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Miti napoletani di oggi.50

LO SCRITTORE

 

di Sergio Zazzera

 

Raccolgo la “provocazione” che mi ha indirizzato, da queste stesse (web-)pagine il direttore di questa testata, Marisa Pumpo Pica, a proposito del possibile profilo mitico dello scrittore di oggi, e mi accingo a scrivere queste righe.

Premetto che il “mito dello scrittore” non costituisce una peculiarità di Napoli: esso è diffuso, infatti, un po’ dovunque, e neppure soltanto in Italia. Vi fu un tempo in cui chiunque possedesse un rasoio e un mandolino, faceva il barbiere; parimenti, oggi, chiunque disponga di un po’ di carta e di una penna “fa” lo scrittore (e, magari, non ha neanche mai letto qualcosa): e la “nudità del re” è tale, che un pubblico, che non ha mai letto Manzoni, o Verga, o Tomasi di Lampedusa, non manca di partecipare, e pure con entusiasmo, a una presentazione di libro, né di acquistarne una copia, né di assistere alla proiezione del film o alla trasmissione della riduzione televisiva che ne sono stati ricavati.

Peraltro, anche la pubblicità recita bene la propria parte, fatta dell’intreccio di rapporti dell’editoria con i media, da una parte, e, dall’altra (e qui molto spesso c’è anche la partecipazione diretta degli autori), con il mondo politico, il quale a sua volta, vi trova il proprio tornaconto, sempre in termini di pubblicità. Mi si consenta, perciò, di ricordare un vecchio apologo, forse anche un tantino stupido: la gallina e l’oca depongono entrambe le uova, ma l’una, a differenza dell’altra, fa sentire la propria voce, mentre provvede alla bisogna. Ebbene, se riflettiamo, le nostre mogli preparano la frittata con le uova della prima: potenza della “pubblicità”.

E, per concludere, il mito: Manzoni, Verga, Tomasi di Lampedusa, hanno ancora i loro lettori; ma qualcuno mi sa dire, domani o dopodomani, quanti e quali lettori avranno… ma qui non voglio fare nomi, ognuno aggiunga quelli che gli vengono in mente.

(Gennaio 2017)