NEWS

Era una mattina di “primavera”   di Mariacarla Rubinacci   La Terra quando arriva la stagione del risveglio dopo il letargo invernale, mi fa toc toc...
continua...
Il pittore Carlo Striccoli   di Antonio La Gala   Un esponente di rilievo della pittura napoletana del Novecento è Carlo Striccoli. Nacque ad...
continua...
Credenze napoletane (1) Riti e superstizioni   di Alfredo Imperatore   Se c’è una credenza che accomuna tutte le persone, nei vari angoli della...
continua...
Miti napoletani di oggi.84 IL TURISMO   di Sergio Zazzera   Che il turismo sia una delle più redditizie risorse economiche dell’Italia intera, è un...
continua...
L’architetto Adolfo Avena   di Antonio La Gala   Adolfo Avena è fra i protagonisti del mondo architettonico napoletano fra gli ultimi decenni...
continua...
SANTO SUBITO!   di Sergio Zazzera   La vigente normativa della Chiesa in materia di canonizzazione prevede un procedimento particolarmente complesso,...
continua...
Filo diretto con i lettori   Ringrazio tutti coloro che hanno fatto pervenire un commento al mio recente articolo “Quale giornalismo oggi?” (marzo...
continua...
GRETA THUNBERG, l’Eroina del 2019   di Mariacarla Rubinacci       Irriverente, sfidante dei leader del mondo, inermi nella loro incapacità di...
continua...
Porta Reale, una porta girovaga   di Antonio La Gala   In via Toledo, sulla facciata di palazzo De Rosa, ad angolo con via Cisterna dell’Olio, sono...
continua...
Ritrovare la memoria   di Gabriella Pagnotta   Giorni fa sono rimasta colpita da un articolo di Enzo Bianchi su uno dei mali del nostro tempo che...
continua...

 I teatri dei bisnonni

 

di Antonio La Gala

 

 

Come si divertivano a teatro i nostri nonni e bisnonni napoletani?

Sappiamo molto sui teatri più importanti, di cui alcuni sono ancora attivi, mentre i locali minori, quelli senza importanza architettonica e non frequentati da artisti noti, sono scomparsi e sono rimasti, in genere, poco conosciuti.

Qui parleremo di questa realtà teatrale napoletana “minore”, vista a cavallo fra Otto e Novecento, quando la città era particolarmente ricca di poeti, musicisti e artisti.

Una Rue Pigalle casereccia era via Alessandro Poerio, fra Piazza Garibaldi e il largo che si trova fra Porta Capuana e Castel Capuano.

La vicinanza della stazione ferroviaria vi riversava dal mattino alla sera una folla di passaggio eterogenea: “cafoni”, sfaccendati, normali viaggiatori in attesa della partenza del treno. Si susseguivano baracconi da fiera, ma anche vere e proprie sale da spettacolo, giocolieri, falsi turchi, false sonnambule.

A fine Ottocento, dove poi sorgerà il cinema Iride, fu impiantato un baraccone con statue mobili. Di fronte, dove poi sorgerà l’Orfeo, vi era un teatro dei pupi. Da quelle parti l’Arena Olimpia alternava drammi al Varietà.

Sempre da quelle stesse parti, c’era anche un teatro  piuttosto accogliente e dignitoso, il Teatro Garibaldi. Vi si rappresentavano le farse di Pulcinella e spettacoli di Varietà, pare interpretati da artisti di buon livello.

Nella zona di piazza Municipio assieme all'antico San Carlino ed al Fiorentini, scomparsi nelle ristrutturazioni urbanistiche dell’Otto e Novecento, c’erano locali più modesti, fra cui il Teatro Sebeto, in una costruzione fatiscente della Piazza, e il Teatro Petrella, a metà di via Flavio Gioia.

Il Petrella rappresentava l’Opera dei Pupi. Era un locale piccolo, come gli altri locali destinati ai pupi, spettacolo allora molto popolare. Chiuse poco dopo la prima guerra mondiale..

Fra i "teatri dei pupi", il San Carlino di Porta San Gennaro, è stato l’ultimo a sopravvivere fin oltre metà Novecento.

A via Foria, dal 1828 si trovava il Teatro Partenope, attivo ancora a metà Novecento come cinema, accostato alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove oggi sorge uno dei due palazzoni che sovrastano  e stringono la chiesa.

Esistevano poi, sparse in tutta la città, una miriade di sale e salette, che in pratica andavano a riempire di teatri tutti i quartieri.

Vicino al chiostro di San Tommaso d’Aquino si apriva il Goldoni,  nato nel secondo Ottocento, assieme al Teatro Rossini, non lontano da piazza Dante.  Per un trentennio il Rossini ospitò artisti di buon livello, decadendo poi ad inizio Novecento, fino a chiudere, nel 1927, dopo essere stato trasformato in cinema.

Accanto ai teatri si davano spettacoli anche in baracche o capannoni, come la Darsena, il Giardino d’inverno in piazza Vittoria, la Stella Cerere, il Teatro delle follie drammatiche e alcune Arene.

Al Chiatamone, nella costruzione che in seguito ospiterà la sede de “Il Mattino”, in un edificio circolare chiamato Diorama, alcuni teloni con paesaggi, formavano un giro di vedute panoramiche. Trasformato nel “Circo delle Varietà”, il locale divenne famoso per una danzatrice che agitava ampi veli su cui si proiettavano disegni a colori, creati dalla luce elettrica. Dopo la ulteriore trasformazione nel Teatro Verdi, l’edificio, prima di ospitare "Il Mattino",  fu trasformato nella Galleria (commerciale) Vittoria.

Tutto questo caleidoscopico mondo dei locali minori, ai primi del Novecento, a Napoli come altrove, verrà travolto dall’irruzione di una nuova forma di spettacolo: il cinema.

(Giugno 2016)

BilerChildrenLeg og SpilAutobranchen