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UNA STAGIONE CALCISTICA STORTA

 

di Luigi Rezzuti 

 

Durante il periodo precampionato tutti affermavano che questa stagione 2019/2020 sarebbe stata sicuramente quella della conquista dello scudetto da parte del Napoli.

Al posto di Sarri, il presidente Aurelio De Laurentiis, scelse il meglio che il mercato allenatori offriva: Carlo Ancelotti.

Un allenatore di prim’ordine avendo vinto Scudetti, Coppe, Europa League, Chasmpios League e quant’altro.

Un allenatore di grido per aver allenato i migliori giocatori di grandi squadre di calcio europee, squadre di notevole spessore sia tecnico che economico.

I tifosi, gli addetti ai lavori, erano tutti entusiasti, nell’aria  sembrava si respirasse entusiasmo, ma i primi risultati in campionato iniziarono a deludere le aspettative del precampionato.

Dopo la sconfitta con la Roma del 2 novembre 2019 De Laurentiis ordinò il ritiro della squadra prima della gara di Champions contro il Salisburgo.

I  giocatori e Ancelotti si dichiararono contrari e  il gruppo decise l’ammutinamento, interrompendo il ritiro, mentre Ancelotti rimase a Castelvolturno.

Il presidente non digerì questo atteggiamento ribelle e, prima impose il silenzio stampa. e poi  multò tutti i giocatori.

Dall’arrivo delle multe la squadra non è riuscita più a vincere e sono arrivati solo pareggi e qualche sconfitta compromettendo la classifica.

Intanto i tifosi non si spiegavano  perché la squadra rinascesse psicologicamente, fisicamente e tecnicamente solo negli incontri di Champions League vincendo contro squadre come il Liverpool e il Salisburgo e, in Coppa Italia, vincendo contro squadre come la Lazio e l’Inter.

Insomma i tifosi assistevano ad  incontri da infarto da parte di una squadra svogliata: una volta da schiaffi e la volta dopo da urlo e viceversa. Una squadra che, in campionato, era balbettante, caotica e poi,  in altre  competizioni, capace di grandi imprese. Ma qual è il vero problema? Formazioni sbagliate, teste capricciose, muscoli affaticati, sfortuna, errori arbitrali o ripicca dei calciatori contro la società? Ai posteri l’ardua sentenza.

Intanto la classifica non migliorava e De Laurentiis esonerò Ancelotti e ingaggiò Rino Gattuso, nella speranza di riprendere una posizione  meno precaria  in classifica.

Purtroppo la situazione  non è cambiata, l’avvento del nuovo tecnico non ha portato nessun beneficio.

De Laurentiis, per salvare il Napoli da una squallida retrocession,e è corso ai ripari per il mercato invernale, acquistando: Demme, Lobotka e Politano, mentre a giugno arriveranno  Petagna e Rrahman, acquistati sempre a gennaio.

Da quando De Laurentiis ha rilevato il Calcio Napoli non aveva mai investito così tanto nel mercato di riparazione e, per la prima volta, i conti della gestione sono andati in rosso.

Quasi sicuramente a giugno saranno in uscita (guarda caso) Allan, Koulibaly, Younes, Fabian Ruiz e Mertens, colpevoli dell’ammutinamento della squadra.

Solo così si può risanare l’ambiente ed il bilancio e ripartire la  prossima stagione agonistica 2020/2021 con una squadra, forse più provinciale, ma con calciatori motivati.

Intanto continua la polemica contro VAR ed errori arbitrali. Dopo il rigore negato a Milik contro il Lecce, Aurelio De Laurentiis è passato all’attacco tramite il Corriere dello Sport: “Se questi torti a catena sviluppassero un danno di duecento milioni, chi liipagherebbe? Credo che ci sia materia per avvocati di livello. Che cosa accadrebbe se cinque sei, sette società, offese da torti arbitrali gravi, dovessero decidere di fermare il campionato? Il principio di “chi sbaglia paga” vale per tutti i processi democratici in cui ci si confronta. Se un giudice sbaglia nell’emettere una sentenza, può essere chiamato a risarcire i danni cagionati. L’arbitro non dovrebbe sottostare alle stesse regole? Il Napoli quest’anno si è visto negare moltissimi rigori. Non lo dico solo io, ma lo riconoscono anche tutti i media. Negli ultimi giorni si è parlato di un cambiamento netto, usare il VAR a chiamata: è una misura doverosa, forse addirittura tardiva. Per me possono bastare due fiches, uno per tempo, spendibili dagli allenatori. Se l’arbitro, per incapacità o per altezzosità, non lo adopera, si macchia di un delitto sportivo, perché compromette un risultato calcistico. Se si rifiuta di impiegare un mezzo che gli consente di raggiungerlo fa un torto anzitutto a se stesso. Poi fa un danno sportivo e, di conseguenza, un danno economico che può essere elevatissimo. Siamo stati sicuramente danneggiati in questa stagione calcistica” ha concluso Aurelio De Laurentiis.

(Febbraio 2020)

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