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RICORDI DI GIOVENTU’

 

di Luigi Rezzuti

 

Trovo curioso come un semplice odore ti faccia rivivere dei momenti della vita ormai sepolti nella memoria, dove i ricordi rimangono sopiti e impolverati. Sono in coda alla cassa del supermercato, gli anni cominciano ad essere molto di più di quelli che vorrei avere e di quelli che mi sento in realtà, sono l’ultimo di una fila di quattro carrelli, e dietro di me c’è giusto lo spazio per passare ed andare nelle corsie. Una ragazza che ostenta il suo ciuffo in modo irrispettoso nei miei confronti, visto che i capelli ne ho ben pochi ormai, mi   passa alle spalle, e in un stante, mi sale su per le narici, annebbiandomi la realtà del momento e facendomi tornare indietro di sessant’anni almeno. Avevo da poco compiuto vent’anni, avevo la patente da poco e una Fiat seicento, un vecchio cartoccio. Dicevo, ero giovane e pieno di capelli, spensierato e con i problemi dei ragazzi medio di quell’età, volevo solo crescere più velocemente, andare a lavorare, potermi divertire e non avere il pensiero dei pochi soldi che mi davano i miei genitori. Volevo divertirmi con giovani fanciulle, ero giovane e spensierato. Quante volte ci siamo strusciati sulla ragazza che ci precedeva in una qualsiasi cosa, come ad esempio quella per il guardaroba nelle discoteche? Fatto sta che una volta sono stato io oggetti di strusciamento, proprio in una discoteca, proprio in coda ai guardaroba, era una ragazza che avevo guardato in precedenza. Ho sentito una presenza importante alle ie spalle, la ragazza era un po' più alta di me, bionda, fisico asciutto e die occhi verdi, la sentivo premere contro le mie spalle, superato l’imbarazzo iniziale, la mente ha cominciato a viaggiare, ho pensato di girarmi all’improvviso e baciarla, oppure a prendere la sua mano con la mia. La cosa ormai era in dirittura d’arrivo, e una volta consegnato il mio giaccone, prima di entrare ho potuto guardare per la prima volta la ragazza che stava dietro di me, e che per buoni dieci minuti non ha ceduto di un millimetro la sua posizione. Mi sono girato, e come una folata di vento, visto che era stata aperta la porta della discoteca per far entrare altri ragazzi come noi, sono stato ammaliato da un sorriso disarmante, due occhioni verdi, una ragazza decisamente bella, vestita con dei jeans, una maglietta bianca e due tacchi a spillo. Prima uno sguardo nei suoi occhi, poi sul suo corpo e poi di nuovo nei suoi occhi, un sorriso ebete sul mio viso, un sorriso malizioso sul suo. Una volta entrato nel locale, ho cercato la mia compagnia di amici, con i quali ho trascorso le prime due ore alternando il ballo in pista a code interminabili al bancone del bar e piccole pause sul divanetto, ma della ragazza nessuna traccia. Il Dj stava proponendo gli utimi dischi di Tenco e sarebbe passato a qualcosa di più soft per quelle nuove coppie entrate che non aspettavano altro che poter avere un po' di tranquillità.  Il mio sguardo ha vagato per tutta la discoteca e finalmente l’ho vista, le ho sorriso, mi si è avvicinata e mi ha sussurrato qualcosa di incomprensibile all’orecchio, mi ha preso per mano e tirato verso il bar, la musica era ovattata, le orecchie tappate, i sensi in subbuglio, ricordo i pochi secondi passati a guardarci che sono sembrati un’eternità in quel momento, le nostre bocche che si sono unite, accompagnate dal desiderio covato tutto il pomeriggio. Ritornando al pomeriggio in questione, una volta che ci siamo ripetutamente baciati, siamo usciti, tra gli sguardi torvi dei miei amici. Quant’anni passati in qualche istante, la ragazza della discoteca quella tra le corsie del supermercato sono scomparse. Faccio coda alla cassa adesso è il mio turno, appoggio quelle poche cose che ho nel carrello sul nastro e aspetto che la cliente che ho davanti finisca di imbustare la sua spesa, la guardo, è una bella donna poco più alta di me, un bel sorriso, due occhi verdi come il mare, le sorrido, mi sorride, le faccio l’occhiolino, mi fa l’occhiolino anche lei, si sistema e se ne va, cerco di fare il più veloce possibile e nel frattempo cerco di non perdere la direzione che ha preso all’uscita, mi catapulto fuori dal supermercato e la cerco, mi sfreccia davanti con lauto, che ho già visto da qualche parte, faccio mente locale, certo l’ho vista nel parcheggio sotto casa mia, la mente corre come un vortice cerca di farmi vedere delle immagini, ne seleziono alcune, le persone si somigliano tutte, quegli occhi verdi non si possono non ricordarli uno sforzo ancora, ecco è lei, abita vicino casa mia, l’ho vista due volte a passeggio colcane, ma non sono poi così fisionomista con le persone, ma con le automobili si, la sua poi si riconosce perché è un modello particolare e soprattutto la targa con i tre numeri uguali, è venuta ad abitare da poco. Ecco l’ho riconosciuta sei la ragazza della discoteca, chissà che non riallaccio i rapporti dopo quarant’anni.

(Marzo 2023 - Gli articoli vengono riprodotti quali ci sono pervenuti)

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