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PROCIDA MARINARA   (Aprile 2022)
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LOTTA AL GIOCO PATOLOGICO

LOTTA AL GIOCO PATOLOGICO

AL VIA L’OSSERVATORIO REGIONALE IN CAMPANIA

EGP-FIPE: “BENE COINVOLGERE GLI OPERATORI DELLA FILIERA NELL’ATTIVITÀ DI PREVENZIONE. RIBADIAMO IL NOSTRO IMPEGNO ANCHE A LIVELLO NAZIONALE”

 

di ANNAMARIA RICCIO

 

Formulare indirizzi e proposte alle istituzioni regionali per prevenire e curare il Disturbo da Gioco d’Azzardo, chiamando in causa per la prima volta a livello nazionale tutti gli attori coinvolti: delegati degli organi di Governo e consiliari, ASL regionali, ANCI, terzo settore sociale, concessionari e operatori dei giochi pubblici. Nasce con questo obiettivo l’Osservatorio regionale dedicato allo specifico tema, insediatosi in questi giorni presso il Consiglio Regionale della Campania come previsto dalla L.R. 2 del 2020.

“La Legge regionale Campania colma finalmente un vuoto, quello della partecipazione degli operatori di filiera nella programmazione di politiche attive e nella definizione di strumenti efficaci per la prevenzione e il contrasto delle dipendenze e del gioco minorile.” – dichiara il Presidente di EGP-FIPE, Emmanuele Cangianelli, rappresentante nell’Osservatorio delle organizzazioni di filiera di Confcommercio

“Con l’avvio dei lavori dell’Osservatorio e l’azione della Giunta regionale – prosegue Cangianelli – confidiamo in un miglioramento complessivo dell’offerta di gioco, mantenendo un solido perimetro di legalità nel settore e diffondendo, tra consumatori e operatori, la cultura del gioco responsabile e consapevole. Opportunità come questa, nate per mettere insieme diversi punti di vista e garantire un approccio multidisciplinare, sono fondamentali per ottenere risultati significativi.”

“Crediamo sia un segnale importante, che arriva proprio nel momento in cui, anche a livello nazionale, ci si appresta a riordinare il settore; – conclude il Presidente di EGP-FIPE –   È quanto mai prioritario rivedere gli attuali strumenti di prevenzione (come i distanziometri e le eccessive limitazioni orarie per alcuni prodotti di gioco) che, anche secondo autorevoli società scientifiche nazionali, non sembrano avere effetti positivi sui giocatori problematici. Dobbiamo orientarci su soluzioni nuove, come l’autoesclusione dal gioco. Solo così si possono valorizzare le responsabilità degli esercenti, creare opportunità di comunicazione sociale e supportare concretamente i soggetti problematici. Parallelamente, resta necessario mantenere sempre molto alta la guardia sul divieto di gioco ai minori.”

EGP (Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici) è l’Associazione Nazionale di Categoria della FIPE, Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio-Imprese per l’Italia, che tutela gli interessi economici, professionali e morali degli esercenti specializzati nell’offerta dei giochi pubblici ed in particolare operanti in Gaming Hall, le sale specializzate per l’offerta del Bingo e degli altri giochi con vincita in denaro regolamentati. L’Associazione è controparte datoriale, con le Organizzazioni Sindacali nazionali più̀ rappresentative, dell’Accordo Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle Gaming Hall, parte speciale del CCNL del settore dei Pubblici Esercizi: il più̀ esteso accordo di lavoro nel settore del gaming. Tra i suoi principali obiettivi: il contrasto al gioco illegale; la tutela dei circa 11.000 punti vendita «specializzati» (sale bingo, negozi scommesse, sale giochi), nei quali lavorano oltre 60.000 dipendenti; la promozione e la qualificazione, con FIPE, delle reti distributive dei giochi pubblici nei punti vendita non specializzati (bar, ristoranti, stabilimenti balneari ed altri luoghi di intrattenimento), ad oggi oltre 35.000 in Italia; l’impegno a elevare gli standard di qualità̀ e professionalità̀ in tutti gli esercizi, quali presidi di legalità̀, promuovendo la cultura di un gioco responsabile per prevenire lo sviluppo di dipendenze patologiche e contrastare efficacemente il gioco illegale.

