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Napoli e il Cinema, una simbiosi in evoluzione

 

di Marisa Pumpo Pica

 

Alcuni eventi, verificatisi di recente, hanno fatto battere più forte, in questi giorni, il cuore dei Napoletani. Sembrano essere, infatti,  un auspicio favorevole per Napoli, a tutela e sviluppo di quella creatività, che è sempre stata e resta la cifra fondamentale di una città che, pur dibattendosi tra le enormi difficoltà del quotidiano, sa comunque sempre alzare la testa e guardare in alto, con quelle capacità che le vengono dalla sua storia e – perché no? – dal Dna del suo popolo.

 La Casa del Cinema in Via Toledo

Apre la Casa del cinema, al primo piano dello storico palazzo Cavalcanti, in via Toledo.
La proposta, partita dall'assessore alla cultura Nino Daniele, nell'estate del 2017, è stata recepita ed approvata dalla commissione Cultura del Comune di Napoli. La delibera, messa in discussione dalla  presidente, Elena Coccia, ha trovato il consenso unanime di tutti i consiglieri comunali.

La Casa del Cinema, con diverse sale ed uno spazio  molto ampio, di 700 mq., sarà centro di incontro tra maestranze, sceneggiatori e registi che operano a Napoli nello stesso periodo. Servirà per tutte le produzioni che, in numero sempre crescente, raccontano Napoli e dintorni. Una location per film, fiction e spot che la vedranno protagonista.

Gestita dall'Ufficio Cinema, che troverà lì la propria sede, la Casa del Cinema prevede uffici per le produzioni, sale per casting, sale riunioni. Ma vuole essere soprattutto uno spazio in cui creare una sinergia tra attori locali e produzioni nazionali ed internazionali, sviluppare attività di promozione del cinema con progetti di corsi di formazione, non solo per attori, ma anche per tutte quelle arti e professioni che ruotano intorno al cinema così che Napoli possa essere sempre più un punto di riferimento per il comparto cinematografico ed audiovisivo.

All'inaugurazione, il 3 aprile, alle ore 11, presente il Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, con l'Assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele. Napoli, come Cinecittà ed Hollywood. Un fiore all’occhiello per la nostra città, per rafforzarne l’immagine e l’economia, con un indotto non trascurabile, se sapremo sfruttare le congiunture favorevoli.

Il David di Donatello 2018

Strettamente legato a questo discorso, il recente evento del David di Donatello 2018 che, in questa 66ma edizione, nella premiazione dei film prodotti nel 2017, ha visto trionfare Napoli, le donne e i giovani.

Confesso di non essere una grande appassionata di cinema e tanto meno di lunghi spettacoli televisivi e, tuttavia,  ho seguito con grande interesse la cerimonia di premiazione di questo David di Donatello, presentata in TV, con misurata eleganza, da Carlo  Conti. Misurata l’eleganza nella presentazione, non così i tempi, necessariamente lunghi a causa dei tanti premi da attribuire. Una vera maratona, che ha costretto Bruno Vespa a retrocedere, per una volta (!) col suo Porta a Porta, confinato in uno spazio molto più ristretto, riducendo a pochi e stringati interrogativi il tema della prossima legislatura, che ci verrà propinata.

Questa notte dell’Oscar italiano ha visto il trionfo delle donne. di Napoli, e dei giovani.  Ho sempre creduto nella forza delle donne e nella grande creatività della nostra città. L’una e l’altra hanno trovato piena conferma nella serata della premiazione. Ed ho sempre guardato con simpatia al mondo dei giovani che, anche in questa occasione, hanno ben figurato. Le donne, con il loro sostegno al “Dissenso Comune”, il documento firmato da 124 attrici ed operatrici culturali contro le molestie sessuali, e con lo strepitoso monologo di Paola Cortellesi, (un elenco di ingiustizie verbali riservate alle donne, scritto, peraltro,  da un uomo, Stefano Bartezzaghi)  hanno saputo dimostrare come vada sempre difesa, a testa alta, la dignità della donna nel lavoro e nella vita, evitando linguaggi e comportamenti poco appropriati, a lei diretti. Con la Cortellesi sul palco della premiazione alcune attrici a rivendicare maggiore rispetto per la figura femminile. Tra le altre, Jasmine Trinca, Giovanna Mezzogiorno. Isabella Ragonese, Claudia Gerini, Valeria Golino. Come se ciò non bastasse, la cerimonia di premiazione ha confermato che le donne valgono, che meritano premi e riconoscimenti. Tante, infatti, le donne che hanno sfilato sul palco con la statuina del David fra le ani.

