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CARMINE REZZUTI E QUINTINO SCOLAVINO

ESPONGONO  AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI

 


Dopo aver partecipato alle Biennali di Venezia, alle Quadriennali di Roma e ad altre manifestazioni nazionali ed internazionali e, dopo il grosso successo di critica e di pubblico per la nostra al Palazzo delle Arti (PAN) di via Dei Mille,  i due artisti, che da decenni lavorano insieme, oggi propongono, sia al Museo Archeologico di Napoli  che alla Certosa di San Giacomo a Capri, in una collaborazione tra il Museo Archeologico di Napoli, il Polo Museale della Campania,  con il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Napoli e il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.

Il catalogo contiene testi di Paolo Giulierini, (direttore del Museo Archeologico), Anna Imponente, (Polo museale Campania), Marco De Gemmis, (Sopraintendenza Archeologica della Campania), Patrizia Di Maggio, (Direttore di villa Tiberio e villa Jones – Capri),  un intervento poetico di Eugenio Lucrezi, (giornalista, scrittore, poeta) e il  “Trialogo” di Achille Bonito Oliva, (critico d’arte, accademico, saggista, curatore e scrittore)  con Carmine Rezzuti e Quintino Scolavino.

Nel Giardino delle Camelie del Museo Archeologico di Napoli (dal 20 ottobre al 7 gennaio 2017) e nel Chiostro della Certosa di Capri (dal 10 dicembre al 29 gennaio 2017) Carmine Rezzuti e Quintino Scolavino propongono i loro nuovi “pronti interventi estetici”, che condividono ancora una volta mettendo a dialogare, come da lungo tempo avviene, le proprie voci soliste, le quali possono essere in contrasto per sonorità ed espressione, ma accomunate dai colori vibranti, dal gusto del gioco e dell’ironia e da una fantasia capace di produrre immagini sorprendenti. Va in scena, dunque, tra archi, chiostri e aiuole, il loro ennesimo “duello” senza un vinto né un vincitore, che questa volta,  per ora unico caso, ha luogo anche in una stessa opera, firmata a quattro mani. Fulcro della mostra, in entrambe le sedi, è l’arco, forma canonica e familiare, solida e leggera a un tempo, che delimita in alto uno spazio che la linea curva rende accogliente e armonioso: gli archi diventano il luogo poetico e l’aereo supporto su cui si inscrivono le citazioni classiche, le allusioni al mito, le lettere d’alfabeto o i fantastici animali del “sintetico” Rezzuti e dell’ “analitico” Scolavino.

Carmine Rezzuti è nato a Napoli nel 1944. E’  tra i fondatori dell’Asocial-Group e del gruppo Orologio ad Acqua. Le sue prime ricerche artistiche e tecniche risalgono agli anni Sessanta. Partecipa a numerose mostre in Italia e all’estero. Nel 2006, su invito di Achille Bonito Oliva, gli viene commissionato un mosaico (“Guardiano del fuoco”) per la metropolitana dell’Arte di Napoli (Linea 6, Stazione Augusto). Nel 2007 viene invitato a partecipare agli Incontri Internazionali d’Arte di Roma, alla mostra Arte Contemporanea  a Capodimonte e realizza un’installazione permanente di grandi dimensioni.

Quintino Scolavino è nato a Bagnoli Irpino nel 1945. E’ tra i fondatori del Gruppo Studio P:66 e del gruppo Orologio ad Acqua, è produttore versatile di oggetti in “forma d’arte”, tra cui macchine per giocare, servomeccanismi, falsi antichi. Protagonista della Nuova Scultura Internazionale, è tra gli artisti invitati da Achille Bonito Oliva a realizzare opere per le “Stazioni dell’Arte” della metropolitana di Napoli (Linea 1, stazione Salvator Rosa), per la quale progetta l’opera “Strabico” (2001). Ha partecipato, tra le altre mostre,  a Beelden-Sculpture 1993, Rotterdam, Raj Hughes Gallery 1995, Brisbane, e ha esposto al Museo d’Arte Contemporaneo di Caracas (Venezuela), al Museo Carrillo di Città del Messico, al Japan National Committee di Tokio (Giappone).

All’inaugurazione erano presenti, oltre a vari giornalisti, personaggi della cultura e dell’arte,  il critico d’arte Achille Bonito Oliva, i pittori Armando De Stefano, lo scultore Gerardo Di Fiore e tanti altri.

(Novembre 2016)