(Ottobre 2023)

Summit su intelligenza artificiale

Summit su intelligenza artificiale a Pollica

 

di Annamaria Riccio

 

 Al via la quarta edizione del “pollica summer workshop”: 150 fisici teorici provenienti da tutto il mondo si confrontano su intelligenza artificiale e materia oscura

Un mese di appuntamenti nel Comune cilentano, sede del Pollica Physics Centre

Ventuno i Paesi partecipanti. Il progetto è supportato da Regione Campania, Comune di Pollica, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Salerno e INFN - Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Martone (Presidente PPC): “La nostra iniziativa cresce anno dopo anno, anche grazie al supporto dei nostri partner. Il Mezzogiorno sempre più punto di riferimento per la fisica teorica, la disciplina che indaga sui misteri dell’Universo”

 

Torna l’appuntamento con il Pollica Summer Workshop, promosso e organizzato dal neocostituito Pollica Physics Centre. Nel Comune cilentano, dalla fine di maggio, si riuniranno circa 150 fisici teorici, provenienti da ventuno Paesi del mondo, per confrontarsi e studiare i misteri dell’Universo, con occhi ben aperti su uno dei principali temi di attualità: l’intelligenza artificiale e i suoi risvolti sul mondo degli studi fisici e matematici.

Tre le sessioni di studio in programma presso il Castello dei Principi Capano: At the interface of Physics, Mathematics and Artificial Intelligence" (29 maggio - 2 giugno), New connections between Physics and Number Theory (5-26 giugno) e Self-Interacting Dark Matter: Models, Simulations and Signals (19-30 giugno).

L’evento, supportato da Regione Campania, Comune di Pollica, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Salerno e INFN- Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, vedrà la partecipazione di studiosi provenienti da varie parti del mondo

Obiettivo dell’iniziativa è far incontrare fisici teorici e sperimentali che condividano una tendenza all'interdisciplinarità, nonché l'intenzione di investigare le connessioni tra teoria ed esperimento per riuscire a risolvere alcuni dei principali misteri dell’Universo.

“Siamo molto orgogliosi del progetto che stiamo costruendo, grazie al supporto di una straordinaria rete di partner – commenta Mario Martone, presidente del Pollica Physics Centre e docente di Fisica TeoricaKing’s College di Londra -. Anno dopo anno, il Pollica Summer Workshop cresce e si afferma quale evento di rilievo tra gli studiosi di tutto il mondo, basti confrontare i numeri 2023 con quelli dello scorso anno con 80 partecipanti e 15 Paesi coinvolti. 

Pollica consolida il ruolo di Comune a vocazione internazionale, aperto al confronto e alle scienze. Una scelta, quella di portare nel Mezzogiorno un centro specializzato sulla fisica teorica, che si sta dimostrando vincente e ci incoraggia a fare sempre di più e meglio”.

Modellato sulle esperienze internazionali dell’Aspen Center For Physics in Colorado e del Kavli Institute for Theoretical Physics in California, l’idea del Pollica Physics Centre prende vita nel 2015 dall’idea di tre giovani fisici italiani che hanno ideato il ciclo di conferenze e il progetto del Centro Studi: Martone, Angelo Esposito, professore presso La Sapienza, e Chiara, ricercatrice ad Harvard. Oggi il Comitato Direttivo si completa con le esperienze di Mauro, docente presso La Sapienza, e Pietro, che insegna al King’s College di Londra.

“Torna il Pollica Summer Workshop, portando in Campania il dibattito scientifico mondiale su temi di grande attualità e interesse per le future applicazioni industriali e gli scenari di sviluppo.

