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 Colloqui di Salerno 2023-2024  Al Complesso San Michele la mostra di Annabella Rossi  'Vivere la realtà è già scienza'"   di Claudia Bonasi  ...
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LUCIA CASSINI   di Luigi Rezzuti   Lucia Cassini è nata il 4 maggio del 1951. Ha avuto un grande successo negli anni ’70. Molte le sue popolari...
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ASSEMBLEA ANPI SEZIONE COLLINARE "AEDO VIOLANTE"   (Marzo 2024)
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Il “Serraglio” del Vomero   di Antonio La Gala   A Napoli la parola “Serraglio” rievoca l’Albergo dei Poveri di piazza Carlo III perché, per un...
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La tradizione del culto francescano in Campania   di Antonio La Gala   San Francesco, durante i suoi viaggi, passò anche per la Campania, dove...
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DOPO LA TEMPESTA

DOPO LA TEMPESTA IL SERENO IN CASA NAPOLI

 

di Luigi Rezzuti

 

Nei giorni della rivolta e dell’ammutinamento tutti i malumori e le amarezze sono aumentati.

Fatali le ripercussioni, il contraccolpo più evidente è stato rappresentato dalla flessione dei calciatori che sono precipitati in basso, a livello di classifica.

Nemmeno l’ultima partita di Champions, che doveva sancire, così come è stato, il passaggio degli azzurri agli ottavi della grande rappresentazione di calcio europeo, ha determinato una svolta in positivo, sotto questo profilo, un profilo ormai da tempo anche preoccupante.

I perché di tutto questo sono molteplici e vanno scanditi nel tempo e negli avvenimenti che, poco per volta, hanno diviso e in parte distrutto la più bella tifoseria del mondo, unica per l’affetto e il fortissimo legame verso la squadra.

Riassumendo il tutto in una sola parola, un “disamore” inimmaginabile, che naturalmente  ha pesato, con contraccolpi non indifferenti, dai minori incassi per le partite agli abbonamenti disdetti alle TV che trasmettono le partite degli azzurri.

La tifoseria, insofferente, si è divisa tra il ricordo di Sarri e l’avvento di Carlo Ancelotti, una storia ormai alle spalle dopo l’esonero di Ancelotti e l’ingaggio di Rino Gattuso sulla panchina del Napoli.

Rino Gattuso è stato presentato in conferenza stampa al centro sportivo di Castel Volturno, alla presenza di Aurelio De Laurentiis ed ha dichiarato: “A livello di giocatori e qualità la squadra mi piace tantissimo. Il 99% dei calciatori è funzionale al mio progetto. Non fate paragoni con Ancelotti. Sono un allenatore giovane e devo ancora dimostrare tanto. Spero di fare il 10% di quello che ha fatto Ancelotti nella sua carriera. L’obiettivo del Napoli è quello di centrare la Champions. Pensiamo solo al lavoro. Con i risultati che speriamo di ottenere,   si riportano i tifosi allo stadio; Chi fa questo mestiere è legato ai risultati. Sarei venuto ugualmente  anche solo per sei mesi, senza opzione aggiuntiva di 1 anno. I giocatori sono fatti a pennello con la mia idea di calcio, il 4-3-3. Alla domanda “Cosa pensa di Ibrahimovic?” ha risposto: “Voglio parlare dei giocatori che ho a disposizione, vedere il Napoli al settimo posto crea un po’ di imbarazzo. La squadra sa che può fare di più. Ho avuto sensazioni buone, non mi aspettavo un’organizzazione così importante. Ci sono 3 campi, e le strutture necessarie. Sono rimasto molto colpito. So che è una bella responsabilità. Ho la consapevolezza di poter lavorare con persone preparate. A 41 anni essere a Napoli è motivo di orgoglio. C’è tutto per far bene. Tocca a me e al mio staff fare cose importanti. Non parlo di mercato, del mercato parla Giuntoli o il presidente. Per quanto mi riguarda, la considerazione che ho dei giocatori è altissima. Voglio parlare all’anima delle persone. Punto su tutti i miei giocatori, è un patrimonio del Calcio Napoli. Devo riuscire a trasmettere fiducia. Insigne è il simbolo di questa squadra. Devo farla esprimere al massimo. Vogliamo preparare le partite nel migliore dei modi.

