• Stampa

I Cacciottoli

 

diAntonio La Gala

 


Questo toponimo denomina sia la Salita, che da Corso Vittorio Emanuele porta al Vomero, sia un'estesa zona attorno alla parte terminale superiore della salita. Esso ricorda il nome di una famiglia di Procida, Cacciuottoli, che, nel Seicento, prese dimora in questi luoghi del Vomero, facendovi erigere un palazzo, poi diventato proprietà dell' Ordine monastico dei Pii Operai, oggi demolito, e di una “casina” di controversa individuazione.        

La Salita Cacciottoli è una delle cosiddette “salite”, cioè quei percorsi pedonali che, dalla parte bassa della città, s'inerpicano nella direzione di San Martino. Quella dei Cacciottoli costituisce un percorso che proviene dalla zona di Sant'Antonio ai Monti (una zona a valle di Corso Vittorio Emanuele, a poche centinaia di metri da piazza Mazzini), e dopo aver sottopassato un ponte sotto via Girolamo Santacroce, segue (fra alazzoni, immondizia, festoni di rovi), il confine della ex Villa Genzano-de Majo, per poi sbucare vicino piazza Leonardo. Non usando più la salita, per la certezza  di farvi incontri spiacevoli, non sappiamo se oggi, oltre che per discarica, essa serve ancora anche come percorso.

Da piazza Leonardo, qualche decina di metri dopo aver intersecato il sovrastante Viale Raffaello, la salita si biforca: da una parte sale ancora, finendo sotto Via Bonito, e da un'altra parte diverge verso uno spazio generosamente denominato "piazzetta" (piazzetta Cacciottoli), da dove, attraverso un osceno passaggio, prosegue con il nome di vico Cacciottoli, alla fine del quale raggiunge via del Torrione, che in passato portava direttamente a San Martino.

Il passaggio fra piazzetta e vico Cacciottoli merita una notazione. Prima delle nefandezze urbanistiche del secondo Novecento, alla confluenza fra la piazzetta e il vico, s'incontrava un palazzo gentilizio (Villa Cangiano) in cui c’era una Cappella della Vergine Addolorata. Oggi la configurazione di questo punto, dopo la sostituzione della villa con un condominio, ha dell’incredibile: sotto il condominio è stato ricavato il passaggio fra piazzetta e vico sotto forma di un angusto e oscuro androne. Inoltre, schiacciata da un balcone di cucina, è stata ricavata, a mò di box-garage, con tanto di lapidi, la cappella di Villa Cangiano.

La parte vomerese, attraversata dalla salita, in passato era rinomata per la sua ricca vegetazione. Fu trascurata dalla prima urbanizzazione di fine Ottocento, per cui, a metà Novecento. vi si incontravano ancora case antiche, masserie e stalle. In vico Cacciottoli, dove oggi c'è un garage, c'era un ricovero per gli equini e un maniscalco. Alcuni ricordano che i contadini di quelle terre fittavano le corde alle lavandaie per stendere i panni.  Fra palazzetti e case antiche si potevano incontrare ancora masserie e anche stalle.

Fra i nomi di ville di tempi migliori, troviamo, disseminate lungo il percorso, le Ville Saccone, Esperia, Fattorusso e Andreina.

In corrispondenza di piazzetta Cacciottoli, nell'Ottocento troviamo due masserie scomparse: la Carpellini e la Langerot, rispettivamente ubicate subito prima e subito dopo la piazzetta, salendo.

Vico Cacciottoli ha conservato l’andamento del percorso preesistente alle trasformazioni urbanistiche del secondo Novecento, sebbene il suo aspetto originario sia stato sfigurato dalle cortine degli edifici recenti. Vi è stridente il contrasto fra la tristezza delle nuove case con l'atmosfera vivace delle vecchie costruzioni superstiti che le fronteggiano.

Il vico Cacciottoli, attraverso una scalinata scende e si congiunge con via San Gennaro ad Antignano, tagliando, all'altezza del distributore di benzina, viale Michelangelo.

Di fronte alla scalinata le piante antiche riportano un corto vicoletto Cacciottoli, che oggi manca all’appello.

In definitiva possiamo concludere osservando che oggi la zonaha totalmente perso l’aspetto suggestivo che la caratterizzava in un tempo non tanto lontano; la qualità prevalente delle costruzioni e gli intrecci dell’assetto viario creato nel secondo Novecento hanno dissacrato questo luogo, prima suggestivo.

(Dicembre 2017)