Un appuntamento unico e strategico che attrae 150 fisici teorici provenienti da oltre 20 paesi, agendo da catalizzatore per la diffusione della scienza e la valorizzazione della ricerca campana, che vede la “fisica” posizionarsi tra le aree di eccellenza” commenta Valeria Fascione, assessore Ricerca, Innovazione e Startup della Regione Campania.

“Il Pollica Summer Workshop è un appuntamento scientifico di grandissimo rilievo – aggiunge il sindaco di Pollica, Stefano Pisani – che insieme ad altri momenti di ricerca e studio che stabilmente ospitiamo a Pollica, stanno trasformato la nostra terra in un laboratorio naturale che da culla degli studi sulla longevità e patria della dieta mediterranea prova a diventare un modello di futuro delle aree marginali. Siamo felici di essere diventati un punto di riferimento internazionale per gli scienziati di tutto il mondo, che qui troveranno numerosi stimoli per alimentare le loro ricerche e studi”.

"Nell’ambito della Fisica Teorica si è assistito negli ultimi decenni al nascere di nuove istituzioni scientifiche che si pongono come un “superamento” dell’affiliazione a uno specifico Ateneo e si configurano come luoghi “neutri” che consentono a fisici teorici di ritrovarsi per discutere di temi attuali della fisica fondamentale in una modalità “aperta” e “dialogante”, come accade presso il Galileo Galilei Institute dell’INFN. – spiega Franco Pezzella, Ricercatore INFN, sezione di Napoli - In questo contesto si inserisce il Pollica Physics Centre che si propone di realizzare questa finalità nel cuore del Mezzogiorno, a Pollica. L’impatto di tale iniziativa sulle comunità scientifiche locali, ad esempio Federico II, Università degli Studi di Salerno, INFN, è indiscutibile Sono stato onorato di aver fatto parte del Comitato Organizzatore relativo al primo dei workshop di quest’anno e sono grato al Presidente del Pollica Physics Centre per tale coinvolgimento. Il titolo del workshop “At the interface of Physics, Mathematics and Artificial Intelligence” denota un ulteriore obiettivo del Centro studi: connotare le attività promosse con un carattere di interdisciplinarietà. Promuovere nuove direzioni inesplorate costituisce una delle più avvincenti prerogative del PPC".

Riconoscere che il Mezzogiorno continua ad essere una fucina di talenti riempie di orgoglio ma ancora una volta fa riflettere sulla fuga di cervelli dalle aree meridionali verso strutture più idonee a incrementare lo studio e le potenzialità di queste menti.

(Giugno 2023)

TUTTA L’ITALIA TREMA

TUTTA L’ITALIA TREMA

 

di Luigi Rezzuti

 