Gli è stato chiesto cosa diceva ai ifosi ed ha risposto: “Dobbiamo essere bravi noi. E’ la squadra che vale per come scende in campo e per come affronta le partite. Pensiamo a fare delle buone prestazioni.

Alla domanda sulla Champions ha risposto: “Ho altri problemi, febbraio è distante, so che è una grande vetrina, importante, qualunque sia la squadra da affrontare”.

(Gennaio 2020)

GIRONE D’ANDATA

SI E’ CONCLUSO IL GIRONE D’ANDATA DEL CAMPIONATO DI CALCIO

 

di Luigi Rezzuti

 

Ad aggiudicarsi il girone d’andata è stata, come da previsioni, la Juventus.

Il Napoli si è classificato al secondo posto e subito dopo l’Inter, poi tutte le altre.

Purtroppo si è concluso tra polemiche e cori razzisti, agguato ai tifosi azzurri con quattro  feriti gravi e un morto.

Dopo i diversi precedenti incontri, diretti dall’arbitro Mazzoleni, Aurelio De Laurentiis come ha saputo della designazione per la gara Inter – Napoli ha dichiarato: “Mazzoleni mi preoccupa, con noi è stato sempre cattivo e imparziale. Mi raccomando, comportatevi bene”.

Purtroppo De Laurentiis aveva ragione- Come era possibile designare per un incontro di vertice un arbitro molto discusso per le sue decisioni antinapoli?

Il più eclatante episodio fu quello relativo alla finale di Supercoppa del 2012, Juve – Napoli, una sfida persa dagli azzurri per 4 a 2 tra infinite polemiche: tanti furono gli episodi dubbi, dal rigore concesso alla Juve, alle espulsioni di due calciatori del Napoli fino all’allenatore Mazzarri, allontanato per le  proteste.

La squadra, infuriata per il pessimo arbitraggio sfavorevole, disertò la premiazione.

Ancora contestazioni, in occasione dell’incontro perso contro l’Empoli (fallo di rigore ed espulsione di un giocatore del Napoli, per un fallo commesso fuori area).

E ancora in un match contro il Cagliari e in un Napoli-Brescia del 2011, con una rete regolarissima, non convalidata a Cavani, e un rigore non concesso ad un giocatore del Napoli.

Ma l’elenco non finisce qui, altre gare contestate in un  Parma-Lazio nel 2011 e 2012 e soprattutto nella partita Fiorentina-Napoli, dove gli azzurri persero la possibilità di vincere lo scudetto, grazie all’arbitro Mazzoleni.

Dopo questo lungo elenco di dubbi sull’arbitraggio di Mazzoleni, questi viene designato per arbitrare Inter – Napoli, una partita ad alta tensione.

E Mazzoleni non si smentisce nell’essere un arbitro antinapoli.

Per tutta la durata del primo e del secondo tempo, Koulibaly viene bersagliato da insulti e non solo. Si levano cori razzisti come: “Lavatevi con il fuoco”,  “Colera”, “Vesuvio pensaci tu” e quant’altro.

Da parte del Napoli viene chiesto, per ben tre volte, sia per gli insulti a Koulibaly che per i cori razzisti, di sospendere la partita, ma Mazzoleni fa orecchie da mercante.

Ecco quanto dichiarato dall’ex arbitro Bergonzi: “L’arbitro deve sospendere la gara quando ci sono cori e striscioni razzisti, deve fermare il gioco. Poi, tramite il quarto uomo, fa le comunicazioni e, in caso di ulteriori cori, il gioco deve essere sospeso in maniera temporanea. Quando si ritorna a giocare ed i cori ricominciano, d’intesa con il questore o vice questore, si decide di sospendere la partita in via definitiva. L’arbitro ha la facoltà di sospendere la partita”.

