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FINALMENTE RISOLTO IL MISTERO DEL TRIANGOLO DELLE BERMUDA

 

di Luigi Rezzuti

 

Ormai tutti conoscono, almeno per sentito dire, il Triangolo delle Bermuda.

Dagli anni ’50 in poi si è scritto e parlato del mistero, dovuto alla sparizione di navi ed aerei che transitavano nel triangolo. Sono fioriti anche numerosi aneddoti, riguardanti piloti ed equipaggi di navi, che hanno assistito a fenomeni anomali di natura meteorologica e magnetica nonchè racconti di coloro che sono entrati e usciti indenni dal triangolo.

Sulle possibili cause di questi fenomeni si è detto di tutto e di più, ma una vera anomalia nel triangolo c’è, motivo per cui alcuni autori hanno soprannominato la zona “Triangolo maledetto” o “Triangolo del diavolo”.

Nel corso degli anni sono state pubblicate varie opere sul presunto mistero (John Wallace Spenger, Limbo of the lost, 1969; Charles Berlitz, Bermuda, il triangolo maledetto, 1974); Richard Winer, The devil’s   triangle, 1974) e molte altre, tutte per lo più facenti leva su presunti fenomeni soprannaturali.

Al di là di queste surreali teorie,  buone per saggistica da ombrellone, alcuni cercano di spiegare il mistero senza ricorrere al paranormale.

Forse si è trattato di anomalie magnetiche o forse è tutta colpa delle emissioni di metano dal fondo oceanico, ma prima di cercare una spiegazione bisognerebbe verificare se il mistero è veramente tale.

Tra affermazioni e smentite, esso ancora figura come un “mistero irrisolto”.

Non c’è bisogno di invocare varchi temporali, Atlantide, basi Ufo sommerse, anomalie geomagnetiche, onde anomale o qualunque altra cosa.

Oggi, finalmente, c’è una nuova ipotesi che potrebbe svelare definitivamente il mistero del Triangolo delle Bermuda.

3bmeteo.com rivela la scoperta effettuata dai ricercatori della Arctc University di Norvegia, che avrebbero ritrovato vasti crateri sul fondo del mare.

 I crateri sarebbero larghi 700 metri e profondi 50 e sarebbero stati generati da accumuli di metano fuoriuscito, che, facendo esplodere dal fondo del sedimento marino delle bolle di gas, avrebbero prodotto una cavità.

I dettagli della scoperta dovevano essere pubblicati nel mese di maggio 2016 in occasione dell’incontro annuale della “European Geosciences Union, che si occupa di studi relativi alla Terra..

Tutto molto bello se non fosse che la smentita arriva direttamente dai ricercatori dell’Università artica della Norvegia che frena gli entusiasmi, rilasciando un comunicato stampa dal titolo eloquente: “ I crateri del Mare di Barents non sono collegati al Triangolo delle Bermuda”

Anche il National Oceanic and Atmosphere Administration (NOAA) ha osservato che “Non vi è alcuna prova che sparizioni misteriose si siano verificate nel Triangolo delle Bermuda più che in qualsiasi altra grande area dell’oceano”.

Il mistero del Triangolo delle Bermuda, quindi, ancora non è stato risolto, sebbene nel corso della storia, siano state formulate diverse teorie, scientifiche e non.

(Maggio 2016)