Tutta l’Italia trema, da Nord a Sud, dal Mar Tirreno all’Adriatico e non solo, anche in Turchia c’è stato un forte terremoto che ha provocato migliaia di feriti e morti. Il nostro paese, a differenza degli altri, è geologicamente giovane, quindi pi soggetto a tutti i rischi sismici, idrogeologici e vulcanici. Nel corso del nuovo anno, sono state registrate nuove scosse di terremoto, a distanza di poche ore l’una dall’altra e, soprattutto in diverse zone del nostro paese. La situazione potrebbe apparire piuttosto seria e preoccupante. Cosa sta succedendo? Ma soprattutto dove sono avvenute le altre scosse? Una scossa di terremoto di magnitudo 3.7 è stata avvertita in alcune città delle Marche e dell’Emilia-Romagna intorno alle 8 del mattino di giovedì 12 gennaio, dopo quella di magnitudo 2.4 avvenuta 10 minuti prima. La terra ha poi tremato anche in Puglia, in provincia di Foggia. Un terremoto di magnitudo 3.1 era stato registrato nella notte nel Cesenatico, avvertito fino a Firenze. Il 9 marzo, con magnitudo 5.3, è stato avvertito in provincia di Perugia e, nello steso giorno, un’altra scossa è stata avvertita a Campobasso e in Grecia. Complessivamente nel 2023 sono stati registrati 437 eventi sismici con magnitudo tra 2.0 e 5.0. Per questo il Cng ha tenuto una conferenza stampa dal titolo “Rischio sismico e dissesto idrogeologico: quali inadempienze, quali criticità, quali soluzioni? Un incontro che ha voluto fare il punto sulla situazione, in relazione a ciò che sta succedendo in tutta Italia. Il presidente del Cng auspica di imboccare con decisione la strada della prevenzione civile: “Dobbiamo garantire la messa in sicurezza del nostro Paese, non possiamo avere un territorio sicuro se non sappiamo cosa abbiamo sotto i piedi” In particolare, sul completamento della Carta geologica d’Italia, il cosiddetto progetto Carg, avviato nel 1988 e mai portato a termine. Ma veniamo a noi, la terra trema quasi tutti i giorni nei Campi Flegrei. Negli ultimi mesi le scosse sono aumentate e preoccupano la popolazione residente. Gli ultimi eventi di un certo rilievo hanno svegliato i cittadini di Pozzuoli, Pianura e quartieri limitrofi. L’attenzione è massima e la situazione sismica è costantemente monitorata. In un’intervista il prof. Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, autore di diverse ricerche sulla geologia dei Campi Flegrei e del Vesuvio, ha dichiarato: “I segnali che registriamo sono molti, ancor più di quelli che si avvertono. Addirittura c’è un arretramento della linea di costa che avviene con la velocità di quindici millimetri al mese, le aree maggiormente interessate sono quelle dal Rione Terra ed il lungomare di Via Napoli” Nelle ultime settimane si sono susseguiti diversi eventi, avvertiti in maniera forte dai residenti. Gli eventi sono di bassa energia ma molto superficiali per cui sono amplificati appunto dalla vicinanza e sono maggiormente avvertiti dalla popolazione. Data la sismicità superficiale, alcuni fenomeni addirittura si verificano ad un centinaio di metri sotto le case e questo genera sicuramente maggiore percezione. L’attuale fase bradisismica può essere paragonabile a quella avuta nel biennio 1982-84 che pure generò molte preoccupazioni. In quel periodo il suolo si alzò di un metro e ottanta in soli due anni e fu necessaria una seconda banchina per l’attracco dei traghetti. I Campi Flegrei sono ad un livello di attenzione giallo, secondo il piano preparato dalla Protezione civile. Il problema è far capire che i puteolani sono su un vulcano con attività evidente. Ci preoccupa, però, anche e soprattutto il Vesuvio. Infatti, durante il mese di febbraio 2023, l’attività del Vesuvio ha registrato 43 terremoti con magnitudo 1.7. Di questi 4 eventi hanno avuto una magnitudo minore di 1.0, confermando un livello di attività sismica generalmente di bassa energia. Nel complesso, è stato possibile localizzare 33 terremoti, ubicati prevalentemente in area craterica, con profondità fortemente concentrate nel primo chilometro e una profondità massima di cira 3.0 Km. Le misure termografiche effettuate in area craterica hanno mostrato un andamento stazionario della temperatura massima. Le analisi geochimiche, effettuate sul bordo del cratere, non evidenziano variazioni. Tuttavia, come mi diceva un mio amico geologo, non dobbiamo preoccuparci più di tanto della lava, dei lapilli e del fumo, ma di un probabile scoppio del Vesuvio in quanto la bocca è totalmente ostruita.

