Il complesso di San Francesco al Vomero
di Antonio La Gala
Quando negli ultimi decenni dell'Ottocento iniziò a sorgere il nuovo quartiere del Vomero, le istituzioni ecclesiali si adoperarono con tempestività per soddisfare le esigenze dei nuovi abitanti della collina. Nell'arco di pochi anni vi realizzarono complessi religiosi e chiese. Fu eretta la parrocchia di San Gennaro in via Bernini e, poco dopo, il complesso dei Salesiani e quello di San Francesco.
Raccontiamo qualcosa su quest’ultimo.
In quegli anni i Francescani erano alla ricerca di una sede dove svolgere le loro attività, soprattutto quella della formazione dei giovani aspiranti all’Ordine, messe in crisi dalle confische dei conventi operate dall'Italia postunitaria, con la perdita di tante case. Allo scopo di averne una a Napoli, nel 1891 essi comprarono dalla Banca Tiberina (che stava realizzando il Nuovo Rione Vomero), il terreno dove ora sorge il complesso.
La posa della prima pietra per la costruzione del complesso fu posata il 19 maggio 1892 dal cardinale Gugliemo Sanfelice.
I lavori partirono a rilento per il rarefarsi delle elemosine su cui si era fatto affidamento per la realizzazione dell’opera. I Francescani ricorsero allora all’aiuto della Custodia della Terra Santa: essi le donavano la fabbrica fino ad allora realizzata e la Custodia in cambio s’impegnava a finanziare il completamento dell’opera, per aprirvi una scuola per aspiranti religiosi. Questo è il motivo per cui sull’ingresso originario del convento si legge “Collegio di Terra Santa”.
Fra gli accordi fu previsto anche l’affidamento dei lavori all’architetto frate Wendelino Hinterkeuser, un fratello laico tedesco, di notevoli capacità tecniche, che riuscì a completare l’opera, chiesa più convento, in tempi brevissimi. All’inizio di ottobre del 1894 il cardinale Sanfelice tornò al Vomero per consacrarvi la nuova chiesa.
Completata la costruzione, negli anni immediatamente successivi, non avendo l’Ordine francescano ancora personalità giuridica, sorsero complesse procedure per il passaggio della proprietà del complesso dalla Custodia di Terra Santa all’Ordine Francescano
Descriviamo la chiesa. Le due torri campanarie laterali che inquadrano un portale eclettico su cui si apre un finestrone tripartito a vetrate istoriate, conferiscono alla facciata aspetti d’ispirazione romanica.
L’interno è a una sola navata ed è improntato ad una semplicità goticheggiante nel suo slancio verso l’alto. Fra le sobrie decorazioni spiccano le vetrate istoriate.
Dalla prima Guerra mondiale in poi, per una quindicina d’anni, i religiosi di fatto non potettero usare i locali del secondo piano del convento annesso alla chiesa,perché in essa furono ospitati estranei di ogni specie, la cui lunga presenza rese necessaria addirittura la costruzione della scala che immette al secondo piano direttamente dalla strada senza passare per il chiostro. Dal 1916 al 1919 si succedettero bersaglieri, arditi, prigionieri jugoslavi, sfollati di un palazzo vicino pericolante, la sede del Partito Popolare di Don Sturzo. Più a lungo di tutti vi stettero le Scuole Normali femminili (futuro Istituto Magistrale Mazzini), dal 1920 al 1928.
Nel 1992, in occasione del centenario della posa della prima pietra del complesso, è stata posta una statua bronzea di San Francesco in Piazzetta Aniello Falcone.
(Gennaio 2023)