Premio alla carriera a Stefania Sandrelli, che ha portato, commossa, il suo saluto al Cinema italiano, Premio speciale a Diane Keaton, sempre anticonvenzionale nel suo stile fuori dagli schemi. Premio come migliore attrice protagonista a Jasmine Trinca per il film “Fortunata” e come migliore attrice non protagonista a Claudia Gerini per il film Ammore e malavita, a Susanna Nicchiarelliper la migliore sceneggiatura originale del film Nico 1988 (il film totalizza ben quattro David: miglior truccatore, migliori acconciature, miglior suono). Una donna, tra l’altro, è Piera Detassis, giornalista, saggista e critico cinematografico, presidente e direttore artistico dell’Accademia del cinema italiano, che assegna i David di Donatello.

Come le donne, vincitori, naturalmente, anche gli uomini. Premio alla carriera al grande regista americano Steven Spielberg, noto al cinema internazionale per i suoi film, diventati cult e già insignito di un premio speciale nell’edizione del 2004. A premiarlo fu Roberto Benigni. Questa volta, Monica Bellucci. Intenso il ricordo di una giornata a Roma, dove trovò ad attenderlo, nella hall dell’hotel,il regista Federico Fellini, che aveva voluto complimentarsi con l’allora giovane regista per il suo film Duel, presentato la sera precedente. “Volle farmi da cicerone per le vie di Roma. Vedevo la città per la prima volta. E la vidi con gli occhi del grande regista del cinema italiano.”, conclude Spielberg, mostrando una foto che li ritrae insieme. Elogia quindi i registi italiani delle varie generazioni, fino all’attuale, e premia, a sua volta, il giovane regista esordiente Donato Carrisi per “La ragazza nella nebbia” 

Ecco, i giovani, dicevamo. Anch’essi hanno fatto la parte da leoni: oltre al già menzionato Carrisi, Jonas Carpignano, premiato come miglior regista con “A Ciambra” Il suo film viene premiato anche per il miglior montaggio e il giovane Carpignano, nel ringraziare l’Accademia per il riconoscimento, rivolge una simpatica battuta a Pierfrancesco Favino («prima portavo il caffè e ora sei tu a portarmi qualcosa»). La battuta la dice lunga sul percorso di un giovane regista, il cui film era, tra l’altro, anche nella cinquina come miglior film, premio riconosciuto, poi, a Ammore e malavita dei fratelli Manetti Bros. A questo  film sono andati anche altri premi (non solo il già citato premio a Claudia Gerini, ma anche quello per la migliore musica, la migliore canzone originale, e  il miglior costumista. Un amplen eccezionale, cui hanno contribuito, come si diceva, Napoli e i giovani. Tra gli altri, Franco Ricciardi, partito, come musicista, da Scampia, e Serena Rossi, interprete, con lui, della canzone “Bang Bang”. Ancora Napoli protagonista, con il premio come migliore attore protagonista per il film La Tenerezza di Gianni Amelio, consegnato per la sua toccante recitazione ad un  Renato Carpentieri, visibilmente commosso e con gli occhi lucidi. Deludente forse e certamente inferiore alle aspettative il  premio, solo per la fotografia e la scenografia, a Napoli velata, del regista Ferzan Ozpetek, nonostante l’eccellente interpretazione di Giovanna Mezzogiorno e alcune nomination. Ma Napoli si è rifatta,  ancora,  con Gatta cenerentola, ispirata all’omonima fiaba del Basile e del  maestro De Simone, un cartoon candidato, per la prima volta come miglior film e poi premiato, invece, per il miglior produttore ( e qui non si può tacere il nome di un napoletano, Luciano Stella) e per migliori effetti digitali, cui hanno lavorato altri nomi di casa nostra.

Ad ognuno il suo, dunque, con una meritata vittoria delle donne, di Napoli e dei giovani, un vero trionfo che a noi sinceramente ha riempito il cuore di sogni e di speranze per il futuro della nostra città.

(Aprile 2018)

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