(Aprile 2023)

PONTE SULLO STRETTO

LA LUNGA STORIA DEL PONTE SULLO STRETTO

 

 a cura di Luigi Rezzuti

 

Il Ponte sullo Stretto ancora non c’è ma è già costato 300 milioni di euro. Sono i soldi spesi per tenere in vita lo stretto di Messina S.p.A., nata 42 anni fa per costruire la grande opera mai realizzata. Una società partecipata tra Stato e Anas messa in liquidazione, ma mai definitivamente chiusa, che l’esecutivo vuole risvegliare con il recupero del progetto del 2012, per collegare la Sicilia e la Calabria con il rinomato ponte. Malgrado le promesse del governo Craxi, lo scoppio di Tangentopoli fa accantonare il progetto, fino a quando non viene recuperato dal leader di Forza Italia: nel 2005, la costruzione dell’opera è affidata a Impregilo, che vince la gara con un’offerta di 3,88 miliardi di euro e nel 2006 firma il contratto. Berlusconi perderà, però, le elezioni a vantaggio di Romano Prodi, che dichiarerà il ponte “inutile e dannoso”. L’esecutivo cade dopo soli due anni e, nonostante il ritorno a Palazzo Chigi del Cavaliere, il progetto subisce un altro stop per la crisi dei debiti sovrani, fino ad essere accantonato definitivamente dal governo tecnico di Mario Monti, che mette in liquidazione la Stretto di Messina S.p.A. Come ricordato da Repubblica, tra stipendi, contenziosi e manutenzioni, la partecipata è costata, ad oggi, 300 milioni di euro, più gli eventuali 700 milioni chiesti da consorzio Eurolink, guidato dall’ex Impregilo, per il risarcimento danni dopo la cancellazione del progetto. Quello recuperato oggi, dal governo Meloni, dovrebbe prevedere la costruzione di una sola campata di 3,3 chilometri di lunghezza, per un costo complessivo di 7 miliardi di euro. Ma per trovare il punto d’origine del percorso non basta spingersi agli anni del dominio politico berlusconiano e nemmeno alla lunga era della Prima Repubblica, bensì – e potrebbe sembrare incredibile – agli anni delle guerre puniche. Lo storico Strabone narra, infatti, che il primo ad avere realizzato un collegamento per l’attraversamento dello Stretto di Messina fu il console romano Lucio Cecilio Metello nel 250 a.C., con l’obiettivo di agevolare il trasferimento sulla penisola di un centinaio di elefanti, catturati e sottratti dalle legioni romane ai Cartaginesi di Asdrubale nella battaglia di Palermo. Secondo Strabone, Lucio Cecilio Metello “radunate a Messina un gran numero di botti vuote le fece disporre in linea sul mare, legate a due a due, in maniera che non potessero toccarsi o urtarsi. Sulle botti formò un passaggio di tavole, coperte da terra e da altro materiale e fissò parapetti di legno ai lati affinché gli elefanti non avessero a cascare in mare.”

Il 16 marzo 2023 via libera al Ponte sullo Stretto “E’ una giornata storica non solo per la Sicilia e per in la Calabria ma per tutta l’Italia, il via libera del Consiglio dei ministri al decreto per il Ponte sullo Stretto che unisce la Sicilia al resto d’Italia e all’Europa, un’opera che verrà certificata dai più grandi ingegneri delle migliori università italiane e internazionali. Stiamo sbloccando cantieri ovunque, avremo l’alta velocità in Sicilia e in Calabra, avremo il ponte a campata unica più bello, sicuro e green del mondo” ha commentato il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. A decreto approvato ci sono stati gli annunci festanti del leader di Forza Italia, Berlusconi, uno dei principali sponsor del progetto.

