NEWS

L’architetto Adolfo Avena   di Antonio La Gala   Adolfo Avena è fra i protagonisti del mondo architettonico napoletano fra gli ultimi decenni...
continua...
IL ROMANZO DELLA FINE DI UN REGNO   di Sergio Zazzera   Della nutrita comunità svizzera vissuta a Napoli nel secondo periodo della monarchia...
continua...
LA CITTA’ DI TRANI   di Luigi Rezzuti   L’Italia non finisce mai di stupirci. Durante l’estate eravamo in Puglia e abbiamo deciso di andare a...
continua...
I Saraceni disegnano la Riviera di Chiaia   di Antonio La Gala     La Riviera di Chiaia è delimitata dal lato verso Mergellina dalla Torretta e dal...
continua...
UNA STAGIONE FALLIMENTARE   di Luigi Rezzuti   Una stagione a dir poco fallimentare, quella della squadra del Napoli, ma nel mirino della critica sono...
continua...
Una giornata particolare   di Antonio La Gala     “Una giornata particolare” è il titolo di un film di Ettore Scola che racconta una giornata,...
continua...
Pennelli barocchi nelle strade del Vomero   di Antonio La Gala   La letteratura sulla pittura barocca napoletana conta una miriade di pubblicazioni,...
continua...
Tema d’Estate   di Mariacarla Rubinacci    21 giugno, solstizio d’estate, ma quest’anno la stagione si è anticipata di molto. Aveva fretta di vedere...
continua...
L’ARTE DI LEGARE LE PERSONE, di Paolo Milone   di Luigi Alviggi   Si riesce a lavorare in Psichiatria solo se ci si diverte. Io mi sono divertito...
continua...
NAPOLI AI QUARTI DI FINALE IN CHAMPIONS LEAGUE   di Luigi Rezzuti   Che la squadra del Napoli facesse paura a tutte le altre squadre del campionato di...
continua...

SPIGOLATURE

 

di Luciano Scateni

 

 La speranza? Il dissenso

Lituania, match di basket Zalgiris, squadra locale contro i russi della Stella Rossa. Prima del pallone alzato tra i due pivot i giocatori dello Zalgiris espongono un lungo striscione con la scritta ‘NO WAR’ e sul fondo i colori della pace. La squadra russa, fischiatissima rifiuta di partecipare e non regge il panno. Per fortuna è un episodio senza repliche. L’opposto: sul palco del San Carlo, a Napoli artisti russi e ucraini cantano uno accanto all’altro e si abbracciano. Nessuna esultanza di Aleksej Miranchuk, giocatore russo dell’Atalanta, dopo il gol segnato alla Sampdoria, dove milita l’ucraino Malinovskji. Sono tanti gli atleti russi che dissentono dall’invasione ordinata da Putin. Partecipano solidali all’inferno dei  fratelli ucraini, specialmente di quelli in armi per difendere il loro Paese: Yevhen Malyshev, non ancora ventenne, della nazionale giovanile di biathlon, ucciso in combattimento, l’ex campione di ciclismo Andrei Tchmil, il fuoriclasse del nuoto Mykhaylo Romanchuk, Yuliia Dzhima, oro olimpico nella staffetta del biathlon a Sochi,  il collega biatleta Dmytro Pidruchnyi, campione del mondo dell’inseguimento a Oestersund 2019, Dmytro Mazurtsjuk,  in gara per le Olimpiadi di Pechino nella combinata nordica, i pugili Vasyl Lomachenko, campione olimpico dei pesi leggeri e del mondo in tre diverse categorie,  Oleksandr Usyk,  campione del mondo dei pesi massimi, i fratelli Klitschko.  In tuta mimetica anche il tennista Stakhovsky, vincitore di Roger Federer a Wimbledon nel 2013. Il commento di Pessina, compagno italiano di squadra: “Il calcio unisce ciò che la follia umana prova a dividere”.

Putin deve rispondere anche dell’esclusione di squadre e atleti russi e ucraini da molti eventi internazionali. Per esempio i campionissimi del tennis Medvedev e Rublev, Wkaterrina Gamova, una delle più grandi pallavoliste di sempre: “Questa pagina vergognosa rimarrà per sempre nella storia del mio Paese”.

 

Il Levada Center, che in Russia compie sondaggi, al pari del nostro Pagnoncelli, si definisce organizzazione indipendente e non governativa. Da crederci? In Russia esiste l’indipendenza? Fosse vero il dato di Putin popolare all’83 percento, dello stesso zar candidato al processo per crimini contro l’umanità, la scelta di ragionarci su sarebbe confinata nei limiti del ‘non abbiamo capito niente dell’aggressione in Ucraina’, o ‘del popolo russo con il cervello in standby’, che offuscato dalla propaganda ossessiva di regime subisce il condizionamento noto alla psicanalisi come subordinazione di un popolo all’uomo ‘forte’ o che si auto rappresenta come tale in tempi di emergenza. La terza via è una forma misteriosa di masochismo, che ignora le dure conseguenze delle sanzioni, che non crede alla strage di innocenti raccontata da immagini terrificanti, emotivamente inguardabili. La stranezza è evidentissima: secondo Levada Center il consenso per quello che il mondo condanna come criminale sarebbe balzato in su. Ma allora, è invenzione dei cattivi nemici di Putin il numero crescente di dissidenti russi di ogni categoria sociale? Molti i esperti, lo sottolinea il Wall Street Journal, invitano alla cautela sull'affidabilità dei sondaggi in Russia nel momento in cui i principali media indipendenti sono stati messi al bando e quindi la popolazione, in particolare quella dei centri urbani minori lontani da Mosca e San Pietroburgo, è informata sulla guerra solo dai media di Stato con la loro propaganda. La controprova è nei mille volti dei dissidenti: intellettuali, artisti, religiosi, sport, cinema, scienza.

 

La dissidenza si muove e si sta ampliando un fronte interno di opposizione.

Tra i fermati il sociologo Grigory Yudin, Maria Alyokina delle Pussy Riot,  il vicepresidente della sezione di Mosca del partito d’opposizione Yabloko, Kirill Goncharov. Alekseij Navalny ha fatto un appello attraverso i social ai russi perché non diventino “vigliacchi che fingono di non notare la guerra aggressiva scatenata dal nostro folle zar contro l’Ucraina”, la giornalista di Kommersant Yelena Chernenko, espulsa dal pool di giornalisti del ministero degli Affari Esteri. Il direttore artistico del Teatro statale di Mosca è stato licenziato per un post critico su Facebook. La direttrice del Centro Elena Kovalskaya si è dimessa per protesta contro la guerra con l’Ucraina. Sospeso anche il direttore d’orchestra dell’Opera di Novgorod Ivan Velikanov per un breve discorso di ripudio della guerra e l’esecuzione dell’Inno alla gioia di Beethoven. Contro la guerra, anche il regista teatrale Lev Dodin, l’attrice e conduttrice televisiva Julia Menshova, Anatoly Bely e Sergey Lazarev, l’attrice Elizaveta Boyarskaya, la cantante lirica Anna Netrebko”. Appello alla riconciliazione e alla fine della guerra di alcuni sacerdoti della Chiesa ortodossa russa. Putin all’83 per cento?

(Aprile 2022)

BilerChildrenLeg og SpilAutobranchen