campate, di epoche diverse, furono decorate omogeneamente nel corso della ristrutturazione di fine Ottocento. Sull’altare maggiore, di stile rococò, si trova una tela della Vergine della Purità – patrona dei Conservatorii - con santi. In due altarini laterali troviamo le statue di San Vincenzo Ferrer e del Cuore di Gesù. Tre tele, poi, raffigurano San Michele, Sant’Andrea e L’Adorazione dei Magi. Ai lati dell’ingresso sono collocati il Crocifisso e l’”Ecce Homo”.

(Marzo 2016)

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