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SOTTO AL TAPPETO   di Sergio Zazzera   “Città segreta”, nell’immaginario di Corrado Augias, Napoli ha costituito il tema della trasmissione...
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Rappresentare Eduardo De Filippo   di Luigi Rezzuti   È bello? È brutto? È il teatro. Ogni spettacolo una storia a sé. È l'unico modo in cui possa...
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CONVEGNO ANPI A PAESTUM   (Aprile 2024)
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La diaspora dei titolari   di Antonio La Gala     Personaggi illustri a cui sono intitolati alcuni licei classici, i “titolari” eponimi, spesso li...
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Pennelli barocchi nelle strade del Vomero   di Antonio La Gala   La letteratura sulla pittura barocca napoletana conta una miriade di pubblicazioni,...
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Leonardo Pica IL MONDO E’ DEI BAMBINI (CHE POI DIVENTANO GRANDI) Cosmopolis Edizioni Napoli di Luciana Alboreto   Si vive e ci si lascia vivere...
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Ti tendo una mano

 

di Mariacarla Rubinacci

 

In piedi guardi. Sull’orlo della fossa i sacchi neri nascondono l’orrore, una scarpa è attorcigliata dal fango, l’aria è pregna dell’odore della fine, la mente è ferma nel silenzio dei pensieri.

Hai lo sguardo perso lontano, gli occhi cercano l’orizzonte, ma il fumo acre e nero che sale dalla tua casa appena colpita da una luce accecante portatrice di morte, ti punge le pupille asciutte. Non piangi, sei arida dentro. Le lacrime non ti bagnano più le guance arrossate del freddo. Intorno la terra è grigia, ammassi di oggetti strappati alle mansioni di ogni giorno rotolano come foglie morte, stanze annerite dal fuoco si mostrano come scenari lugubri della tragedia che incombe, il puzzo di ha urinato sulla tua vita attanaglia il respiro.

Un richiamo di scuote dal torpore, dall’assenza di essere viva in un mondo che parla di odio. “Mama…”

Un trillo, un corpicino smunto ti sta correndo incontro, in cerca del tuo abbraccio, nelle sue piccole mani stringe un cagnolino di peluche e un pacco di biscotti che mani grandi le hanno dato per fare riaffiorare il sorriso che da troppi giorni era spento.

Ecco. E’ il futuro che sta sgomitando per farsi strada, che saltella, ha la voce della gioia propria dei suoi pochi anni che anelano a diventare tanti, tanti e ancora tanti. E’ lì davanti a te, ti grida di resistere per ricominciare, che ti obbliga a sperare, perché non sei sola con la tua carne straziata, con la tua mente avvolta in un sacco nero, con i tuoi occhi asciutti.

Non sei sola.

Intorno ci siamo noi. Siamo pronti ad alleviare l’orrore che ti ha spinta sull’orlo di quella fossa, il mondo sa, vede, ascolta, si rimbocca le maniche, si mobilita. L’orizzonte è squarciato da chi ti corre incontro, cercando la tua mano.

(Maggio 2022)

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