AGGIORNAMENTI DAL MONDO DELLA SCUOLA
di Annamaria Riccio
Ce ne sono davvero tante di novità ma, saranno proprio nuove notizie, oppure trattasi di gran rumore senza ancora nulla di definito? Quello che finora è sicuro è che da qualche mese il Miur manda comunicati o fa trapelare voci su provvedimenti da adottare e bandi e decreti che interessano sia studenti che docenti. Il provvedimento, che ha avuto più risonanza, è stato quello della tutela nell’uscita dei minori da scuola, argomento che ha agitato non poco i genitori che si son visti accollare ulteriore onere nell’andare a prelevare i propri figli all’uscita dalle lezioni. Ma fatta la legge, trovato l’inganno…ed ecco che arriva la circolare di una particolare liberatoria che scagiona il tutore dalla responsabilità del prelievo. Sempre per gli studenti, gli istituti di ricerca sfornano sentenze sui dati rilevati periodicamente facendo meditare sul rendimento scolastico dei ragazzi e mettendo questa volta alla berlina gli smartphone. Eh sì, di appena pochi mesi fa il provvedimento dell’uso in classe (tra le riserve della maggior parte degli adulti, che hanno forse avuto ragione), ora ritrattato: i telefonini sono strumenti che non aiutano il problem solving, cioè il cooperare tra alunni, attestando così la mancanza di relazioni umane e restringendo sempre più il compito di risoluzione insieme. Non è finita la polemica verso il Miur, gli studenti sono scesi in piazza contro l’alternanza scuola lavoro, denunciando metodiche di sfruttamento dell’allievo, da parte delle aziende, e interventi inadeguati alla utilità dello stesso, senza ricadute future.
Settore insegnanti: bollono in pentola bandi di concorso per abilitati, non abilitati con tre anni di servizio, non abilitati senza servizio ma con necessità di 24 crediti formativi. E’ su questi crediti che c’è una grande disinformazione, dovuta proprio alla non chiarezza da parte del Miur e dalla mancanza o tardata attuazione dei corsi compensativi per l’accesso all’insegnamento. Lasciamo che ognuno si faccia l’opinione personale che ritiene più adeguata, tipo far spendere ancora tanti soldi ai precari con speranze sempre più vane e lontane, mentre la scuola si incancrenisce ulteriormente di docenti ahimè stanchi e vecchi, che vedono solo oltre un immaginario orizzonte l’epilogo di una lunga vita lavorativa.
(Novembre 2017)