Il testo, che ha ottenuto l’ok in Consiglio dei ministri, consente l’immediato riavvio dell’iter di progettazione e realizzazione dell’opera. Si ripartirà dal progetto definitivo che venne approvato nel 2011, quello del ponte sospeso più lungo al mondo (3,2 chilometri), che verrà aggiornato e adattato alle nuove norme in materia tecnica, ambientale e di sicurezza. Il ruolo cardine lo avrà lo Stretto di Messina S.p.A., partecipata da Rfi, Anas, le Regioni Sicilia e Calabria e il Ministero dell’economia. Il ministro, leader leghista, Matteo Salvini, ha dichiarato che “si tratta di un’opera fortemente green: consentirà di ridurre l’inquinamento di anidride carbonica, oltre a permettere un consistente risparmio di tempo e denaro a tutti coloro che devono attraversare lo stretto. Infine, sarà motivo di grande attrazione turistica”. “Già 20 anni fa, con il mio governo, avevamo pronto il progetto” ha scritto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi sulle sue pagine social – un’opera strategica che si sarebbe realizzata se la sinistra non fosse intervenuta con la politica dei no. Questa volta non ci fermeranno, sarà un ponte che collegherà la Sicilia non solo alla Calabria, ma anche all’Italia e all’Europa intera; con il nuovo collegamento si metterà in moto un volano per l’economia siciliana che garantirà occupazione a più di centomila persone e la Sicilia potrà così diventare una base per la logistica dei trasporti internazionali in arrivo dal Mediterraneo. E’ un’altra promessa agli italiani che siamo finalmente in grado di mantenere”.

Ed effettivamente, basta riavvolgere il nastro della storia per constatare come il dibattito sulla costruzione del Ponte sullo Stretto non nasca certo oggi.

(Maggio 2023 - Gli articoli vengono riprodotti quali ci sono pervenuti)

I GIOVANI SI DIMETTONO DAL LAVORO

I GIOVANI SI DIMETTONO DAL LAVORO

 

di Annamaria Riccio

 

LAVORO, È ALLARME “QUIET QUITTING” TRA I GIOVANI: IL 74% VUOLE CAMBIARE AZIENDA. DAGLI ESPERTI ECCO I 7 CONSIGLI PER TRATTENERE I TALENTI

“Da grande voglio fare il posto fisso” diceva il piccolo Zalone in un suo noto film. E la trama verteva tutta sul tenerselo ben stretto da adulto, il suo posto di lavoro, a costo di qualsiasi sacrificio. Attualmente i sondaggi sembrano sovvertire quello che è stato l’obiettivo dei tanti o per lo meno, la maggior parte della generazione Boomer.

“.È davvero questo il posto giusto per la mia crescita professionale?” Quante volte in tempi recenti abbiamo sentito o ci siamo posti questa domanda. I dati diramati dal Ministero del Lavoro confermano che la percentuale di chi ha risposto “No” sta continuando a crescere: in Italia nei primi 9 mesi del 2022 le dimissioni volontarie sono aumentate del 22% rispetto all’anno precedente, arrivando a 1,66 milioni. Ancor più recente, ma altrettanto importante, è il fenomeno del “Quiet Qutting”, una sorta di abbandono necessario motivazionale da parte dei dipendenti verso il proprio incarico che consiste nel lavorare nei tempi e nei modi indicati dal contratto, senza coinvolgimento emotivo e senza assumersi responsabilità che vadano oltre l’essenzialità delle mansioni.

È evidente che anche per le imprese italiane ripensare i processi di assunzione e trattenere i talenti è diventata la priorità principale: in qual modo è possibile offrire ai dipendenti un’opportunità di sviluppo professionale così da farli rimanere più a lungo all'interno di un'organizzazione? Secondo gli esperti del settore una soluzione può essere rappresentata da nuovi trend internazionali grazie ai quali le aziende riescono a ricollocare al proprio interno, con diversi compiti e responsabilità, risorse che avevano intenzione di abbandonare l’azienda per “nuovi lidi” tramite programmi di upskilling e formazione.

Diversi studi confermano, infatti, che i dipendenti a cui viene data la possibilità di un nuovo incarico all’interno dell’organizzazione hanno una probabilità 3,5 volte maggiore di rimanere in azienda. Se, prima della pandemia, solo il 16% dei processi di selezione si concludeva con la riqualificazione di una risorsa interna, a partire dal 2021 la “talent mobility” aziendale è arrivata a pesare quasi il 20% delle selezioni. Si tratta di una piccola crescita (+25%) ma è il segnale che qualcosa sta cambiando.

