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NarteA inaugura Maggio dei Monumenti 2013 con un

nuovo evento: riflettori accesi per “Figli d’‘a Madonna”

alla Real Casa Santa dell’Annunziata

 

In scena il 17 maggio 2013 per scoprire l’Annunziata.

Se esistesse uno strumento in grado di captare le vibrazioni emotive che una storia può trasmettere, una sorta di rivelatore dell’anima, sicuramente passando per la Real Casa Santa dell’Annunziata percepirebbe un inarrestabile sovraccarico: dalla Ruota degli Esposti e al Succorpo vanvitelliano, un piccolo viaggio tra le storie della storia, dove passato e presente non sembrano essere tanto lontani. In occasione del Maggio dei Monumenti 2013, con il patrocinio morale dell'assessorato alla cultura del Comune di Napoli, l’Associazione Culturale NarteA esibisce un nuovo lavoro: “Figli d’ ‘a Madonna” è una visita guidata teatralizzata che vuole far conoscere la storia dell’Annunziata, del Brefotrofio, della Ruota degli “Expositus” e del Succorpo attraverso queste pièce teatrali, scritte e dirette da Antimo Casertano, incentrate sull'usanza mai persa dell’abbandono. L’iniziativa è stata messa in scena, con l’interpretazione dello stesso Antimo Casertano, le attrici Federica Altamura e Marianita Carfora, affiancati anche dell’esperta guida di Alessia Zorzenon, per la prima volta venerdì 3 e sabato 4 maggio. Un’altra data è prevista per venerdì 17 maggio 2013, su prenotazione obbligatoria ai numeri 339.7020849 - 334.6227785. Costo biglietto 10,00 euro. "Questo evento pone l’accento sul tema dell’abbandono, una sorta di storia nella storia raccontata da una voce tra le tante voci, partendo appunto da un gemito, di chi è stato lasciato proprio in quella ‘Rota’ dell’Annunziata – dichiara Antimo Casertano, attore, autore e regista di quest’opera targata NarteA – Certo, non meraviglia di queste storie il rovescio deterministico dell’idea caritatevole e speranzosa di accoglimento, grazie al mantenimento garantito ai bimbi dalla Real Casa. Un’insolita deviazione del destino avvenne nel caso dello scultore Vincenzo Gemito, anch’egli “figlio d’ ‘a Madonna”, per cui il tormento dell’abbandono trovò conforto ed espressione nell’ estasi creativa, ma che non bastò a preservarlo successivamente dai fantasmi di una ’follia’ che ne compromise l’esistenza, accompagnandolo fino alla morte”.