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CASO SCOMMESSE   di Luigi Rezzuti   Calciopoli non è mai finita e guarda caso ogni volta che viene fuori un illecito sportivo c’è sempre,...
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La Galleria Vittoria   di Antonio La Gala   Le librerie e le bancarelle di Napoli espongono numerosi libri, di vario livello, che raccontano i fasti...
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LA CASA DI TOTO’ CADE A PEZZI   di Luigi Rezzuti   Scatta di nuovo l’allarme a Napoli: la casa in cui visse Totò sta cadendo a pezzi. L’allarme...
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E’ TORNATA LA NORMALITA’   di Mariacarla Rubinacci   Ben tornata Normalità. Sono due anni che non ci vediamo. Cosa hai fatto? Dove sei stata? Ah, io?...
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Rappresentare Eduardo De Filippo   di Luigi Rezzuti   È bello? È brutto? È il teatro. Ogni spettacolo una storia a sé. È l'unico modo in cui possa...
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Weekend a Capri   di Luigi Rezzuti   Sono anni, forse decenni che in famiglia ci concediamo un tre-quattro giorni a Capri. Passeggiate, mare, relax...
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Miti napoletani contemporanei.65 “SUPER-NAPOLI”   di Sergio Zazzera   Qualche tempo fa ho parlato del “mito-Napoli”; come se non bastasse, ora il...
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Ritrovare la memoria   di Gabriella Pagnotta   Giorni fa sono rimasta colpita da un articolo di Enzo Bianchi su uno dei mali del nostro tempo che...
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"UFFA"       (Ottobre 2023)
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SANTO SUBITO!

 

di Sergio Zazzera

 

La vigente normativa della Chiesa in materia di canonizzazione prevede un procedimento particolarmente complesso, che richiede, per lo più – e salvo eccezioni comprensibili, benché non proprio giustificabili (si vedano gli ultimi tre pontefici proclamati santi) –, tempi …biblici. Viceversa, nei primi tempi del Cristianesimo, quando la canonizzazione avveniva a furor di popolo, era sufficiente che da quest’ultimo si levasse il grido: «Santo subito!», perché qualcuno divenisse tale.


Ebbene, su questa antica modalità sembra essersi plasmata la recente esaltazione del fenomeno Maradona: fiori, palloncini e gadget davanti allo stadio, il giorno stesso della sua morte; intitolazione  dello stadio medesimo a lui – novello santo laico –, cancellandovi la memoria di Paolo di Tarso – lui, sì, santo a tutto tondo –, pochi giorni dopo; ipotesi, quasi contemporanea, di ribattezzare col suo nome il piazzale dello stadio – dopo che quella d’intitolarlo all’Apostolo delle genti fu ritenuta, a suo tempo, inammissibile –. E ora si progetta la realizzazione di un vero e proprio monumento, da collocare su quel piazzale, con corollario d’interventi di polizia attuati nel timore d’insurrezioni terroristico-popolari, qualora l’operazione dovesse essere (Dio ne scampi, per carità) accantonata: pare, addirittura, che qualcuno volesse prendersela con Giuseppe Garibaldi (almeno in questo caso, innocente), abbattendo la sua statua nell’omonima piazza e sostituendola con quella del mitico “numero 10”.

Allora, la domanda che “sorge spontanea” (mi perdoni il mio amico Antonio Lubrano, se prendo in prestito il suo motto) è questa: ma vuoi fare che per Napoli, dopo Nicola Amore – che credo sia stato l’ultimo, in ordine di tempo, a vedersi dedicare una statua (a parte il brutto Totò del Rione Alto e l’altrettanto brutta Madre Teresa di via Tasso) –, non è passato più nessuno meritevole di memoria marmorea o bronzea, né prima, né dopo del Pibe de oro? A immaginare soltanto tutto ciò che sta accadendo dopo la sua morte, ogni volta che mi è occorso di nominarlo avrei aggiunto, alla napoletana, “ca pòzza campà’ ciént’anne”.

(Febbraio 2021)

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