Occorre però anche fare attenzione a quelli che potrebbero essere gli aspetti negativi della mobilità interna. C’è la possibilità, infatti, che si verifichino dei malumori interni danneggiando il morale del team: altri dipendenti potrebbero sentirsi tagliati fuori dall’azienda per il fatto che sia stato scelto un altro candidato o, peggio ancora, potrebbero pensare che si tratti di favoritismo. Per questo è importante, nella dinamica della selezione, avere dei criteri di valutazione il più possibile chiari e trasparenti, favorendo quanto più possibile l’engagement dei dipendenti: 2 aziende su 3 (63%) affermano che mantenere i dipendenti è, in realtà, più difficile che assumerli. I numeri non sono migliori anche in merito al coinvolgimento dei dipendenti nelle aziende, visto che solo 2 su 10 si sentono coinvolti nel proprio lavoro, costando alle organizzazioni circa 500 miliardi di dollari all’anno. Emerge altresì che i lavoratori avvertono il timore di non rimanere competitivi nel mercato del lavoro restando a lungo all’interno della stessa azienda.

Vediamo allora quali sono i 7 consigli secondo gli esperti di Zeta Service Individua per valorizzare la mobilità all’interno delle aziende: è importante notare che questi suggerimenti non sono validi per tutte le organizzazioni, ma occorre adattarli alle esigenze e alla cultura specifica di ogni azienda.

  1. YOUR PATH – Ogni ruolo, all'interno dell'organizzazione, dovrebbe avere percorsi chiari verso lo sviluppo futuro delle proprie competenze professionali. I dipendenti dovrebbero essere in grado d’identificare le loro prossime opportunità all'inizio della loro carriera per creare piani di sviluppo con i manager.
  2. ASSESSMENT – È una valutazione del personale sul potenziale presente in azienda, sulle competenze e sulle carenze all’interno dell’organizzazione. Questa particolare metodologia può includere interviste con dipendenti e leader aziendali, valutazioni dei processi e dei prodotti e altre attività.
  3. SUCCESS STORY E SUCCESSION PLAN – Riconoscere e premiare i dipendenti che sono riusciti positivamente a ricoprire nuovi ruoli all'interno dell'azienda e condividere le loro storie per ispirare gli altri: evidenziare questi successi permette di creare motivazione sviluppando una cultura inclusiva.
  4. HUMAN & TECH MANAGEMENT – Sfruttare la tecnologia e lo storytelling per facilitare la mobilità interna: utilizzare i processi di job posting interno trasparenti ed efficaci, portali self-service e altri strumenti digitali per aiutare i dipendenti a trovare e candidarsi. Proporre eventi in presenza e momenti di informazione e di confronto, rispetto alle nuove posizioni aperte in azienda. 
  5. PROGRAMMI DI FORMAZIONE E UPSKILLING– Costruire un programma di formazione e sviluppo delle competenze per le risorse presenti in azienda Così sarà possibile migliorare le prestazioni dei dipendenti, acquisendo nuove conoscenze e accrescere l’engagement nei confronti dell’organizzazione.
  6. TALENT MOBILITY CULTURE – Comunicare l'importanza della mobilità interna: assicurarsi che i dipendenti siano consapevoli delle opportunità a loro disposizione all'interno dell'azienda e che comprendano i vantaggi (sia finanziari, sia altre tipologie di benefit) per perseguire tali opportunità.
  7. START FROM THE TOP – Occorre assicurarsi che i manager siano consapevoli delle capacità e dell'esperienza dei membri del loro team e cerchino attivamente opportunità per sfruttare quel talento all'interno dell'organizzazione: la spinta verso la mobilità interna deve venire dall'alto.

(Marzo 2023)

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