Mazzoleni, invece, faceva proseguire la gara perché, forse, attendeva che il nervosismo dei partenopei sfociasse in qualche fallo di gioco e, ingenuamente sia Koulibaly che Insigne ci cascavano e venivano subito espulsi e penalizzati per due gare.

Il cartellino rosso è sempre stato per Mazzoleni molto facile quando arbitra in una partita in cui gioca il Napoli.

A fine partita, Koulibaly ha dichiarato: “Mi dispiace per la sconfitta e soprattutto di aver lasciato i miei fratelli! Però sono orgoglioso della mia pelle. Sono orgoglioso di essere francese, senegalese, napoletano: uomo” .

A schierarsi con il difensore azzurro anche Cristiano Ronaldo: “Nel mondo e nel calcio ci vorrebbero sempre educazione e rispetto. No al razzismo e a qualunque offesa e discriminazione” .

In diretta su Radio CRC è intervenuto l’avvocato Angelo Pisani: “Il mio esposto alla Procura di Milano? Koulibaly in quel momento rappresentava una città intera. Non è solo un razzismo nei confronti di una persona, ma contro una città e va punito con pene più severe. Io ritengo che chi ha omesso di intervenire debba essere perseguito per le proprie responsabilità. Adesso lasciamo alla magistratura di valutare quali sono non solo i responsabili di queste violazioni, ma anche quanti, con le loro omissioni le hanno permesse. Annullamento della gara? Se quella gara andava sospesa, così come previsto dal regolamento, e ciò non è avvenuto, questo vuol dire che la gara, proseguendo, è stata falsata in quanto svoltasi in un clima  pericoloso per i giocatori. Ritengo che quella gara vada annullata e ripetuta. Se fossi stato un responsabile FIGC l’avrei annullata a tavolino. Il problema è l’esempio che bisogna dare nel mondo del calcio, altrimenti non si risolve nulla. Se non si dà  una punizione esemplare, nulla cambierà mai”.

Anche il Premier Giuseppe Conti,intervenendo sui cori razzisti a San Siro, ha detto: “Sono molto costernato nel rilevare che non è la prima volta che una manifestazione sportiva è occasione di cori razzisti”.

Forse tutto questo era poca cosa, non bastava. Dopo l’agguato ai tifosi del Napoli del 3 maggio del 2014, prima della finale della Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli,  disputata a Roma, dove ci furono diversi tifosi feriti e uno ucciso, Ciro Esposito, tifoso napoletano di 31 anni, oggi un altro vile agguato prima di Inter-Napoli.

L’inferno, secondo testimonianze, si è scatenato intorno alle ore 19, a circa due chilometri dallo stadio San Siro, proprio mentre transitavano alcuni pulmini di supporter azzurri.

Tifosi interisti, circa un centinaio, tutti incappucciati e con il volto coperto, armati di spranghe, catene e coltelli, hanno aggredito i tifosi azzurri.

Gli interisti sapevano perfettamente dove e quando intervenire. Forse erano stati addirittura avvisati, da complici, del passaggio della carovana azzurra.

Quando i pulmini sono stati accerchiati, i tifosi azzurri, terrorizzati, sono usciti per difendersi, ma sono stati violentemente massacrati di botte.

Purtroppo un tifoso interista è stato travolto da un SUV, che cercava di scappare dalla guerriglia ed è morto mentre quattro tifosi napoletani sono stati feriti gravemente.

Adesso non si può più far finta di niente. Non ci possono più essere tolleranze né contro il razzismo né contro le discriminazioni.

Dirlo però non basta, è ora di  agire. In questi casi bisogna fermarsi sul campo, finché quelli non smettono e, se poi riprendono, fermarsi ancora, senza paura.

Questo è quasi un appello ai calciatori: loro lo possono fare, soltanto loro, visto che le autorità calcistiche non sono in grado o non vogliono intervenire.

(Gennaio 2019)

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